Il Padiglione della Francia alla Biennale di Venezia 2022, uno dei più apprezzati in questa edizione, ha ricevuto una Menzione speciale da parte della giuria. L’artista è Zineb Sedira: la quarta donna ad occupare il Padiglione francese, la prima di origine algerina.
I sogni non hanno titoli, ma menzioni speciali invece sì. Gioco di parole che coinvolge il titolo della mostra presentata dalla Francia nel suo Padiglione in Biennale e il Premio riconosciutogli dalla Giuria.
Il progetto artistico di Zineb Sedira ha attirato una notevole attenzione grazie al suo messaggio personale e alla straordinaria inventiva formale. É in grado di coinvolgere i visitatori facendoli muovere per lo spazio del Padiglione, suscitando divertimento ma allo stesso tempo ponendo importanti questioni quali razzismo e discriminazione. Merito anche del supporto che i tre curatori – Yasmina Reggad, Sam Bardaouil e Till Fellrath – hanno dato all’artista nella realizzazione della mostra.
Fin dagli inizi della sua carriera, Zineb Sedira ha dato vita a un’opera polimorfa, che spazia dal racconto autobiografico, alla finzione, passando per il documentario.
A Venezia, città della Biennale Arte e della Biennale Cinema, Zineb Sedira rivela il suo interesse per il cinema degli anni ’60 e ’70, periodo in cui emergono le prime coproduzioni tra Francia, Italia e Algeria. All’epoca, la produzione cinematografica algerina era in piena costruzione e, mossa dal desiderio di confrontarsi con le consolidate realtà europee, cerca l’appoggio di alcuni importanti professionisti francesi e italiani.
Ripercorrendo un’epoca di coproduzioni cinematografiche feconde tra Algeri, la Francia e l’Italia, la mostra sottolinea l’influenza di un certo cinema degli anni 60 sul desiderio di emancipazione presente in molti progetti postcoloniali. Al centro della mostra immaginata da Zineb Sedira, un magistrale andirivieni tra realtà e finzione fa sì che gli elementi personali della biografia dell’artista si mescolino con le scene dei film emblematici di quel periodo. Da questo insieme di film, fotografie, suoni, sculture e collage, emerge uno scenario immersivo che, tenendo conto di un passato che non è poi così lontano, si adopera per decostruire le politiche contestate del presente.
I curatori Yasmina Reggad, Sam Bardaouil e Till Fellrath
Qui gli altri premi assegnati alla Biennale 2022.