Musei, Biennali, Fondazioni. Il 2022 artistico promette un anno denso di eventi d’eccezione. Pandemia permettendo, ovviamente. Se le fiere paiono ancora le realtà più minacciate, il settore espositivo pare invece avere riguadagnato fiducia e prospettiva. Ecco quindi che oltre alla Biennale di Venezia – per la prima volta guidata da Cecilia Alemanni – e le grandi mostre italiane – come il grande appuntamento con Donatello a Palazzo Strozzi – anche il resto del mondo si prepara a presentare nuovi progetti e vecchi pallini da tempo in attesa di essere realizzati. Ecco alcuni dei migliori.
Georgia O’Keeffe,
Fondation Beyeler, Basel, 23 gennaio – 22 maggio
“Raramente ci si prende il tempo per vedere davvero un fiore. Così l’ho dipinto abbastanza grande in modo che gli altri potessero vedere quello che avrei visto io“, ha detto Georgia O’Keeffe all’inizio del 1926. Ora visitatori della Fondation Beyeler avranno cinque mesi per vedere con attenzione ciò che l’artista, morta nel 1986, ha colto nell’universo floreale. La mostra, la prima dedicata all’artista in Svizzera negli ultimi due decenni, tocca ben sei decenni della produzione di O’Keeffe. Un’analisi approfondita di una figura chiave dell’arte moderna americana.
Noah Davis,
Underground Museum, Los Angeles, 12 gennaio, 2022
Il defunto Noah Davis (1983–2015), che con sua moglie (la scultrice Karon Davis) ha co-fondato l’Underground Museum di Los Angeles, è al centro della mostra con cui il museo riapre le sue porte al pubblico dopo una chiusura di quasi due anni. La mostra, organizzata da Helen Molesworth e Justen Leroy, esamina le scene – apparentemente tranquille – di vita quotidiana dipinte da Davis, insieme ad altre opere che il museo descrive come esempi di “realismo magico”.
Francis Bacon: Man and Beast,
Royal Academy, London, 29 gennaio – 17 aprile
Una grande mostra dedicata al pittore irlandese, incentrata sulle opere raffiguranti il mondo animale. Figlio di un allevatore di cavalli, il fascino di Francis Bacon per l’universo faunistico ha plasmato il suo approccio alla figura umana. A volte è difficile discernere se le sue creazioni astratte, colme di ansia e istintualità profonda, ritraggono un uomo o una bestia. La mostra raccolgie 45 dipinti che coprono 50 anni di produzione: dai primi dipinti di creature biomorfe degli anni ’30 e ’40 a un trittico di opere del 1969 sulla corrida. Questi ultimi sono mostrati per la prima volta accanto a uno studio di un toro del 1991.
Baselitz: La Rétrospective,
Centre Pompidou, Parigi, 20 ottobre 2021 – 7 marzo 2022
Organizzata grazie al contributo dello stesso artista, la retrospettiva indugia su oltre 60 anni della produzione di Baselitz. Articolata lungo un percorso cronologico, la mostra esalta i momenti più significativi della carriera pittore dei ritratti ribaltati. Dagli esordi figurativi al movimento verso l’astrazione e l’arte concettuale.
Surrealism Beyond Borders,
Tate Modern, Londra, 24 febbraio – 29 agosto
Un’esposizione attesa a lungo, quantomeno dopo il debutto di successo al MET di New York negli scorsi mesi. La storia di uno dei movimenti più rivoluzionari e iconici della storia dell’arte, capace di sedurre trasversalmente quasi tutti gli appassionati. L’idea è di analizzare il movimento con occhi nuovi, focalizzandosi sugli artisti che negli anni il surrealismo ha profondamente ispirato. Un bacino di suggestioni senza limiti temporali o geografici, con contributi provenienti da Buenos Aires, Cairo, Lisbona, Città del Messico, Praga, Seoul e Tokyo.
Philip Guston Now,
Museum of Fine Arts, Boston, 1 maggio – 1 settembre
Tanto attesa quanto controversa. La mostra dedicata a Philip Guston, dopo numerosi rinvii da parte dei musei destinati ad ospitarla, apre finalmente al MFA di Boston. L’esposizione ripercorre oltre 50 anni di carriera dell’artista attraverso circa 90 dipinti e 30 disegni. Grande la curiosità per l’aspetto artistico dell’evento, ma a questo punto sarà interessante vedere come sarà accolta dal pubblico e dalla critica dopo le varie polemiche e annessi rinvii.
Cézanne,
Art Institute of Chicago, 15 maggio – 5 settembre
Pochi artisti continuano ad affascinare studiosi e appassionati quanto Paul Cézanne (1839–1906). La retrospettiva sull’artista, che negli Stati Uniti manca da oltre 25 anni, è anche la prima organizzata all’Art Institute in oltre 70 anni. Attraverso 90 dipinti e 40 acquerelli e disegni, i curatori sperano di rinnovare nelle nuove generazioni l’interesse per il pittore. Anche grazie a nuove riflessioni sulla sua opera basate su analisi tecniche rese possibili dai recenti sviluppi tecnologici.
Documenta 15
Documenta torna sotto la guida dei Ruangrupa, collettivo di artisti e creativi provenienti da Jakarta, Indonesia. Il concetto di lumbung – che in indonesiano significa “granaio del riso”, in riferimento ai raccolti immagazzinati come risorsa comune per un uso futuro – guida la mostra. “Per Documenta 15 ci concentreremo sulle pratiche artistiche che dipendono dall’accumulazione di valore nel tempo, di conoscenza e di diffusione. Come possiamo investire in questi tipi di pratiche? Cosa significa investimento?”. Tanto per iniziare i Ruangrupa hanno annunciato la loro prima lista di artisti attraverso una rivista locale che opera a supporto dei senzatetto.
Barbara Kruger,
Neue Nationalgalerie, Berlin, 29 aprile – 28 agosto
La Neue Nationalgalerie di Berlino, recentemente riaperta, è il museo di arte contemporanea e moderna progettato da Mies van der Rohe. Da poco diretto da Klaus Biesenbach, vede Barbara Kruger intervenire sul suo piano principale con una nuova installazione testuale. Per rispetto del design di van der Rohe, Kruger ha preferito lasciare però intatte le parti chiave dell’edificio. Nonostante le pareti vetrate della struttura, i visitatoti dovranno entrare per afferrare appieno le sfumature dell’opera.
Hito Steyerl: “I Will Survive”,
Stedelijk Museum, Amsterdam, 29 gennaio – 12 giugno
“I Will Survive” è la più grande retrospettiva dedicata a Steyerl nei Paesi Bassi. Il progetto ripercorre la carriera dell’artista tedesca, dai lavori video realizzati nei primi anni ’90 alle installazioni architettoniche predominanti nell’ultimo decennio. Rein Wolfs, direttore dello Stedelijk Museum, l’ha definita una “panoramica ampia” che riunirà 20 importanti opere provennienti da “ogni fase della pratica artistica di Hito Steyerl”, inclusi alcuni dei primi lavori che fanno parte della collezione Stedelijk.