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I linguaggi immersivi di Quayola tra realtà e artificio a Palazzo Cipolla

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Questo articolo è frutto dell’operato degli studenti del Laboratorio di scrittura, iscritti al Master Post Laurea “Management della Cultura e dei Beni Artistici” di Rcs Academy”, tenuto tra dicembre 2021 e gennaio 2022 da Luca Zuccala, vicedirettore della nostra testata. La collaborazione tra ArtsLife e Rcs Academy ha dato la possibilità agli studenti partecipanti al Master, dopo le lezioni di introduzione, pianificazione e revisione dei contenuti proposti, di pubblicare il proprio elaborato sulla nostra piattaforma.

Fino al 30 gennaio Palazzo Cipolla a Roma ospita la prima monografica di Quayola “re-coding”, classe 1982, romano di origine e londinese di adozione, uno dei protagonisti della media-art a livello mondiale. La mostra, a cura di Jérôme Neutres e Valentino Catricalà, è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale.

Lo spazio di Palazzo Cipolla fa risaltare il connubio tra classico e tecnologico. Modernità e antichità che si mischiano perfettamente tra le mura del palazzo. La mostra ospita le opere realizzate dal 2007 al 2021, un viaggio alla ricerca della vera essenza della sua idea. L’esposizione si sviluppa su tre aree tematiche: iconografia classica, sculture non finite e tradizione della pittura di paesaggio.

L’artista stesso si autodefinisce “un artista visuale che indaga dialoghi e collisioni imprevedibili, tensioni ed equilibri tra reale ed artificiale, figurativo e astratto, vecchio e nuovo “.

Quayola utilizza strumenti come l’intelligenza artificiale e le stringhe di codice generativo per ricodificare la storia dell’arte attraverso la sua prospettiva. Attraverso le numerose opportunità che la tecnologia offre, l’artista esplora le infinite possibilità di formalizzare l’idea creativa. Facendo divenire il processo di ricerca la base dell’opera d’arte stessa.

L’artista paragona il suo linguaggio a quello del “puntinismo”, utilizzando i pixel come surrogato ai piccoli puntini di colore tipici dei dipinti di Seurat. Grazie alla tecnologia, prende capolavori scultorei e pittorici del passato e li trasforma in opere colorate e ricche di somiglianze con gli originali. E così, masse di colore astratte prendono il posto delle Madonne di Raffaello.

La scultura ellenistica, la pittura antica e l’architettura barocca sono alcune delle estetiche storiche che servono come punto di partenza per le composizioni astratte di Quayola. Il suo obiettivo è chiaro, re-immagina l’immaginario canonico attraverso la tecnologia contemporanea.

Quayola, Re-coding, Palazzo Cipolla, Roma
Quayola, Re-coding, Palazzo Cipolla, Roma

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