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La Tosse guarda all’internazionalità e perde l’equilibrio (dinamico)

La compagnia greca RootlessRoot al Teatro della Tosse di Genova

Giovedì 3 febbraio, al Teatro della Tosse di Genova, si è svolta la conferenza stampa di presentazione di “EQUILIBRIO DINAMICO – progetti per il triennio”, in cui sono state  illustrate le prossime attività in programma in uno dei teatri più importanti del capoluogo ligure.

«Non un calendario di “titoli” ma un succedersi di progetti che si intrecciano come a comporre un unico mosaico: la rassegna di danza, la musica dal vivo, gli incontri poetici, i corsi di formazione, le aperture alle arti performative formeranno un unico grande programma aperto, che potrà essere arricchito in qualsiasi momento adattandosi all’incertezza come ad un’opportunità per muoversi più leggeri» hanno affermato Emanuele Conte, Amedeo Romeo, Marina Petrillo, ovvero il Comitato artistico della Fondazione Luzzati Teatro della Tosse.

Sarà dunque un dialogo costante con artisti e professionisti di vari ambiti disciplinari che per quanto riguarda la danza vedrà la nuova collaborazione con la compagnia greca RootlessRoot .

Ricordiamo che in questo 2022 avrà luogo l’ottava edizione di Resistere e Creare, rassegna internazionale di danza creata da Michela Lucenti e Marina Petrillo nel 2015 che in tutti questi anni ha portato avanti un preciso percorso di indagine sulla collettività e sull’arte, sempre in forte connessione con il territorio, gli spazi pubblici, le associazioni di quartiere, gli operatori e i festival.

Purtroppo questa edizione, come era già stato annunciato quest’estate dalla stessa Lucenti, non sarà più lei a dirigere la rassegna, ma il testimone passerà a Linda Kapetanea e Jozef Frucek, fondatori della RootlessRoot Company. Questa compagnia, che ha sede ad Atene, è nata nel 2006 e si è formata dall’esigenza dei due artisti di sviluppare un loro linguaggio, definito ”primordiale e crudo”. RootlessRoot è il veicolo artistico che ospita la loro filosofia pratica, aiutandoli a scoprire le proprie capacità e soddisfare il loro desiderio di immergersi nelle profondità dell’essere umano.

«Potremmo descriverlo come una nuvola bianca sempre mutevole, scomparendo, apparendo e scorrendo, come ha bisogno. È una piattaforma riflessiva guidata dal movimento che abbiamo stabilito per sviluppare un linguaggio artistico che sia accessibile, primordiale, creativo e giocoso. Siamo professionisti del movimento , fondamentalmente interessati alle emozioni umane e all’espressione culturale» spiegano Kapetanea e Frucek,
i cui lavori – assoli, installazioni, performance di media e grande scala – sono stati presentati in 21 Paesi del mondo. 

La compagnia greca vanta collaborazioni con grandi artisti come John Parish, Miso Kascak, Vasilis Mantzoukis, Isabelle Lhoas, Jukka Huitilla, Hildegard de Vuyst, Ivan Archer, Martha Frintzila, Paris Mexis e Akram Khan, noto coreografo britannico, il che la rende senza dubbio degna del contratto col Teatro alla Tosse. 

Michela Lucenti

Viene però da chiedersi il perchè il teatro genovese abbia favorito questa compagnia straniera al posto di una italiana. Anche in Italia ci sono ottime compagnie e conosciamo bene la loro situazione rispetto a quelle estere! Sono ben poche infatti le compagnie che ricevono sovvenzioni ministeriali e/o regionali e anche in questo caso esistono grossi disequilibri nella gestione delle sovvenzioni. Prendiamo ad esempio tre compagnie di danza contemporanea: Atzewi Dance Company di Reggio Emilia, Korper di Napoli e Aterballetto di Reggio Emilia. Le prime due per l’anno 2014 hanno ricevuto sovvenzioni ministeriali per un ammontare pari a 8.000,00 €, mentre Aterballetto, ha ricevuto una sovvenzione pari a 700.000,00 €. Ma la cosa grave è che quando si assiste agli spettacoli dell’ultima citata ci si chiede come possa accadere questo. 

Dopo questa amara, ma doverosa  riflessione, nella mia veste di critico, ma in quella di semplice amante della buona danza, penso sia opportuno che le realtà istituzionali o private che siano, abbiano il compito ed il dovere di mettere in luce ed aiutare le compagnie nostrane (naturalmente se meritevoli) prima di guardare all’internazionalità.

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