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Penumbra. La prima mostra della Fondazione In Between Art Film a Venezia

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Chiesa di Santa Maria dei Derelitti. Foto di Giacomo Bianco
Chiesa di Santa Maria dei Derelitti. Foto di Giacomo Bianco
Fondazione In Between Art Film annuncia la sua prima mostra, Penumbra, in occasione della 59. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia. L’appuntamento è per il 20 aprile 2022 all’Ospedaletto e alla Chiesa di Santa Maria dei Derelitti a Venezia.

Fondazione In Between Art Film – nata a Roma nell’ottobre 2019 con lo scopo di promuovere la cultura delle immagini in movimento e di sostenere artisti, istituzioni e centri di ricerca internazionali che esplorano il dialogo tra le discipline e i confini tra film, video, performance e installazione – presenta finalmente la sua prima esposizione. Penumbra, questo il titolo della mostra, è quindi un punto di arrivo e di ripartenza, uno snodo insomma, per l’attività della fondazione fondata e presieduta da Beatrice Bulgari.

Curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi – rispettivamente Direttore Artistico e Curatore della Fondazione – Penumbra presenta una serie di nuove produzioni video di Karimah Ashadu (1985, Regno Unito), Jonathas de Andrade (1982, Brasile), Aziz Hazara (1992, Afghanistan), He Xiangyu (1985, Cina), Masbedo (Nicolò Massazza, 1973 e Iacopo Bedogni, 1970, Italia), James Richards (1983, Regno Unito), Emilija Škarnulytė (1987, Lituania) e Ana Vaz (1986, Brasile). Commissionate e prodotte dalla Fondazione In Between Art Film, le otto opere affrontano, in modo diverso, i temi urgenti della contemporaneità.

Il titolo – Penumbra – evoca immediatamente l’immagine di uno spazio poco illuminato, come quelli dell’Ospedaletto e della Chiesa di Santa Maria dei Derelitti; oppure illuminato in modo calibrato, rarefatto, cinematografico, come diventano i due luoghi predisposti a un’esposizione fortemente interconnessa con il mondo dell’immagine in movimento.

Ospedaletto. Foto di Giacomo Bianco
Ospedaletto. Foto di Giacomo Bianco

In dialogo con le aree del Complesso dell’Ospedaletto, dove le diverse epoche e funzioni si sono sovrapposte in maniera inaspettata, le opere di Penumbra propongono una riflessione sulle zone d’ombra degli stati di vulnerabilità e di immunità, dei concetti di memoria e di storia, di verità e di finzione, all’interno del panorama delle attuali trasformazioni globali. L’allestimento della mostra, curato da Ippolito Pestellini Laparelli e dal suo studio 2050+, rimanda alla storia del luogo e al tempo stesso spazializza il concept della mostra.

Alessandro Rabottini, Direttore Artistico, e Leonardo Bigazzi, Curatore, di Fondazione In Between Art Film, affermano: “Gli spazi del Complesso dell’Ospedaletto evocano una polifonia di storie, epoche e funzioni. Per secoli questo è stato un luogo di cura e di speranza, e oggi la sua struttura rivela una molteplicità di narrazioni stratificate nel tempo. A partire da questo contesto molto speciale, la mostra Penumbra raccoglie otto nuove installazioni video commissionate ad altrettanti artisti internazionali. Queste opere ci accompagnano attraverso i molteplici significati del concetto di ‘zona grigia’, raccontando stati transitori e spazi di trasformazione: dalle tenebre alla luce, dall’umano al non-umano, dalla storia alla finzione e dalla verità all’incertezza. A partire dall’interpretazione letterale di
‘penombra’ come effetto dell’eclissi solare sulla Terra, ci muoviamo attraverso l’interpretazione metaforica di uno spazio dove la linea di demarcazione tra categorie opposte si rivela ambigua e fallace. Il titolo della mostra si riferisce anche all’assenza di luce, condizione necessaria per la visione delle immagini in movimento. Difficile immaginare un miglior contesto di Venezia per una mostra fatta di oscurità e lampi improvvisi di luce. Non vediamo l’ora di continuare a mostrare queste opere anche in altri contesti nel futuro”.

Penumbra è accompagnata da un programma pubblico interdisciplinare curato da Bianca Stoppani e Paola Ugolini – rispettivamente editor e curatrice di Fondazione – che coinvolgerà gli artisti presenti in mostra ed espanderà il dibattito riguardo alle loro pratiche attraverso panel con curatori e intellettuali internazionali.

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