È morto l’artista americano Dan Graham. Le gallerie con cui ha collaborato fino all’ultimo hanno confermato il decesso, avvenuto sabato 19 febbraio a New York. Graham aveva 79 anni e la causa della morte non è stata dichiarata. Lascia la moglie, l’artista Mieko Meguro.
Artista versatile, Dan Graham ha lavorato attraverso la scultura, la scrittura, la fotografia e il cinema. Era esperto di argomenti tra cui astrologia, musica rock e urbanistica. Nel 2014 ha co-scritto un libro che analizzava i segni zodiacali di famosi architetti.
Sebbene una volta abbia detto di non apprezzare l’arte concettuale, definendo il suo lavoro come “umorismo anarchico”, Graham è stato pioniere di un’arte che faceva ricorso al testo, a poesie schematiche e frammenti letterari. Molte delle sue opere hanno coinvolto il pubblico. Come Performer/Audience/Mirror del 1975, dove Graham si è posizionato tra gli spettatori seduti e un grande specchio, attirandoli nella sua performance attraverso il loro riflesso.
Una dichiarazione congiunta condivisa dalle sue gallerie – Lisson Gallery, Marian Goodman Gallery, 303 Gallery e Regen Projects – ha confermato la morte di Graham. “Il suo spirito, la sua generosità e la sua irascibilità mancheranno molto a tutti coloro che lo conoscevano. La sua influenza nell’ultimo mezzo secolo come scrittore, fotografo, architetto, scultore, regista e artista performativo è ampiamente riconosciuta nel mondo dell’arte contemporanea“.
Graham è nato il 31 marzo 1942 a Urbana, Illinois. Sebbene non avesse un’educazione artistica formale, fondò e gestì la sua galleria, la John Daniels Gallery, a New York negli anni ’60. Lì ha curato ed esposto le mostre di Sol Lewitt, Donald Judd e Robert Smithson. Dopo la chiusura della galleria nel 1965, ha dichiarato che l’esperienza di lavoro nel contesto commerciale della galleria ha plasmato il tipo di arte che ha iniziato a realizzare. Una reazione al sistema economico che governa il mondo dell’arte.
Graham era noto soprattutto per i cosiddetti padiglioni, strutture architettoniche per esterni in acciaio e vetro che giocavano con la trasparenza e i riflessi. Una prima versione dell’opera è stata installata permanentemente al KW Institute for Contemporary Art di Berlino nel 1998. Altri padiglioni degni di nota sono conservati alla Hayward Gallery di Londra, al Walker Art Center di Minneapolis e al Dia : Chelsea a New York.
“Graham credeva che i suoi padiglioni funzionassero come segni di punteggiatura, mettendo in pausa o alterando l’esperienza dello spazio fisico, fornendo un momentaneo diversivo per il romanticismo o il gioco. Queste strutture ingannevolmente semplici ricordano molti dei precedenti esperimenti dell’artista con la percezione, la riflessione e la rifrazione, ma si discostano da esse nella loro impostazione non da galleria, ma pensate come aggiunte a lungo termine al paesaggio“.