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Pittura, politica, letteratura. La profonda amicizia tra Carlo Levi e Ludovico Ragghianti

Nudo dormiente, Carlo Levi (1935)

Levi e Ragghianti. Un’amicizia tra pittura, politica e letteratura. Questo il titolo della nuova grande mostra della Fondazione Centro Studi Ragghianti di Lucca. Realizzata in collaborazione con la Fondazione Carlo Levi di Roma, l’esposizione (dal 17 dicembre 2021 al 20 marzo 2022) è curata da Paolo Bolpagni, Daniela Fonti e Antonella Lavorgna, e si pone come evento di chiusura dei festeggiamenti del quarantennale della Fondazione Centro Studi Ragghianti.

La mostra indaga un tema finora poco considerato dalla storiografia e dagli studi accademici: quello dell’amicizia tra Carlo Ludovico Ragghianti (Lucca, 1910- Firenze, 1987) e Carlo Levi (Torino 1902- Roma, 1975). Il rapporto tra Ragghianti e Levi, fondamentale per entrambi, si intensifica nella Firenze del dopoguerra nazista, attraverso la comune militanza politica nella Resistenza. Questo però non è il solo motivo; i due si confrontarono molte volte su tematiche artistiche contemporanee e condivisero una sensibilità speciale nei confronti del patrimonio artistico del Paese.

La madre e la sorella, Carlo Levi (1926)

L’interesse di Ragghianti nei confronti di Levi pittore risale al 1936, quando lo inserì in un articolo dedicato alla pittura italiana contemporanea, recensendo poi la sua mostra a New York all’interno della rivista Critica d’arte nel 1939. Il momento di maggiore confronto tra i due però avvenne durante il periodo di formazione del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale; inoltre Levi, dopo poco la liberazione di Firenze, diventò membro della commissione per la ricostruzione del centro storico della città. Tale avvicinamento tra i due si evince con chiarezza dal momento in cui la mostra personale di Levi alla Galleria dello Zodiaco a Roma nel 1946 fu presentata proprio da Ragghianti. Ed è sempre Ragghianti che propose la prima monografia di Carlo Levi nel 1948. Negli anni successivi i due personaggi rimasero in contatto, fino all’imponente mostra Levi si ferma a Firenze curata da Ragghianti del 1977 a Firenze, dopo la morte dell’artista.

La mostra indaga allora i punti focali di questo rapporto, le questioni storiche-artistiche e altri punti di interesse in comune attraverso varie opere rappresentative. Opere d’arte, lettere, documenti, fotografie, filmati sono tutti frammenti artistici collegati a questa fruttuosa amicizia.

Un aspetto interessante che viene indagato è l’interesse di entrambi per il cinema; Levi lavorò come sceneggiatore e scenografo per alcuni film, e diventò un ritrattista ambito da molti personaggi di spicco del mondo del cinema contemporaneo: tutti questi ritratti sono presenti nella ricca mostra insieme con quelli di Ragghianti e di loro comuni amici, come Eugenio Montale e Carlo Emilio Gadda.

Ritratto di Eugenio Montale, Carlo Levi (1941)

Oltre a documenti e spezzoni cinematografici, sono presenti in mostra oltre cento opere di Carlo Levi, che permettono non solo di ricostruire la struttura del libro pubblicato da Ragghianti nel 1948, ma anche la cerchia di intellettuali a cui i due appartenevano. La rassegna si pone anche come spunto per studi futuri, ponendo le basi per interessanti ed importanti scoperte e dibattiti.

La mostra è organizzata in sale che, in ordine cronologico, esplorano importanti tematiche: Gli anni di formazione; La lotta politica, la clandestinità, il rifugio a Firenze e la Resistenza; Cristo si è fermato ad Eboli; Carlo Levi e il cinema; Levi attraverso gli occhi e le scelte di Ragghianti.

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