Due serate speciali dedicate al conflitto afgano. Rai Documentari dedica due prime serate speciali il 26 novembre e il 3 dicembre su Rai Tre con “Afghanistan”, una coproduzione internazionale proposta daRai Documentari. Un doppio appuntamento che guarda a sessant’anni di storia afgana attraverso gli occhi di coloro che eranolì: combattenti e civili, uomini e donne. I loro ricordi personali dell’epoca d’oro, dell’occupazione sovietica, della guerra civile, del regime talebano, dell’11 settembre e delle sue conseguenze aprono nuove prospettive sull’Afghanistan, il suo popolo e il suo destino.
In una selezione di filmati d’archivio, portati alla luce in Afghanistan, in Russia e nel mondo arabo, si snodano le storie di afghani, protagonisti diretti di questi anni, tra cui le prime due donne al governo in Afghanistan nella storia: Sima Samar, Ministro delle pari opportunità sotto Karzai e ShukriaBarakzai, Membrodell’assemblea costituente. Anche attraverso le loro testimonianze, il documentario ripercorre la storia della condizione femminile in Afghanistan e le cause del mancato radicamento nel Paese delle idee democratiche di parità delle donne.
Le prime immagini del periodo monarchico nel 1919, sotto il re Amanullah Khan, raccontano di un paese moderno in stile occidentale mentre la regina Soraya, senza velo, si guadagnava la copertina del Time come paladina dei diritti delle donne. Negli anni ’60, l’Afghanistan era in pace e il re Mohammed Zahir Shah apriva il paese al mondo: dal documentario emerge una Kabul inedita, come una capitale europea con donne in minigonna, libere di vestirsi come volevano.
Eppure, sotto questa superficie, il paese era a un bivio: traIslam e Comunismo, modernità e tradizione. Quando i comunisti presero il potere alla fine degli anni ’70, queste contraddizioni, imposero lo stato laico e con esso i diritti delle donne. Ma proprio quell’imposizione laica insieme al fatto che la popolazione rurale aveva sempre avuto l’Islam e la Sharia come punto di riferimento, fecero esplodere quella serie di guerre che non è ancora finita. La situazione delle donne precipita con la vittoria dei mujaheddin contro le truppe prima comuniste e poi dei talebani. Infine, l’intervento militare americano del 2001 quando George W. Bush trova nella campagna di liberazione delle donne un’ulteriore giustificazione per l’intervento militare.