Le case d’aste Christie’s, Sotheby’s e Bonhams annullano le vendite di opere d’arte russa che avrebbero dovuto tenersi a Londra il prossimo giugno
I paesi occidentali hanno adottato misure senza precedenti per tagliare i legami con la Russia, incluso il congelamento dei conti bancari e l’imposizione di sanzioni ai miliardari russi. L’iniziativa di annullare le vendite della cosiddetta “Russian Week” a Londra è la risposta del mercato dell’arte alle sanzioni occidentali contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina.
Solitamente, infatti, le case d’asta organizzano vendite di arte russa a giugno e novembre che attirano ricchi acquirenti russi. Non solo sono state cancellate le vendite, ma le maison stanno attuando anche un controllo più rigoroso degli acquirenti. Sotheby’s e Christie’s hanno affermato di seguire da vicino le normative relative alle sanzioni, che vietano i rapporti con persone fisiche e società quotate russe.
Le sanzioni hanno preso di mira il presidente Vladimir Putin e la sua cerchia ristretta, così come i banchieri e gli industriali miliardari che li circondano. Alcuni sono figure di spicco nel mondo dell’arte, come Roman Abramovich (noto ai più come proprietario della squadra di calcio Chelsea ma anche grande collezionista d’arte e fondatore del Garage Museum of Contemporary Art di Mosca) e Petr Aven, noto per la sua vasta collezione di arte d’avanguardia russa.
Già le Big Auction di marzo a Londra sono state sotto stretta osservazione per cercare di capire se la mancanza dei buyer russi potesse impattare i risultati. Ma così non è stato.
Anche ora, con l’arrivo di queste misure, secondo i maggiori player del settore è improbabile che il mercato internazionale dell’arte ne risenta se non superficialmente, dal momento che il numero di acquirenti russi è già diminuito dal crollo finanziario del 2008 e rappresenta ormai solo una piccola parte del mercato.
A inizio marzo Matthew Girling, l’ex CEO di Bonhams, ha dichiarato all’Art Newspaper che “si dovrebbe boicottare Phillips, che è di proprietà dei russi Leonid Friedland e Leonid Strunin” (che tra l’altro possiedono anche il Mercury Retail Group, uno dei maggiori rivenditori di beni di lusso in Russia).
Phillips in compenso ha deciso di donare alla Croce Rossa ucraina 5,8 milioni di sterline (7,59 milioni di dollari), ovvero il 100% del premio dell’acquirente e della commissione del venditore dell’asta 20th Century & Contemporary Art Evening Sale del 3 marzo scorso, che ha totalizzato 30 milioni di sterline.