Print Friendly and PDF

Artista, critico, gallerista. I mille volti di Vittore Grubicy in mostra a Livorno

Vittore Grubicy De Dragon, Fiumelatte (o Lierna), 1889, olio su tela, cm 20,5 x 32, Roma, Galleria Berardi Vittore Grubicy De Dragon, Fiumelatte (o Lierna), 1889, olio su tela, cm 20,5 x 32, Roma, Galleria Berardi
Vittore Grubicy De Dragon, Dopo due giorni di nevicata a Miazzina, 1897-1908, olio su tela, cm 36,4 x 38,5, Livorno, Fondazione Livorno
Vittore Grubicy De Dragon, Dopo due giorni di nevicata a Miazzina, 1897-1908, olio su tela, cm 36,4 x 38,5, Livorno, Fondazione Livorno
Livorno ospita Vittore Grubicy, un intellettuale-artista in una grande mostra al Museo della Città – Polo culturale dei Bottini dell’Olio. Dall’8 aprile al 10 luglio 2022.

Un artista dalle mille sfaccettature, un intellettuale, un critico, un gallerista, uno scopritore di talenti. È questo il Vittore Grubicy de Dragon (Milano, 15 ottobre 1851 – Milano, 4 agosto 1920) che la mostra livornese propone. E non solo il Grubicy pubblico, ma quello privato, più nascosto, scoperto in fotografie, carteggi e documenti inediti. Con profondi legami con la città di Livorno. Emerge un personaggio interessante, e, attraverso di lui, affiora la Milano tra Otto e Novecento, una città vivace artisticamente all’avanguardia, tra scapigliati, divisionisti e simbolisti in stretto collegamento con ciò che succedeva oltralpe. Merito anche di Grubicy.

Nato a Milano, Vittore proveniva da una nobile famiglia magiara trapiantata nella città lombarda al tempo della Restaurazione. Dopo gli studi a Sondrio, frequenta gli ambienti artistici milanesi della scapigliatura come critico d’arte. È l’inizio di un’intensa avventura che la mostra ripercorre attraverso nove sezioni tematiche e 120 opere tra dipinti, disegni, incisioni, documenti, fotografie, oggetti d’arredo.

Vittore Grubicy De Dragon, Paesaggio. Novembre. Sera (sopra Intra, Lago Maggiore), 1890-1901, olio su tela, cm 47 x 40,5, Milano Galleria d’Arte Moderna
Vittore Grubicy De Dragon, Paesaggio. Novembre. Sera (sopra Intra, Lago Maggiore), 1890-1901, olio su tela, cm 47 x 40,5, Milano Galleria d’Arte Moderna

Grubicy nel privato racconta chi era Grubicy, attraverso dipinti e fotografie. Intorno alla sua casa al numero 12 di Porta Vittoria si forma un circuito culturale artistico, che coinvolge i famigliari. Il fratello Alberto, che gestisce la “Galleria Grubicy”, la mamma, Antonietta Mola, che dipinge per diletto, e che Vittore ritrae in affettuose istantanee ad olio. Gli amici che spesso sono gli artisti che Vittore sostiene e lancia, la governante, Teresa Bruschi, che segue la famiglia per cinquant’anni. E poi gli amori nascosti, come Luisa Violini Tacchi, protagonista del Ritratto di persona cara, del 1886, un amore del pittore rivelato solo all’amico livornese Benvenuto Benvenuti.

Gli artisti della Galleria Grubicy portano invece nel lavoro di promotore e mercante d’arte di Grubicy, negli anni Settanta-Ottanta come collaboratore della Galleria di Pietro Nessi&Co di Milano, poi trasformata nel 1876 nella Galleria Grubicy gestita col fratello Alberto. Gli interessi di Vittore in quegli anni sono rivolti alle sperimentazioni di “scapigliati” come Mosé Bianchi, Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, testimoniati in mostra da loro dipinti come L’amor materno di Cremona del 1873 o il Ritratto di giovinetta di Ranzoni del 1882.

