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London journal – 28 giugno 2012

Sono in ritardo. L’asta di Christie’s inizia tra dieci minuti e io sono ancora in Oxford Street. Ho appena incontrato un giovane gallerista italiano che ha deciso di aprire qui a Londra. Quando arrivo in galleria fervono i lavori per l’inaugurazione di stasera. Per raggiungere l’ufficio sul retro devo fare la gimcana tra trapani e martelli abbandonati sul pavimento. Mi colpisce quando, parlando delle differenze con l’Italia, mi ricorda coma da noi la maggior parte delle gallerie sono a conduzione familiare, “qui no, qui è un’azienda”.

Esco dai lavori in corso per catapultarmi giù per Bond Street. Il concierge di Christie’s mi  apre la porta che sono le 7 spaccate. Cristiano de Lorenzo, il capo ufficio stampa che da Roma si è trasferito qui e ora si occupa dei giornalisti di mezza Europa, mi sta aspettando e mi accoglie con una battuta sul mio (quasi) ritardo. Il problema è che la sala è strapiena e non sa dove fisicamente mettermi. Trovo comunque un varco e mi infilo tra la folla babelica. Non ho nemmeno spazio per abbassarmi a cercare la penna sul fondo della borsa. Schiaccio il piede a Carol Vogel che ho di fianco, do una gomitata ad Alex Capon che è dietro, cerco di non urtare con il piccolo catalogo che ho in mano la testa del signore che mi sta seduto davanti. Capto la chiacchiera che stasera c’è così tanta gente perchè, a parte i posti davanti in cui si affollano mercanti e collezionisti, da Larry Gagosian a Jay Jopin, da Christophe Van De Weghe a Ivor Braka, per sedersi nel resto della sala non c’è bisogno di avere il biglietto.

Senza potermi muovere seguo un’asta che si rivela più vivace rispetto a quella di Sotheby’s dell’altra sera. Le offerte arrivano e arrivano numerose. Il ritmo è abbastanza veloce, anche se capita che l’auctioneer Jussy Plykkanen debba attendere che i mercanti in sala o gli esperti di Christie’s riferiscano la situazione e aspettino una risposta per un’eventuale nuovo rilancio dai clienti con cui sono collegati al telefono. E allora i rilanci si fanno lentissimi e incerti. Noto che tra le coppie di collezionisti approdati in sala, a fare le offerte è quasi sempre la moglie. Forse una sorta di galanteria da parte dei mariti verso le proprie consorti? O una specie di scarica barile? Non ne ho idea. Devo approfondire.

Cinque a conti fatti i nuovi record price, tra cui quelli di Klein e di Basquiat, entrambi freschi di recenti successi. L’asta si chiude tra gli applausi e Pinault che fa capolino dalla porta di ingresso per andare a salutare i suoi dipendenti. Tutti sorridono e stringono la mano al capo. Velocissima la conferenza stampa, nemmeno un tempo per uno degli ormai famosi canapè al salmone. Mercato dell’arte to be continued. Stasera da Phillips de Pury l’atmosfera sarà da ultimo giorno di scuola con tanto di saluti e baci prima delle vacanze.

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  • Asta eccezionale ieri sera!! The highest result ever achieved for any sale of contemporary Art in Europe… e il resto si commenta da solo!
    Giorgia

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