Mind the Map! Disegnare il mondo dall’XI al XXI secolo è un coinvolgente e ricco volume realizzato a cura di Massimo Rossi che racconta come si è evoluta l’immagine del mondo attraverso l’avventurosa impresa di rappresentare lo spazio terrestre in un’unica immagine grafica, attraverso una mappa.
È il Sole a girare intorno alla Terra o la Terra a girare intorno al Sole? Scusandoci con Galileo, dipende. Dipende dal sistema percettivo e dal punto di vista, fisico ed etico. La nostra visione sul mondo non è mai neutra, è sempre sociale e politica, sia consciamente sia inconsciamente. La nostra stessa comprensione dello spazio e del tempo è diffusa, creiamo delle mappe utilizzando la percezione che abbiamo dei luoghi, le spargiamo per il mondo per non sovraccaricare il nostro fare consapevole: spesso, uscendo per andare al lavoro, la macchina pare guidarsi da sola.
Mind the Map! Disegnare il mondo dall’XI al XXI secolo è un coinvolgente e ricco volume realizzato a cura di Massimo Rossi che racconta come si è evoluta l’immagine del mondo attraverso l’avventurosa impresa di rappresentare lo spazio terrestre in un’unica immagine grafica, attraverso una mappa.
Edita nel 2022 da Fondazione Benetton Studi Ricerche – Antiga Edizioni, la pubblicazione è fonte diretta di ispirazione per un’omonima “mostra impossibile” fortemente voluta da Fondazione Benetton Studi Ricerche a Treviso, fruibile dal pubblico presso i rinnovati spazi di Ca’ Scarpa dal 5 febbraio al 29 maggio 2022.
Volume e mostra si inseriscono in TREVISO CONTEMPORANEA, piattaforma di azione in ambito contemporaneo che coinvolge anche Fondazione Imago Mundi e che inaugura le sua attività attorno al tema comune “mappare il mondo”.
L’imponente e raffinato progetto editoriale raccoglie anni di studi e relazioni con le più prestigiose biblioteche del mondo; inattese scoperte attraversano un puntuale percorso per mappe: tappe fondamentali, dispositivi parlanti che raccontano la storia dell’uomo e della sua visione del mondo.
Il volume, come la relativa mostra trevisana, è diviso in tre sezioni che seguono la prestigiosa prefazione firmata da Joan Nogué : Non plus ultra, Plus ultra e Theatrum orbis terrarum.
Non plus ultra significa letterale “non procedere oltre” e fa riferimento ai paradigmi culturali che hanno caratterizzato e vincolato una parte della cultura europea occidentale, nelle mappe rappresenta il confine fisico e mentale invalicabile delle Colonne d’Ercole, anche se l’associazione tra l’impresa erculea e il motto avvenne solo con la diffusione della Divina Commedia; Plus ultra deriva dalla trasformazione del monito precedente compiuta nel 1516 da Luigi Marliano, letterato, vescovo e consigliere di Carlo V, la ritroviamo nell’emblema dell’imperatore e celebra le scoperte spagnole e la difesa e l’espansione della fede nella stagione delle grandi scoperte geografiche; Theatrum orbis terrarum riprende il frontespizio del primo atlante moderno di Abramo Ortelio, pubblicato ad Anversa nel 1570, e riflette su un mondo ormai interamente accessibile e svelato, e sulle conseguenze che derivano dalle sue modalità di rappresentazione: l’orientamento a Nord, l’eurocentrismo, l’adozione della proiezione di Mercatore (ancora oggi utilizzata da Google), hanno codificato per secoli il modo di vedere il pianeta. Solo nel 1973, con il planisfero elaborato dallo storico tedesco Arno Peters, si è giunti al tentativo di una rappresentazione egualitaria di tutti i paesi della terra, si sono invertiti i poli, si è presentata una visione realistica in cui l’Europa è piccola e persa nella periferia.
Lo scorre delle pagine ci conduce in luoghi ed epoche differenti. I mostri medioevali sono ai margini dell’universo, il diverso e il mostruoso è scacciato dal mondo; compare la prima rappresentazione di un uomo con gli sci e scopriamo che le popolazioni cinesi chiamano comunemente il loro paese “terra di mezzo”, e proprio nel mezzo dello spazio cartografico sono posti nelle mappe proposte loro dai Gesuiti. La cartografia si fa simbolica e fonte di controllo e dominio; diventa fattuale e verissima nelle carte prodotte dai naviganti del Mediterraneo: necessarie a un utilizzo pratico, vanno a patti con la potenza simbolica grazie alla già citata proiezione di Mercatore.
Attraverso questa metodologia rappresentativa il mondo è diviso in riquadri, precisi nella parte centrale, sempre più deformati andando verso Nord o Sud. Tali mappe risultavano efficaci per un’epoca di scoperte e navigazioni; ben indicavano le rotte a mercanti e avventurieri. Raccontando un mondo dominato dalle potenze cristiane, davano una scala gerarchica di valori agli uomini e sono utilizzate ancora oggi poiché inaspettatamente affini alle nuove tecnologie.
Come fatto da Arno Peters nel 1973 con il suo planisfero – in realtà stadio finale di una ricerca più ampia e non di un solo autore – Mind the Map! Disegnare il mondo dall’XI al XXI secolo svolge l’audace compito di problematizzare, attraverso molti mappamondi e racconti, la nostra visione delle mappe geografiche. Lo fa ponendo al centro una conoscenza storica e geografica che per molti lettori sarà ricca di scoperte inattese e segnanti.
Opera di un importante geografo storico, il volume è solo la prima tappa, la partenza di un percorso espositivo che si diffonde per la città di Treviso, nobilitato da un ricco calendario di eventi collaterali che permettono di approfondire le ampie tematiche raccolte sotto la parola “mappa”, dialogando con esperti del settore e fruendo una stagione concertistica ispirata ai temi delle mostre.
Questo contenuto è stato realizzato da Marco Roberto Marelli per Forme Uniche.
Massimo Rossi, Mind the Map! Disegnare il mondo dall’XI al XXI secolo / Drawing the world from the 11th to the 21st century, Fondazione Benetton Studi Ricerche – Antiga Edizioni, Treviso, 2022, 218 pagine, 103 illustrazioni.
Edizione bilingue, italiano e inglese, in un unico volume.
https://www.fbsr.it/edizioni/mind-the-map/
https://www.instagram.com/fondazionebenetton/