Questo articolo è frutto dell’operato degli studenti del Laboratorio di scrittura, iscritti al Master Post Laurea “Management della Cultura e dei Beni Artistici” di Rcs Academy”, tenuto tra dicembre 2021 e gennaio 2022 da Luca Zuccala, vicedirettore della nostra testata. La collaborazione tra ArtsLife e Rcs Academy ha dato la possibilità agli studenti partecipanti al Master, dopo le lezioni di introduzione, pianificazione e revisione dei contenuti proposti, di pubblicare il proprio elaborato sulla nostra piattaforma.
La galleria Alessandro Albanese presenta “La società delle Mangrovie”, solo show di Mattia Sugamiele. La mostra, visitabile fino al 20 gennaio, è situata nella sede milanese della galleria in via Cosimo Del Fante 14. Una società di mangrovie, quella dell’artista siciliano, situata nel cuore di una giungla urbana, quella milanese.
“La società delle Mangrovie” è un manifesto, un’autoanalisi, una riflessione sulle problematiche del contemporaneo. Sugamiele ripropone, tramite una commistione di tecniche, l’equilibrio instabile e vorticoso fra il mondo virtuale e il mondo reale.
Con il titolo della mostra l’artista svela sin da subito il tema della sua ricerca, il fil rouge che lega l’uomo alla tecnologia e il visitatore al suo solo show. Smarrimento. La perdita dell’orientamento si riconosce anche nell’allestimento dove la scelta delle opere e dei loro accostamenti induce a non cercare un senso logico ma a smarrirsi nei vortici dei colori acidi. Sperimenta in modo libero e mette alla prova il visitatore sorprendendolo e disorientandolo.
“Mi interessa la trasformazione dell’immagine, che muta, fino a scomparire, spesso privata del sistema di segni che essa era in grado di evocare, creando un vuoto in cui la tecnologia trova il suo spazio”.
Seguendo i movimenti delle due anime duali la mostra si sviluppa in piccole sale with cube alternate a sale virtuali, accessibili tramite QR-code. Una doppia esposizione, una virtuale e una fisica. Un percorso concepito ripercorrendo il sottile dualismo quotidiano che ci caratterizza fra portali in and out, vite physical e vite digital. Una riflessione costante sulla tecnologia che rischia di farci perdere il senso del reale, non distinguiamo più cosa è reale da cosa non lo è. Come in una società piena di mangrovie.
Sugamiele sperimenta diversi tipi di materiali e tecniche, spaziando dalla pittura, alla scultura finendo con il lavoro digitale. Cambiando il materiale cambia il modo in cui l’opera si situa nell’ambiente ma, sempre, in costante e teso dialogo con lo spettatore. Tutte le opere sono in situ ideate o riconfigurate per il contesto specifico della galleria. Unite dallo studio sulla luce e sulle stratificazioni dei colori.
Linguaggi e medium diversi contaminano la materia che cambia in un flusso continuo. Forme geometriche e astratte, tessuti e gomma piuma fluttuano, si sovrappongono e scompongono richiamando l’habitat naturale delle mangrovie. Forme organiche a cui Sugamiele si rifà contaminando lo spazio con il mondo, a volte caotico, della natura.