Questo articolo è frutto dell’operato degli studenti del Laboratorio di scrittura, iscritti al Master Post Laurea “Management della Cultura e dei Beni Artistici” di Rcs Academy”, tenuto tra dicembre 2021 e gennaio 2022 da Luca Zuccala, vicedirettore della nostra testata. La collaborazione tra ArtsLife e Rcs Academy ha dato la possibilità agli studenti partecipanti al Master, dopo le lezioni di introduzione, pianificazione e revisione dei contenuti proposti, di pubblicare il proprio elaborato sulla nostra piattaforma.
Le Gallerie d’Italia di Piazza della Scala a Milano, dal 19 novembre 2021 al 27 marzo 2022, ospitano una grande mostra dedicata al fenomeno universale del Grand Tour. Il titolo? Grand Tour. Sogno d’Italia da Venezia a Pompei, curata da Fernando Mazzocca con Stefano Grandesso e Francesco Leone, con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli. Esposte 130 opere provenienti dai più importanti musei del mondo. Obiettivo? Fare luce su quella che era la percezione del nostro Paese da parte dei fruitori-contemplatori stranieri, un’epoca che ha visto la nascita e lo sviluppo di valori e culture che sono alla base dell’identità dell’Ottocento.
Con il termine Grand Tour ci si riferisce a quel viaggio di istruzione e di formazione in Italia -svolto dal crepuscolo del Seicento agli albori dell’Ottocento- intrapreso non solo dalle élite europee, ma anche da letterati, artisti e musicisti provenienti dall’Europa, dalla Russia e dall’America. Un’esperienza di viaggio che costituiva un’occasione di arricchimento personale attraverso una formazione culturale, non solo basata sulle antiche rovine, sulla letteratura e sul teatro, ma che includeva anche le differenze territoriali tra Nord e Sud grazie allo studio dei paesaggi che spaziavano dalle campagne romane fino alle terre della Magna Grecia.
Il culto per l’antichità classica, considerata fondamento della civiltà europea, è una delle motivazioni principali del Grand Tour. La mostra è un viaggio nel viaggio per raccontare “il decisivo contributo del nostro paese alla creazione di un’identità europea” come spiega Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo; che aggiunge come “La mostra sul Grand Tour, allestita nelle Gallerie di Piazza della Scala, è la prima ideata e realizzata in Italia capace di offrire uno sguardo d’insieme su un tema così vasto. I capolavori esposti offrono al visitatore odierno l’opportunità di rivivere l’emozione provata secoli fa dai protagonisti del Grande Viaggio di fronte alla bellezza senza tempo dei paesaggi e degli antichi luoghi d’arte italiani”.
In mostra, appunto, si trovano opere dei principali artisti del tempo come Piranesi, Valadier, Volpato, Canaletto, Panini, Lusieri, Hubert Robert, Jones, Wright of Derby, Hackert, Volaire, Ducros, Granet, Valenciennes, Catel, Batoni, Ingres e le due pittrici Vigée Lebrun e Angelica Kauffmann. Dipinti, sculture e oggetti d’arte sono in continuo dialogo attraverso l’esposizione di opere quali paesaggi, vedute, ritratti, scene di vita riproduzioni di monumenti antichi, che furono commissionate o acquistate dai collezionisti stranieri che intendevano portare con sé e celebrare il ricordo di quanto avevano ammirato.
Il Grand Tour iniziava generalmente a Firenze, ammirata per l’incanto del suo panorama rappresentato da molti pittori di vedute e per la grande collezione di antichità dei Medici e per i capolavori del Rinascimento. Il viaggio proseguiva a Roma, capitale della cristianità, dell’antichità e della letteratura, dove si studiavano i segreti e i canoni del bello; mentre nel Lazio si ripercorrevano i luoghi celebrati dalla letteratura classica di Orazio e Virgilio. Da Roma i viaggiatori raggiungevano Napoli che incantava non solo perla ricchezza delle sue chiese e dei suoi palazzi; ma anche per la vivacità del popolo stesso e per il crescente fenomeno di studio della vulcanologia. La penultima tappa era Venezia che, per la sua unicità e i magnifici eventi come le feste che celebravano i fasti dell’antica Repubblica, attirava un enorme numero di visitatori. Diversamente da Firenze, Roma e Napoli, è fatto singolare non ritrovare a Venezia pittori stranieri al servizio dei viaggiatori, per ritrarli e soprattutto per procurare loro delle vedute. Il viaggio si concludeva con Vicenza, dove era possibile ammirare i palazzi e le ville di Palladio. La mostra offre così la possibilità di contemplare un compendio di pittura di paesaggio, di ritrattistica e vedutismo, tradizionalmente considerati generi minori, che proprio in quegli anni sono diventati veri e propri protagonisti della scena. Tra Neoclassicismo e Romanticismo artisti italiani e stranieri hanno esplorato monumenti e luoghi, incontrato e ritratto persone, restituendoci nelle loro opere l’eccezionalità di un’esperienza unica e universale nel suo genere.