Nel 1878 è Vittore a presentare al Ridotto del Teatro alla Scala la prima mostra postuma dedicata a Cremona. Il suo rapporto con gli artisti è di profonda amicizia e umanità, al di fuori di interessi commerciali. Emblematico il caso di Giovanni Segantini, che Vittore ospita e sostiene. Con gli anni Ottanta la cerchia di artisti coinvolti nella “scuderia Grubicy” si amplia con divisionisti come Morbelli, Macchiati, e altri. Un’operazione che culmina nella mostra londinese del 1888.

Angelo Morbelli, Il parlatorio del Luogo Pio Trivulzio - Un consiglio del nonno, 1891, olio su tela, cm 100 x 80, Alessandria, Fondazione Cassa Risparmio Alessandria
Angelo Morbelli, Il parlatorio del Luogo Pio Trivulzio – Un consiglio del nonno, 1891, olio su tela, cm 100 x 80, Alessandria, Fondazione Cassa Risparmio Alessandria

E poi c’è il Grubicy artista, di cui in una sola tappa la mostra presenta un sintetico percorso dagli inizi nel 1884 a Laren nell’Olanda settentrionale. dove Grubicy aveva raggiunto Anton Mauve (1838-1888), pittore realista della Scuola dell’Aja, alla fine. A Laren Vittore, più che trentenne, comincia a dipingere da autodidatta. Esordisce con paesaggi a carboncino o ad acquerello (Il porto di Anversa, 1885), influenzato dal naturalismo olandese della Scuola dell’Aja, la c.d. “Scuola grigia”, per le gamme di colore tenui, che lui intride di emozioni. Sono infatti i sentimenti e le emozioni la molla di Grubicy, che prosegue con ricerche personali che lo portano alla fine degli anni Ottanta ad un suo divisionismo, con tocchi differenziati, ora pulviscolari ora corposi.

Così nascono i primi quadri (Barche di notte sul mare di Anversa, 1885-1919), che il pittore rielabora continuamente nel tempo per aggiornare le sensazioni provate alla nascita del dipinto di fronte alla natura. L’intensità delle sue emozioni finisce col caricare di simbolismo la tecnica divisionista delle sue opere (Neve d’agosto a Schilpario, 1887 circa; Alba di lavoro, 1889; Paesaggio. Novembre. Sera (sopra Intra, Lago Maggiore), 1890-1901; L’ultima battuta del giorno che muore, 1896).

Tra le varie tappe del percorso che conducono dai rapporti del pittore con il “giapponismo”, con le “arti decorative”, con gli amici musicisti, ce n’è una che riguarda l’amicizia con il pittore Benvenuto Benvenuti e con Livorno. Il rapporto profondo di Vittore con questa città si deve proprio all’incontro con Benvenuti (Livorno, 5 ottobre 1881 – Livorno, 15 gennaio 1959) nel 1903. Tra i due nasce una profonda intesa. Grubicy incoraggia e sostiene la pittura di Benvenuti e gli apre il suo animo raccontandogli la sua esperienza umana e artistica.  Il più giovane segue gli insegnamenti del maestro, ne ammira l’opera e ne diventa l’erede spirituale raccogliendo scritti, promuovendone il ricordo e ponendosi come anello di congiunzione tra l’artista milanese e la nuova generazione di livornesi.

Vittore Grubicy De Dragon, Fiumelatte (o Lierna), 1889, olio su tela, cm 20,5 x 32, Roma, Galleria Berardi
Vittore Grubicy De Dragon, Fiumelatte (o Lierna), 1889, olio su tela, cm 20,5 x 32, Roma, Galleria Berardi

Informazioni

“Vittore Grubicy, un intellettuale-artista e la sua eredità. Aperture internazionali tra divisionismo e simbolismo”
Livorno, Museo della Città – Polo culturale dei Bottini dell’Olio
8 aprile-10 luglio 2022
A cura di Sergio Rebora e Aurora Scotti Tosini
Promossa da Fondazione Livorno e realizzata da Fondazione Livorno e Comune di Livorno
Catalogo Pacini Editore
Informazioni: www.museodellacittalivorno.it

Commenta con Facebook