“Le fotografie sconvolgono nella misura in cui mostrano qualcosa di nuovo” scriveva la fotografa Susan Sontag. Facce nuove, nomi dimenticati o immortali sono al centro della mostra “Photocall” al museo del Cinema di Torino. Fino al 7 marzo 2022 la retrospettiva racconta più di un secolo di cinema italiano attraverso i volti dei suoi protagonisti. Oltre 250 riproduzioni fotografiche fine art, 71 stampe originali e più di 150 scatti presenti nelle videogallery, attentamente conservati negli archivi del Museo o da privati. Insieme a cartoline originali, apparecchi fotografici, brochure, riviste d’epoca lo spirito del cinema anima ancora di più la Mole.
È un viaggio che ci lascia le tracce di un secolo attraverso i ricordi filtrati dall’obbiettivo della macchina fotografica, tra ritratti in studio e foto spontanee sui set, ma anche quelle rubate che raccontano di cronache mondane.
DIVI IN MOSTRA
C’è il divo Mastroianni e c’è l’immancabile Sofia Loren ma anche Marinelli, Borghi, Mastandrea.
Sono i divi che hanno fatto la storia del cinema o che la stanno facendo. Sorridono, guardano altrove, si svelano nelle foto in bianco e nero e a colori. Sono lì per farsi ammirare.
Li scopriamo uno dopo l’altro nel vasto percorso espositivo, lungo la sala elicoidale che percorre la cupola. Sono quattro sezioni, Attrici e attori contemporanei, Dive Pop e Italian Men, Icone della rinascita e Ritratto d’autore, Nascita del Divismo, e ognuna testimonia l’ascesa del divismo nel cinema italiano.
Una mostra che si inserisce perfettamente nella collezione del Museo del Cinema per raccontare il cinema nazionale e internazionale, e soprattutto chi lo fa.
CINEMA, AMORE E FANTASIA
Il cinema, da sempre, è lo specchio della società, tra pellicole e testimonianze possiamo quindi fare un viaggio a ritroso dalla contemporaneità agli esordi.
Torniamo alle star dell’era del muto ai primi divi ma riscopriamo anche tutto quello che gira attorno agli studios e ai kolossal. È evidente fin da subito, e lo è ancora, il legame tra film e fotografia, come il rapporto tra attore e stampa che diventa l’intermediario del pubblico. Parallelamente all’ascesa del divo, il ruolo del fotografo attraverso il felliniano paparazzo è passato da reporter di strada ad artista glamour.
L’attore è un soggetto complesso per il fotografo. Se ora le fotografie dei vip sono più a servizio di articoli di gossip, prima dell’avvento del sonoro la pubblicità passava tutta dagli scatti realizzati come corredo promozionale.
Erano appositamente realizzate o rubate sui set, generalmente studiate per creare attese mitiche.
La settima arte necessitava una strategia di marketing per emergere come ora per mantenere quello status che ben conosciamo.
Non a caso un angolo è dedicato al “Red Carpet”: un tappeto rosso è circondato da foto della mostra del cinema illuminate da flash intermittenti a servizio di quanti vogliamo sperimentare la celebre passerella.
Le immagini tutt’attorno ci raccontano gli esordi, le incertezze ma anche la bellezza che cambia per poi rimanere sempre qualcosa di sfavillante e inarrivabile.
Gli scatti, quindi sì, sconvolgono nella misura in cui mostrano qualcosa di nuovo o forse quel non so che che abbiamo dimenticato ma che ci fa ancora sognare.