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L’arte NFT programmabile in ‘AB Infinite 1’ di Andrea Bonaceto. Intervista

Installation shot, Andrea Bonaceto, AB Infinite, 2022
Installation shot, Andrea Bonaceto, AB Infinite, 2022

Dal 16 maggio il nuovo progetto di arte programmabile dell’artista italiano Andrea Bonaceto sarà visibile a Londra, ad Oxford Circus, su uno schermo di 63 metri per 3. L’installazione sarà parte di W1 Curates

L’artista Andrea Bonaceto è l’artefice della prima collaborazione tra intelligenza umana e intelligenza artificiale con Sophia, l’umanoide, creato dalla Hanson Robotics, lanciata l’anno scorso, prima opera d’arte digitale sotto forma di NFT Sophia Instantation  venduta  per 688mila dollari sulla piattaforma Nifty Gateway. Tra pochi giorni l’artista italiano lancerà il suo “più importante progetto Nft. Si intitola AB Infinite 1 un’opera co-creata con le persone che interagiranno sui social network e perciò ho costruito un software ed intelligenza artificiale per rendere possibile questo processo”. 

Andrea Bonaceto, photo Alice Ambrogio

Artista contemporaneo, Andrea Bonaceto, 32 anni, è nato a Pisa e risiede a Londra da otto anni. Crede che la pittura, la musica e la poesia possano fondersi in una nuova forma d’arte e applica la sua creatività su più fronti. È tra i soci fondatori di Eterna Capital, un fondo che investe in progetti di blockchain, co-fondatore di AoRisT, un’istituzione culturale di nuova generazione che supporta un mercato Nft per artisti che operano all’intersezione tra arte e tecnologia ed è membro della Royal Academy of Arts. 

 

Che cosa rappresenta l’opera d’arte AB Infinite 1?

“Un passo avanti nel campo dell’arte Nft programmabile. Mi sono concentrato nel fare meno progetti ma concepiti bene. Così ho realizzato un’opera molto vasta e astratta che misura 63 metri x 3 metri ma quest’opera ha dei pezzi che sono programmabili perché cambiano a seconda delle interazioni che le persone operano con i social network. Per rendere il processo ancora più accessibile, le persone possono visualizzare AB Infinite 1 sul sito web www.abinfinite1.com (dal 16 maggio). Una volta sul sito, basterà condividere gli username di Instagram e/o Twitter e tutti i contenuti condivisi sui social networks che utilizzano l’hashtag #abinfinite1 diventeranno parte dell’opera in chiave astratta. Per condividere una foto o scrivere testi usando quell’hashtag, abbiamo costruito un software che prende tutte queste informazioni ogni giorno e poi le butta nel pezzo e questa intelligenza artificiale le reinterpreta in chiave astratta ma tenendo presente le palette dei colori che ci sono intorno”.

La nuova installazione interattiva quando e dove verrà presentata?

“Verrà lanciata a Londra il 16 maggio al Flannels’ flagship store in Oxford Street e lì resterà per due settimane su 36 schermi a 8 K di risoluzione. Ogni giorno l’opera si aggiorna. L’idea di tenerla aperta al pubblico e farla girare per il mondo è stata pensata per consentire la più vasta interazione. Più si interagisce e più l’opera si modifica. Dal 18 al 24 maggio arriverà a Milano al Museo della Permanente, più avanti in un altro museo a Pechino e poi probabilmente a Times Square a New York. E dopo il tour in giro per il mondo sarà battuta all’asta come pezzo unico. È un’opera in evoluzione e il collezionista interessato all’acquisto, potrà anche decidere di tenerla attiva per sempre e così continuerà a cambiare”.  

L’opera intitolata AB Infinite 1 rappresenta un’istantanea interattiva della vita di Andrea Bonaceto nel ciclo eterno che va ab infinito (dal latino: dall’infinito) all’origine, simboleggiata dal numero 1. Ed è anche l’evoluzione di una ricerca personale?

“Il motivo per cui l’ho fatta è perché mi interessa la dinamica della tecnologia, dell’intelligenza artificiale, cioè l’interazione tra l’uomo e l’intelligenza artificiale. Penso che questa tematica in futuro sarà sempre più importante. Le intelligenze artificiali possono creare arte, possono entrare nella vita di tutti i giorni anche da un punto di vista creativo e tenere vivo questo dialogo tra l’uomo e l’artificiale per me è basilare. La mia ricerca va verso l’Arte programmabile. Normalmente la dimensione artistica è una dimensione di output soltanto, cioè il quadro, l’opera.  Ora è invece come ci fossero due dimensioni parallele, quella di output e quello di input. L’input in questo caso sono il mio lavoro e anche quello che le persone nel tempo condivideranno sui social network riguardo all’opera ma anch’esse saranno parte dell’opera”. 

Il 18 maggio prossimo è prevista l’inaugurazione di Let’s Get Digital NFT e le nuove realtà dell’arte digitale a Palazzo Strozzi a Firenze (fino al 31 luglio) e andrà in scena la rivoluzione NFT in un percorso tra installazioni digitali ed esperienze multimediali create da artisti che esprimono le poliedriche ricerche della Crypto Art basata sul successo degli Nft. Cosa ne pensa?

“Una rivoluzione in atto che deve essere accettata con i suoi nuovi modelli. Gli Nft sono un qualcosa che sarà sempre più importante nel futuro fino al punto in cui non si parlerà più di Nft perché saranno parte della vita di tutti i giorni. Siamo a un cambio di paradigma in atto. Interessante è esserne parte ed essere a contatto con tutte queste persone che danno vita a questo fermento”.

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