Print Friendly and PDF

Dalle crepe entra la luce. Uomo e natura dialogano in Terra Sacra, ad Ancona

Zoran Music, Noi non siamo gli ultimi, 1972, olio su tavola di legno, cm 40 x 29 Zoran Music, Noi non siamo gli ultimi, 1972, olio su tavola di legno, cm 40 x 29
120 opere (tra reperti antichi e opere contemporanee) di 35 artisti compongono Terra Sacra, mostra curata da Flavio Arensi per la Mole di Ancona. Divisa in cinque sezioni, l’esposizione ragiona sull’esistenza umana e sulle modalità che ha di rapportarsi con se stessa e la natura che la circonda. Dal 27 novembre 2021 all’8 maggio 2022.

Dalla constatazione che certi traumi finiscono per sgretolare, qualcosa, per sempre, prende avvio la mostra Terra Sacra. Un’esposizione che nasce dalla macerie del terremoto che colpì le Marche cinque anni fa.

Le perdite che ne sono conseguite rimangono ancora visibili. Non solo tra edifici e case in macerie, ma soprattutto negli animi lacerati di coloro a cui le scosse hanno frantumato l’esistenza. Momento di perdita materiale, ma anche interiore, il terremoto in Terra Sacra diviene un espediente per ampliare il campo del dolore e coglierne le sfumature più profonde. Quelle che sorpassano la tragica contingenza per affrontare una dimensione esistenziale. E se nessuno attraversa la vita allo stesso modo, è pur vero che alcuni suoi tratti ci uniscono in un viaggio che è anche un travaglio, ma non per questo non degno di essere esperito. “C’è una crepa in ogni cosa e da lì entra la luce”. Lo cantava Leonard Cohen, lo vediamo nelle 120 opere esposte in mostra.

In esposizione trovano così spazio, fianco a fianco, alcune delle opere storiche del territorio salvate dal terremoto e le indagini contemporanee di 35 artisti tra cui Quayola, Titina Maselli, Flavio Favelli, Leonardo Cremonini Zerocalcare.

Commenta con Facebook