Piaccia o no, Grande Fratello VIP è uno dei programmi televisivi di maggior successo della stagione 2021-2022. Come può un reality, in onda su Canale5 in varie versioni da più di un ventennio, tenere desta l’attenzione di milioni di persone, fra telespettatori, follower e lettori di news? Forse la risposta è nella lungimiranza di chi, a inizio secolo, ha intuito la sottile relazione fra avvento di Internet, Tv e società del controllo.
I cosiddetti “Vipponi” (così vengono appellati a piena voce dal conduttore Alfonso Signorini), protagonisti del GFVIP, si presentano come un gruppo di star dello spettacolo in cerca di visibilità, spesso agli esordi o in un momento di declino della carriera. A sua volta, il Grande Fratello, nella versione Vip o meno, può essere liquidato come uno dei fenomeni più trash del piccolo schermo. Ma le cifre che saltano all’occhio dopo un’analisi anche solo superficiale, conducono ad una riflessione.
Il popolo del GFVIP
Dallo scorso settembre, più di tre milioni di persone (che, in prima e seconda serata, corrispondono all’incirca al 20 per cento di share) seguono lo show serale per due volte alla settimana, il lunedì e il venerdì (la puntata del venerdì è stata sospesa durante le feste natalizie). Nello stesso periodo, gli ascolti del canale 55 del Digitale terrestre (Mediaset Extra) sono saliti esponenzialmente, perché è su quelle frequenze che si possono spiare i reclusi all’interno della Casa allestita a Cinecittà. Lo stesso dicasi per la striscia quotidiana, in onda su Canale5 nel pomeriggio, che registra una media di circa due milioni di spettatori. La pagina Facebook del GFVIP numero 6 ha più di di 2 milioni e 700mila follower, mentre in Instagram sono un milione e mezzo. Il tutto può essere seguito (e interagito) anche sul web, attraverso un sito dedicato che mette a disposizione la diretta della Casa, pillole dei momenti salienti e la possibilità di votare i Vip preferiti. Una vera e propria macchina da guerra come solo Mediaset dei tempi migliori è riuscita a realizzare.
Come tutto questo ci riguarda direttamente?
Innanzitutto siamo davanti allo spettacolo di una Casa che, in tempi non sospetti, gli autori del reality (il mega-produttore olandese John de Mol e la sua Endemol) hanno intuito essere il contenitore futuro (e spesso unico) delle nostre sempre più confinate esistenze. È esplicito, al tempo stesso, il riferimento al romanzo distopico di George Orwell, 1984, nel quale l’intera società è soggetta al controllo di un “occhio” domestico, propaggine tecnologica del cosiddetto Grande Fratello, appunto. Al principio degli anni 2000, quando iniziò la messa in onda delle prime edizioni del GF, si diffondeva l’uso di Internet; al quale fece seguito quello degli smartphone e, di conseguenza, la società del controllo elettronico divenne ben più di una narrazione fantascientifica. Da due anni a questa parte, con l’esplosione della pandemia, il nostro confinamento domiciliare chiude il cerchio dello storytelling Gieffino. Ed è giusto dal 2020 che il Grande Fratello nella sua versione originale, con illustri sconosciuti in vetrina, è andato in pensione per far posto alla sola versione VIP; quasi che (ops) ci si fosse accorti che la gente comune ormai in casa c’era già chiusa davvero e che l’occhio del GF è ormai la norma per chiunque, fra algoritmi, profilazioni, microfoni aperti a nostra insaputa, telecamere collegate a non si sa quali server, inservienti elettronici, apparecchi domotici e chi più ne ha più ne metta.
E che dire delle liti, dei pianti, degli amori all’interno della Casa Gieffina, se non che sembra di vederci mentre interagiamo con i nostri cari durante il lockdown o nel corso di queste serate natalizie strappate ad una normalità sempre più lontana? Non c’è da stupirsi se lo spettatore medio guarda attento allo spettacolo della vita in una casa come ad una sorprendente forma di rispecchiamento della sua propria esistenza; spesso ridotta, a torto o a ragione, ad una straniante gabbia da criceto.