Wes Anderson, quasi per caso (Accidentally Wes Anderson), in libreria il volume fotografico che è già un cult per tutti i cinefili e i viaggiatori
Se c’è un regista con il culto per l’immagine, quello è Wes Anderson. Nessun regista più di lui può vantarsi di aver plasmato (e imposto) un gusto e uno stile tutto suo, perfettamente riconoscibile. Colori pastello, geometrie rigorose, architetture folkloristiche sperdute in paesaggi incontaminati: tutto condito dalla lente della nostalgia e dello stupore. Dallo stile austroungarico della Vecchia Europa (Grand Budapest Hotel) al Giappone (L’isola dei cani), dai campeggi per Giovani Marmotte (Moonrise Kingdom) alla Francia dei bei giorni andati (The French Dispatch), Wes Anderson ha saputo guardare il mondo attraverso uno sguardo personale e rigoroso, poetico e geometrico, plasmando un immaginario che ha fatto la gioia di cinefili, design, hipster, da Tumblr a Instagram.
Lo stile Wes Anderson così, film dopo film, è diventato una vera a propria moda che dallo schermo è passato all’interior design: Wes Anderson creatore del Bar Luce della Fondazione Prada, Wes Anderson arredatore di un vagone d’epoca per il Belmond British Pullman (un treno di lusso che fa il giro dell’Inghilterra), Wes Anderson curatore di mostre (sempre alla fondazione Prada).
Nel corso degli anni, i suoi fan hanno imparato a riconoscere e ad appropriarsi di questo sguardo in giro per il mondo, nasce così Accidental Wes Anderson, un thread online con lo scopo di tenere traccia di questi luoghi reali che sembrano però fotogrammi dei suoi film. Un faro, il bar di un hotel, una piscina, un impianto balneare, una funivia… Qui entra in gioco Wally Koval, che nel 2017 apre una pagina Instagram nel 2017 (@accidentallywesanderson, per l’appunto) che seleziona, raccoglie e ordina questi scatti provenienti da tutto il mondo. Non un progetto puramente estetico, ma una vera e propria ricerca alla scoperta delle storie nascoste dietro questi luoghi.
Il turismo dei desideri. La pagina, creata da Koval (fan di Wes Anderson e accanito viaggiatore) come una lista di luoghi da visitare, è un mix di contributi curati da viaggiatori, fotografi professionisti e non, una vera e propria comunità che si scambia storie, suggestioni e spunti di viaggio: a unirli la voglia di avventura e l’Anderson gaze.
«A poco a poco, intorno a questa idea è cresciuta una comunità, con cui abbiamo iniziato a condividere le nostre avventure – racconta Koval nel libro – e presto sono arrivate migliaia di proposte da tutto il mondo. Le foto erano bellissime, le storie intriganti, e la nascita di una comunità coinvolta e curiosa è stata proprio la ciliegina sulla torta». Parole d’ordine quindi spirito di avventura e esplorazione.
Il successo su Instagram non si è fatto attendendere e in poco tempo sono arrivate collaborazioni con agenzie e enti turistici: Wally Koval e sua moglie hanno potuto viaggiare e raccogliere materiale in Austria con l’Ente per il Turismo di Vienna, sono stati invitati a Milano da Prada (che poi li ha spediti a Los Angeles), e ancora a Tokyo e Kyoto con Hotels.com; sponsorizzati dalla distilleria di whisky Widow Jane sono stati invece a Catskills e hanno esplorato la parte settentrionale dello stato di New York.
Un riscontro simile non poteva passare inosservato allo stesso Wes Anderson, che – invece di denunciare Koval e far chiudere Accidentally Wes Anderson (in questi casi a volte succede) – ha gioisamente dato la sua benedizione al progetto, che in breve è diventato un libro fotografico (con una sua prefazione).
Uscito in Italia con il titolo Wes Anderson, quasi per caso (Il Saggiatore), il volume è diviso in capitoli, ognuno per continente (come un vero atlante di viaggio), e ogni fotografia è accompagnata dalla storia del luogo che immortala. In Italia troviamo il Teatro Alessandro Bonci di Cesena (definita città cosmopolita), Palazzo del Llyod a Trieste, Palazzo Duceziono a Noto, la pista da bowling dell’Hotel Riposo al Bosco (un albergo a conduzione familiare situato nel piccolo paese di San Vigilio di Marebbe), e – ovviamente – Burano, coloratissima e perfetta per il set di un film di Wes Anderson così com’è; ma… c’è spazio anche per una cabina per fototessere a Firenze, un cimelio con un magnetismo da macchina del tempo ristrutturato dallo scenografo Matteo Siani.
Wes Anderson, quasi per caso non è una semplice un’estensione di una pagina Instagram, ma è stato pensato e realizzato più come testimonianza della comunità che nel corso del tempo si è venuta a creare attorno a questo fenomeno. Un vero e proprio manuale per il viaggiatore moderno (hipster) o per chiunque abbia voglia di vedere con occhi diversi il mondo che lo circonda.
Un lavoro collettivo che ha portato alla nascita di un libro gioiello che raccoglie vedute andersione di grande pace e benessere, un libro must have per tutti i cinefili in cerca di avventure, anche comodamente in poltrona.