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Fronte e retro. Sculture, fotografie e performance nella mostra di Italo Zuffi a Bologna

Italo Zuffi, Scomposizione IV Italo Zuffi, Scomposizione IV, 2000
Italo Zuffi, Scomposizione IV
Italo Zuffi, Scomposizione IV, 2000
Fronte e retro è il titolo della mostra personale di Italo Zuffi (Imola, 1969) che si articola in due spazi: il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (dal 20 gennaio all’1 maggio 2022) e Palazzo De’ Toschi (dal 20 gennaio al 6 febbraio 2022).

Il progetto, fiore all’occhiello del programma di ART CITY Bologna 2022, permette di presentare per la prima volta in modo esteso il lavoro di uno degli artisti italiani più importanti tra quelli nati alla fine degli anni Sessanta.

Fronte e retro è idealmente divisa in due momenti tra loro connessi: da una parte, al MAMbo, un percorso che permette di rileggere il lavoro dell’artista prendendo in considerazione uno spettro di opere che va dagli esordi, alla metà degli anni Novanta, fino al 2020; dall’altra, a Palazzo De’ Toschi, una serie di nuove produzioni, di lavori realizzati per l’occasione e in reazione alle caratteristiche dello spazio, tocca alcuni degli aspetti nodali della sua ricerca recente.

La mostra, nel suo insieme, ruota attorno ad alcuni nuclei tematici che da sempre sostengono il lavoro di Zuffi: le idee di costruzione e al contempo di distruzione/caduta; di lavoro e, insieme, di dispersione di energia; di mollezza e di rigidità; di fragilità e di competizione (soprattutto rispetto al sistema dell’arte).

Italo Zuffi, Niente di personale, 2001
Italo Zuffi, Niente di personale, 2001
MAMbo

I lavori presentati al MAMbo – sculture, fotografie, video e performance – ricostruiscono il percorso dell’artista attraverso accostamenti inediti e senza necessariamente seguire una progressione cronologica. Le 50 opere esposte sono tra le più note ed emblematiche dell’artista, come anche alcune sono invece meno note. Tra queste, ad esempio, due video degli inizi: The Reminder, l’immagine di un corpo che si tende e irrigidisce fino al limite delle sue possibilità, e Perimetro, all’interno del quale un corpo cerca di stabilire la sua relazione con lo spazio generando un senso di attesa e perpetua irrisoluzione.

Spazio poi, nella Sala delle Ciminiere, alla scultura. Attraverso una selezione di Scomposizioni e di Osservatori trasportabili, fino a una serie di cavalletti, oggetto emblematico della sua pratica. É un richiamo a un’idea di lavoro che può mostrarsi nel suo svolgersi, senza necessariamente trovare una forma definitiva. C’è anche The Mystery Boy, una serie di immagini in cui si vede un ragazzo, disteso sul pavimento, che sembra investire tutta l’energia e la concentrazione di cui è capace attorno a un’azione apparentemente inutile.

All’interno del percorso, inoltre, alcuni elementi (non del tutto configurabili come sculture) si completeranno attraverso le performance: si tratta, più che di oggetti di scena, di oggetti in attesa, o attorno ai quali si è già consumata l’energia di un’azione. Le performance attiveranno lo spazio in più punti e si svilupperanno a comporre un calendario che toccherà giornate diverse durante tutta la durata della mostra.

Italo Zuffi, Poesie doppie, 2014, Performance. Foto Riccardo Baruzzi
Italo Zuffi, Poesie doppie, 2014, Performance. Foto Riccardo Baruzzi
Palazzo De’ Toschi

La mostra a Palazzo De’ Toschi si concentra soprattutto sulla pratica scultorea, configurata come fedele riproduzione di una forma, e messa in discussione della stessa attraverso intrusioni e frammentazioni. Questa parte del progetto, inoltre, evidenzia uno degli aspetti fondamentali della ricerca di Zuffi degli ultimi anni: quello dell’indagine attorno alla parola, usata sia in forma poetica (si intitola Poesie Doppie una raccolta di brevi testi poetici dell’artista, scritti tra il 2013 e 2014) sia come elemento da cui si genera la forma scultorea.

L’allestimento ha uno dei suoi baricentri nel dialogo tra due opere commissionate per l’occasione: Civilizzando, un lavoro che si sviluppa a partire dalla parola, usata qui come strumento di descrizione di azioni semplici e quotidiane, accostate a generare processi di azione, reazione e sintesi; e una nuova versione de Gli ignari, uno dei lavori più importanti degli ultimi anni: una serie di nature morte in ceramica accompagnate dal suono di un fischio.

Nella stessa Sala Convegni verrà anche presentato un terzo lavoro installativo. Una riflessione sulla scultura a partire da una combinazione di elementi replicati – un frutto e un carrello su cui è posato – che recano su di sé le tracce di una alterazione che sembra tradurre l’idea di un contrasto e di un desiderio di ridefinire la forma attraverso un intervento reiterato.

Infine, anche questa sede sarà animata da interventi performativi – in parte strettamente legati alle opere scultoree – a sottolineare ancora una volta l’importanza di questo mezzo espressivo nell’opera di Italo Zuffi.

Italo Zuffi, Ho difeso il tuo onore, 2010, Performance
Italo Zuffi, Ho difeso il tuo onore, 2010, Performance

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