Mimmo Paladino è in mostra alla galleria d’arte contemporanea Casamadre di Napoli fino al 9 aprile 2022
Artista versatile, esponente della Transavanguardia, Mimmo Paladino (Paduli, Benevento 1948) fonde elementi figurativi e riferimenti artistici provenienti da culture diverse. Ha sperimentato materiali e tecniche, lavorando su oggetti di recupero e scolpendo figure totemiche arcaizzanti. Dopo una prima fase dall’approccio mutidisciplinare che va dal collage alla fotografia, si è dedicato alla pittura. Una testimonianza concreta della sua proficua attività artistica è visibile con la mostra personale allestita nelle sale della galleria d’arte contemporanea Casamadre, all’interno di Palazzo Partanna, nella centralissima Piazza Dei Martiri 58, a Napoli, fino al 9 aprile 2022.
A differenza degli altri artisti della sua generazione che utilizzano citazioni o fanno riferimento alla memoria per fini puramente estetici o stilistici, Paladino parte dalle sue origini campane e mediterranee per descrivere caleidoscopiche composizioni che rielaborano il tema del mito, riportando in superficie tutta la cultura arcaica. La sua ricerca concettuale ha elaborato un linguaggio che fonde con disinvoltura e vivacità cromatica elementi che spaziano dall’Avanguardia alla cultura figurativa del Novecento, in particolare con l’Espressionismo, l’Informale e la Pop Art, contaminadoli con la conoscenza degli affreschi e delle miniature medievali, del Manierismo e del chiaroscuro del Seicento.
Osservando i quattro lavori nella prima sala, sono tutti accomunati da soggetti che non sono semplicemente delle figure, sono fantasmi che vengono da lontano, di cui si percepisce l’evanescenza, privati della tridimensionalità che gli consentirebbe di andare verso l’osservatore. Le singole immagini sono realizzate dalla stratificazione di segni e materia. La superficie viene coperta con strati di colore o gesso che creano grovigli e sovrapposizioni. E’ un modus operandi che si pone a metà strada tra un processo di sottrazione e addizione. Ciò che cambia nei quattro dipinti è lo scenario. Paladino innesca un continuo giochi di rimandi che lasciano una libera interpretazione del topos geografico e cronologico, tenendo come punto fermo la matrice ancestrale della composizione.
Se in uno dei lavori si evidenzia una natura primitiva ed asettica caratterizzata dal groviglio di piante e insetti bianchi che rendono dinamica la rappresentazione, gli unici elementi ben definiti e statici sono la silhouette nera che emerge in primo piano rispetto al fondo e la striscia orizzontale che si staglia nella parte alta del dipinto.
Cromaticamente intenso è il lavoro posto nella parte centrale della sala, in cui le diverse tonalità di rosso e bordeaux svolgono un ruolo fondamentale nella coesistenza tra gli oggetti della contemporaneità, le forme arcane e le silhouette arcaiche. A spezzare questa armonia è il colore bianco che sulla parte sinistra tende a dividere la composizione in due figure geometriche, mentre a destra innesca un processo di sottrazione cromatica, con le campiture rosse che tendono pian piano a scomparire.
Gli altri due dipinti, invece, presentano similitudini visive, entrambi caratterizzati da una rappresentazione scarna, in cui si notano soltanto una figura umana in uno e dei segni primordiali nell’altro. Ciò che li accomuna è il colore giallo oro delle due forme geometriche che si oppongono all’enorme impianto monocromatico.
Paladino, dal 1983 ha associato alle immagini dipinte oggetti di recupero e forme scolpite in legno e in bronzo, e dal 1985 ha prodotto opere tridimensionali, come le figure totemiche arcaizzanti in calcare. Ne è un esempio l’unica scultura presente nell’exihibit di colore nero. Si mostra in posizione statica, ma con un leggero movimento dato dal braccio destro proteso verso il petto. Ha la visione frontale, la testa è eretta, ed è priva di ornamenti o elementi decorativi. Sulla spalla sinistra poggia una testa di un animale che rievoca l’antico Moscoforo, dalla quale si differenzia per la mancanza del “sorriso arcaico”, che consiste nella caratterizzazione dei volti con le labbra incurvate, non legata prettamente ad una manifestazione dei sentimenti.
Il percorso espositivo prosegue nella seconda sala, incentrata sulla continua ricerca artistica di Paladino. Accanto agli schizzi precursori dei lavori definitivi, una serie di disegni si traducono in immagini derivanti dal quotidiano e dall’esperienza: sono grovigli e frammenti di segni e simboli che a volte dichiarano un significato, a volte alludono e altre volte nascondono. Dal disegno alla pittura, dalla scultura alla scenografia, nell’artista campano c’è sempre qualcosa di nuovo. Arte come creazione di una cosmogonia, dove storie e leggende continuano a circolare, attraverso le immagini iconiche ed essenziali, come ombre o fantasmi che si muovono in uno spazio infinito. E’ una sua visione della realtà che pone una riflessione sulla necessità di un mondo migliore, genere umano permettendo.
MIMMO PALADINO
FINO AL 22 APRILE 2022
CASAMADRE – ARTE CONTEMPORANEA
PALAZZO PARTANNA
PIAZZA DEI MARTIRI, 58
NAPOLI 80121
TELEFONO: +39 081 193 60 591