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Febbraio a New York. Da Hans Holbein a Tomàs Saraceno, le mostre assolutamente da vedere

Arriva un mese di febbraio ricco di novità nella Grande Mela. Sono molti gli eventi espositivi in apertura questo mese a New York, ecco una speciale selezione per voi:

1. Tomás Saraceno: Particular Matter(s) al The Shed
dall’11 febbraio

Il suggestivo centro culturale The Shed, pensato dallo studio Diller Scofidio + Renfro e inaugurato nel 2018, ospita un’esperienza multisensoriale firmata Tomàs Saraceno. Architetto, artista e performer, Saraceno continua la sua ricerca orientata verso il superamento delle barriere geografiche, comportamentali e sociali, utilizzando la tecnologia per individuare soluzioni sostenibili per il pianeta. Continua così il progetto Particular Matter(s), già proposto al Palais de Tokyo nel 2018, con una nuova mastodontica installazione, Free the Air: How to hear the universe in a spider/web. Sintonizzandosi con il calore dei corpi, le correnti e le energie elettrostatiche presenti nell’aria, la gigantesca tela dà voce alle vibrazioni della stanza, rendendo i visitatori veri e propri musicisti.

2018 © Andrea Rossetti
2018 © Andrea Rossetti
2. Holbein: Capturing Character alla The Morgan Library & Museum
dall’11 febbraio

La Morgan Library presenta una mostra su Hans Holbein il Giovane (1497/98-1543), una delle figure più significative dell’arte del primo ‘500. Pittore ufficiale presso la corte di Enrico VIII, Holbein divenne celebre per gli accattivanti ritratti, estremamente evocativi ed eloquenti, simbolo assoluto di erudizione rinascimentale. Prima personale dedicata all’artista negli Stati Uniti, Capturing Character raccoglie le sue primissime opere a partire dal soggiorno a Basilea, dove l’artista è stato mercante di libri e dove ha realizzato il ritratto di Erasmo da Rotterdam. La rassegna evidenzia anche le mostre altre attività di Holbein, legate alla produzione di ritratti, come disegni, creazioni di stampe, gioielli e libri.

Hans Holbein il Giovane, ambasciatori, 1533
Hans Holbein il Giovane, ambasciatori (1533)
3. Monet to Morisot: The Real and Imagined in European Art al Brooklyn Museum
dal 4 febbraio
Circa 90 opere di maestri come Claude Monet, Gustave Courbet, Pablo Picasso, Henri Matisse e Berthe Morisot popolano la mostra Monet to Morisot: The Real and Imagined in European Art, in apertura al Brooklyn Museum. Direttamente dalla collezione dell’istituzione newyorchese, l’esposizione di concentra su un periodo di grande trasformazione sociale, a partire dai cambiamenti che riguardano le tecniche artistiche, i soggetti e lo stesso mecenatismo. Fil rouge è il tema del reale e dell’immaginato, che offre al visitatore una suggestiva prospettiva attraverso la quale vengono esaminati temi interconnessi: cosa è reale? Cosa è immaginato in queste opere che riflettono visioni di genere, classe, lavoro, colonialismo? Chi produce questi quadri che sono divenuti riferimento culturale e per chi? Questa selezione di opere incarna un canone tradizionale della storia europea, quasi uno stereotipo, che è immaginario ma anche reale, raccontando una lunga tradizione di antropocentrismo europeo che ha avuto un impatto molto reale sulla Storia e su ciò che oggi è conservato nei musei. 
Claude Monet (French, 1840–1926). The Doge’s Palace, 1908. Oil on canvas, 32 × 39 in. (81.3 × 99.1 cm). Brooklyn Museum; Gift of A. Augustus Healy, 20.634. (Photo: Brooklyn Museum)
Claude Monet, The Doge’s Palace (1908), Oil on canvas, Brooklyn Museum; Gift of A. Augustus Healy © Brooklyn Museum
4. Faith Ringgold: American People al New Museum
dal 17 febbraio

Tra gli eventi più attesi dell’anno, Faith Ringgold: American People, a cura di Massimiliano Gioni e Gary Carrion-Murayari, è la più ampia rassegna dedicata a questa artista geniale. Negli spazi del New Museum verrà esposta una serie di opere che vedono la luce per la prima volta dopo decenni, esaminando l’evoluzione dello stile della Ringgold, mutato negli ultimi cinquant’anni in risposta ad esigenze politiche e sociali. American People affronta temi come le questioni di identità razziale e di genere, cari all’artista, che li elabora incorporandoli nelle ricche textures dei suoi dipinti e nelle sue morbide sculture e trapunte colorate.

Faith Ringgold
Faith Ringgold
The Sunflower Quilting Bee at Arles (1996) © Faith Ringgold / Artists Rights Society (ARS), New York - Courtesy ACA Galleries, New York
The Sunflower Quilting Bee at Arles (1996) © Faith Ringgold / Artists Rights Society (ARS), New York – Courtesy ACA Galleries, New York
5. Jacques Louis David: Radical Draftsman al Met Museum
dal 17 febbraio

Inaugura una grandissima mostra al Metropolitan Museum: la primissima dedicata alle opere su carta del celebrato artista francese Jacques Louis David. Attraverso un allestimento cronologico, dalla sua nascita a Parigi nel 1748 alla sua morte, avvenuta nel 1825 a Bruxelles in esilio, il pubblico potrà entrare nel vivo della produzione dell’artista preferito di Napoleone, analizzandone il processo creativo ed i disegni preparatori, che avrebbero successivamente dato vita a grandi capolavori. 

6. Jennie C. Jones: Dynamics al Guggenheim
dal 4 febbraio

L’artista afro-americana Jennie C. Jones presenta la sua prima personale al Guggenheim con un nuovo corpus di opere che rispondono all’architettura iconica del museo, permettendo allo spettatore di vivere un’esperienza sonora e visiva. Per la Jones infatti, l’ascolto è una pratica concettuale che va oltre le arti visive: le sue opere non sono classificabili né come dipinti né come sculture, ma  sono piuttosto «superfici attive», realizzate con feltro e pannelli acustici e dunque capaci di influenzare le proprietà acustiche degli ambienti. 

Jennie C. Jones, Detail of Fractured Extension/Broken Time (2021) © Jennie C. Jones, courtesy Alexander Gray Associates, New York, and PATRON Gallery, Chicago
Jennie C. Jones, Detail of Fractured Extension/Broken Time (2021) © Jennie C. Jones, courtesy Alexander Gray Associates, New York, and PATRON Gallery, Chicago
7. Laura Aguilar: Show and Tell al Leslie Lohman Museum of Art 
dal 6 febbraio

Show and Tell è la prima restrospettiva dedicata alla fotografa californiana Laura Aguilar, scomparsa nel 2018. Le oltre 70 opere qui riunite offrono al pubblico un ritratto intimo e schietto della Aguilar, che nel corso della sua trentennale carriera ha raccontato con voce potente, tra gli altri, le storie della comunità LGBQT+ e Latinx. Attraverso soprattutto l’uso dell’autoritratto, Aguilar rielabora e interrompe i concetti canonici di bellezza e forma femminile, utilizzando specificamente il corpo di genere come strumento di critica sociale.

Laura Aguilar, Grounded #111, 2006. Inkjet print. Courtesy of the artist and the UCLA Chicano Studies Research Center. © Laura Aguilar
Laura Aguilar, Grounded #111 (2006). Inkjet print, Courtesy of the artist and the UCLA Chicano Studies Research Center. © Laura Aguilar

 

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