Botteghe di Tokyo, a Milano una mostra per fare quattro passi in Giappone e scoprire negozi e botteghe della tradizione, dal libro di acquerelli dell’artista polacco Mateusz Urbanowicz
Nel 2016 Urbanowicz, che ormai vive e lavora come illustratore a Tokyo da parecchi anni, inaugura una serie di dieci tavole ad acquerello dedicate ai vecchi negozi tipici della capitale giapponese, “Tokyo Storefronts”; ne riproduce le facciate, con colori tenui e trasparenti dà forma a quell’alone di mistero e fascino che emanano questi negozi. Le sue illustrazioni ottengono subito grande successo e l’autore decide così di proseguire la serie realizzando quaranta nuovi soggetti, esplorando le varianti architettoniche che si possono scoprire nei diversi quartieri della città: «Ho scelto le botteghe di questo volume come avevo fatto per quella serie iniziale: ho osservato le tante fotografie scattate durante le mie passeggiate e ho dipinto quelle che più mi piacevano».
Le botteghe scelte dall’artista sono quasi tutti edifici storici, costruite durante l’era Showa, tra il 1926 e il 1989. Alcune sono dei negozi dall’aspetto retrò molto noti a Tokyo, altre invece sono lontani dalle vie turistiche e per gli abitanti di Tokyo sono solo elementi di normale quotidianità. Ci sono ristoranti tipici, calzolai, bar, panetterie, parrucchieri, macellerie, librerie… Botteghe che vendono solo stilografiche e altre specializzate in pennelli. Pagina dopo pagina si sussegue così un ricco e variegato campionario di architetture, tutte originalissime ed eterogenee, sospese in Giappone diviso tra tradizione e modernità.
Ora queste illustrazioni rivivono a Milano in una mostra che ricrea queste facciate a grandezza reale, per permettere ai visitatori di immergersi in una Tokyo fatta di colori acqarellati, tra botteghe e prodotti tipici: un percorso che si snoda in 1100 mq di area, immerso nella storia e nella cultura del Giappone, tra bozzetti di vetrine e illustrazioni -con stampe e mappe giganti, prodotti e oggetti di design, proiezioni, profumi e suoni. La mostra, curata in ogni dettaglio, affianca ai negozi disegnati da Urbanowicz anche oggetti di scena interattivi come un distributore automatico di sake e due purikura (print club), cabine fotografiche giapponesi in cui scattarsi una foto ricordo piena di effetti strampalati.
Risalenti all’epoca Showa, tra il 1926 e il 1989, alcune botteghe esistono ancora oggi, in fiorente attività, altre invece chiuse o demolite nel corso degli anni. Con le sue illustrazioni Urbanowicz ha creato una speciale capsula del tempo: «Uno degli obiettivi del libro era quello d’attirare l’attenzione su queste botteghe (e su altre dello stesso genere) per farle conoscere e apprezzare. Tre delle prime dieci dipinte nel 2016 sono già scomparse (chiuse o demolite). Inoltre, interrogando i proprietari, abbiamo saputo che alcune di esse stavano per chiudere mentre altre erano addirittura prossime a sparire»; anche in questo senso la mostra Botteghe di Tokyo si configura come un racconto pieno di nostalgia, con l’obiettivo di conservare e tramandare la memoria di un’epoca ormai al tramonto.
Il primo che incontriamo è il “milk hall” Sakae-ya: i milk hall erano dei caffè dove la gente poteva bere latte a tutto spiano, si svilupparono nel Paese nel quadro di una politica mirante a irrobustire la costituzione fisica dei giapponesi. Oggi questo locale è un ristorante, al suo esterno sono esposte le riproduzioni delle pietanze in menù, proprio come d’uso in Giappone “…nelle vetrine erano esposti i cibi con il loro prezzo e Marco si chiese subito se quei cibi venissero rinnovati ogni giorno nelle vetrine: si trattava di magnifici piatti o minuscoli tavoli di legno di cedro su cui erano esposti pezzi di pesce crudo appoggiati a cubetti di riso, confezionati come cioccolatini: c’erano scampi sgusciati, di un rosa intenso, accanto a sardine azzurre-verdi maculate, con la pelle tagliata in modo da far intravedere un pezzetto di carne, calamari bianchissimi o ritagli di polipo di un rosa bruno che si addensava nelle ventose, tonno rosato e polpa di ostriche, tutto disposto in ordine millimetrico, fasciati dentro una buccia verde scuro dall’aspetto di plastica e intervallati da foglie seghettate di un verde artificiale. Solo dopo una lunga osservazione Marco si avvide che ogni cosa doveva essere di plastica, una fantastica imitazione del cibo che non avrebbe mai potuto avere quei colori realmente squillanti o così armonici nell’accostamento dei toni”, così Goffredo Parise nel suo reportage sul Giappone L’eleganza è frigida. È l’arte del Sampuru, e se volete vedere come vengono realizzati questi oggetti potete guardare Tokyo-Ga, documentario di Wim Wenders.
Tra le botteghe riprodotte in mostra spicca la bellissima “biscotteria” Kikumi, negozio che vende i senbei, tradizionale snack giapponese un po’ biscotto e un po’ cracker. Il tetto è ricoperto da tegole di ceramica decorate con il blasone di famiglia (detto Kamon Gawara). I grandi boccali rotondi di vetro che si possono intravedere in vetrina si chiamano chikyubin, in questo caso i boccali sono pieni d’arare (biscotti fatti con riso glutinoso).
Curata da Laura Micalizzi, Le Botteghe di Tokyo è una mostra a ingresso gratuito, aperta tutti i giorni della settimana dal 15 gennaio al 27 marzo 2022, dalle ore 11.00 alle ore 20.00 presso gli spazi di TENOHA, concept store milanese dedicato al Giappone, organizzata in collaborazione con Ippocampo Edizioni.
Prenotazione obbligatoria sul sito della mostra.
>> Mateusz Urbanowicz è nato in Slesia, in Polonia. Dopo aver studiato cinema d’animazione a Kōbe, in Giappone, ha lavorato a Tokyo come disegnatore d’ambienti per il cinema d’animazione nello studio Comix Wave Films, collaborando con il regista Makoto Shinkai (Your Name). Attualmente realizza fumetti, illustrazioni, lavori d’animazione e video come artista freelance.
BOTTEGHE DI TOKYO – THE EXHIBITION
An Immersive Walk Through Illustrations
Ispirata dall’Arte del Disegno di Mateusz Urbanowicz
TENOHA MILANO
Milano in Via Vigevano, 18 (metro M2 Porta Genova)
Dal 15 Gennaio al 27 Marzo 2022