Lorenzelli Arte presenta nel Nome di Dio Omnipotente. Arti talismaniche, pratiche di scrittura sacra e protettiva dal nord della Nigeria. A Milano dal 27 ottobre fino al 22 gennaio 2022.
Antiche pratiche protettive, divinatorie e taumaturgiche. Forme di conoscenza impossibili da imprimere su carta, difficili da trasmettere oralmente. Forse solo l’immediatezza visiva dell’arte e il suo traghettare estetico possono restituire parte della magia ritualistica legata a queste tradizioni. La loro origine si perde nell’antichità, laddove si alimentavano le culture sufi, mediorientali, greco-romane, della Cabala ebraica e dell’alchimia occidentale medievale.
Così le sale di Lorenzelli Arte ospitano una ricca serie di 80 opere inedite, appartenenti agli Hausa, un gruppo etnico di oltre 70 milioni di individui, stanziato tra il nord della Nigeria e il sud del Niger. La collezione si compone di autentici manoscritti religiosi e poetici, tavole utilizzate per lo studio e la memorizzazione del Corano; diplomi di completamento degli studi religiosi, tavole in legno e metallo per la protezione delle case e delle persone. Ed ancora, pelli con simboli e formule apotropaiche, esemplari di ricettari popolari sulle scienze esoteriche, talismani e oggetti per la divinazione.
A cura di Andrea Brigaglia, docente ed esperto di Islam contemporaneo in Nigeria e di Gigi Pezzoli, fra i più importanti africanisti, la mostra è prodotta da Andrea Aragosa per Black Tarantella srl, in collaborazione con il Centro Studi Archeologia Africana di Milano ed è stata esposta per la prima volta lo scorso maggio a Napoli, nella Cappella Palatina del Maschio Angioino.
Il titolo della mostra, forte ed enigmatico, è sintesi di un progetto che viene da lontano, dalle ricerche di etno-storia che il Centro Studi Archeologia Africana svolge da anni in Africa, per documentare le manifestazioni culturali del passato che si intrecciano con i temi della contemporaneità.
La ricerca tende a sfatare la credenza di una magia soprannaturale africana, talvolta interpretata in accezione negativa dalla cultura occidentale. Partendo dalle tavole talismaniche, che costituiscono gli oggetti esteticamente più accattivanti in mostra, l’esposizione invita a creare un ponte di connessioni tra l’accezione di “religione” e “magia” intese come un insieme organico, per riflettere sulle dimensioni, fenomeniche ed esoteriche, delle pratiche culturali di popoli solo apparentemente distanti.