Fondazione Prada presenta Useless Bodies?, la mostra del duo Elmgreen & Dragset che indaga la condizione del corpo nell’era post-industriale. A Milano dal 31 marzo al 22 agosto 2022.
In un’epoca in cui la mercificazione dei dati personali da parte delle aziende tecnologiche è di dominio pubblico – seppur inutilmente – e l’influenza di queste organizzazioni su ogni aspetto della nostra vita è sempre più dilagante, ci fa un po’ paura pensare al ruolo futuro dei nostri corpi.
Elmgreen & Dragset
Il duo scandinavo Elmgreen & Dragset arriva a Fondazione Prada e ne occupa ben 3.000 m2. Ovvero quattro spazi espositivi e il cortile della sede milanese. Tutti necessari alla mostra Useless Bodies?. Come eloquentemente introdotto dal titolo, l’esposizione sfrutta l’arte per chiedersi se la nostra presenza fisica abbia perso la sua centralità, tanto da risultare ormai superflua. I medium utilizzati sono quelli prediletti dalla coppia di artisti: la scultura e la performance.
Seguendo un percorso espositivo che da i due piani del Podium si sviluppa nella galleria Nord e nella Cisterna, Useless Bodies? si snoda in una sequenza di installazioni immersive. Ognuna di queste crea un’atmosfera estetica, definita di volta in volta da un tema specifico.
Si parte quindi, al primo piano del Podium, da una serie di sculture classiche e neoclassiche, associate a opere di Elmgreen & Dragset per formare una costellazione di lavori provenienti da epoche diverse. Ispirata alla mostra Serial Classic, curata nel 2015 da Salvatore Settis e progettata da Rem Koolhaas in occasione dell’inaugurazione della sede di Milano di Fondazione Prada, la sovrapposizione di sculture storiche e contemporanee mette in luce similitudini e differenze nelle modalità di riproduzione del corpo umano attraverso la pratica scultorea degli artisti nei diversi secoli.
Il secondo piano del Podium è invece convertito in un ampio ufficio abbandonato, un’immagine legata al mutamento del ruolo del corpo nel contesto professionale. L’installazione consiste nella ripetizione di file infinite di postazioni lavorative, un richiamo alle strutture geometriche tipiche della scultura minimalista.
Nel 19° secolo il corpo produceva i beni di consumo, mentre nel secolo successivo ha assunto prevalentemente il ruolo di consumatore. Nel primo ventennio del 21° secolo il corpo detiene lo status di prodotto i cui dati vengono raccolti e venduti dalle Big Tech.
Elmgreen & Dragset
La galleria Nord si presenta invece come un ambiente domestico trasfigurato in chiave futuristica. Un bunker? Un’astronave? Un laboratorio? L’aspetto neutro e disumanizzato di questo spazio, sottolineato da oggetti dallo stile rigoroso, ci interroga sull’esistenza all’interno delle nostre abitazioni, soprattutto in un momento caratterizzato da una tecnologia sempre più pervasiva.
I tre spazi della Cisterna diventano ambienti simili a spa desolate con una piscina e uno spogliatoio ormai in disuso. Del resto, mentre le innovazioni tecnologiche rendono i nostri corpi sempre più inutili, le industrie del benessere continuano a offrire varie soluzioni per “risolvere il problema del corpo imperfetto”.
Infine, negli spazi esterni della Fondazione, trovano spazio alcune sculture configurate come e sottili alterazioni di oggetti di uso quotidiano che diventano inutilizzabili per i loro scopi usuali. L’idea è di ripensare l’ordinario ed enfatizzare il modo in cui ognuno di noi mette in discussione i meccanismi di sorveglianza tipici degli spazi pubblici.
Elmgreen & Dragset – Note biografiche
Gli artisti Michael Elmgreen (1961, Copenaghen, Danimarca) e Ingar Dragset (1969, Trondheim, Norvegia) vivono a Berlino e lavorano come duo dal 1995.
Hanno tenuto mostre personali in istituzioni di tutto il mondo, tra cui EMMA – Espoo Museum of Modern Art, Espoo (2020); The Nasher Sculpture Center, Dallas (2019-20); The Whitechapel Gallery, Londra (2018–2019); Tel Aviv Museum of Art (2016); UCCA, Pechino (2016); PLATEAU, Samsung Museum of Art, Seul (2015); Astrup Fearnley Museet, Oslo (2014); Victoria and Albert Museum, Londra (2013–14); Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam (2011); ZKM Museum of Modern Art, Karlsruhe (2010); Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León (2009); Serpentine Gallery, Londra (2006); Tate Modern, Londra (2004) e Kunsthalle Zürich (2001).
Nel 2009 hanno ricevuto una menzione speciale per il progetto “The Collectors”, realizzato per i Padiglioni dei Paesi Nordici e della Danimarca, in occasione della 53. Biennale di Venezia. Nel 2017 Elmgreen & Dragset hanno inoltre curato la 15. Biennale di Istanbul.
Selezionati per l’Hugo Boss Prize, Guggenheim Museum, New York (2000), Elmgreen & Dragset sono stati insigniti del Preis der Nationalgalerie, Hamburger Bahnhof, Berlino (2002). Nel 2012 gli artisti sono stati scelti dalla London’s Fourth Plinth Commission a Trafalgar Square. Nel 2015 hanno ricevuto dottorati onorari dalla Norwegian University of Science and Technology e nel 2020 il B.Z.-Kulturpreis a Berlino. Nel 2021 sono stati premiati con il 14th Robert Jacobsen Prize della Würth Foundation, Künzelsau, Germania.