Lempertz presenta l’asta Old Master e annuncia la vendita di un’importante opera barocca spagnola di Bartolomé Esteban Murillo. Si tratta della Vergine del Rosario, la cui straordinaria qualità e significato storico artistico sono rimasti a lungo non riconosciuti. Appuntamento a Colonia il 21 maggio. La stima è di € 1.000.000 – 1.500.000.
Non capita spesso di vedere un’opera di questo livello in asta. Pregevole per fattura tecnica, avvincente per la vicenda che l’accompagna. La Vergine del Rosario di Bartolomé Esteban Murillo è il top lot dell’asta Old Maste di Lempertz, ma anche una tela capace di raccontare storie ed epoche diverse.
L’opera è la prima versione della Madonna del Rosario che Murillo realizzò per il monastero carmelitano della sua città natale, Siviglia. Il dipinto è rimasto nel monastero fino al 1810, prima di entrare in possesso del collezionista inglese Sir William Eden, baronetto di Auckland e Maryland. La tela è stata così affissa, per diverse generazioni, a Windlestone Hall, la storica abitazione della famiglia Eden, dove il primo ministro inglese Anthony Eden, deve averla vista per la prima volta. Di conseguenza, in un curioso gioco di parole, nel mondo anglofono il dipinto è conosciuto anche come la Madonna dell’Eden.
Tra i massimi esponenti del Barocco spagnolo, Murillo è stato pittore di grande realismo e dallo stile rigoglioso. Spesso ha applicato, come in questo caso, il suo talento al soggetto religioso. Anche se nella sua produzione non mancano scene di genere raffiguranti contesti rurali o urbani, dove i suoi protagonisti sono resi con estrema precisione e pathos. D’altra parte, fin da quando nel 1645 dipinse tredici tele per il chiostro della chiesa di San Francisco el Grande a Siviglia, le tematiche che più gli hanno dato notorietà sono state due: le Vergini con il Bambino e le Immacolate.
Dunque la Vergine del Rosario rientra proprio in questo contesto. Anche perché le moderne analisi tecnologiche sui pigmenti suggeriscono che l’opera sia stata realizzata da Murillo per il monastero di Siviglia proprio intorno al 1645/50. Una commissione importante per il pittore, dal momento che il monastero ospitava già due dipinti di Diego Velázquez a cui la sua opera si sarebbe affiancata.
Nonostante questo, e la firma sul dipinto, Ludwig Mayer – critico specialista della pittura spagnola che inizialmente aveva attribuito il dipinto a Murillo – all’inizio del XX secolo ha poi declassato l’opera a replica di officina. Probabilmente considerando la versione conservata a Palazzo Pitti di Firenze come il modello originale. Tesi poi confutata dal materiale d’archivio e dalle successive ricerche.
A causa di questa svalutante attribuzione, nel secolo scorso l’opera ha visto la sua importante venire gradualmente meno. Così, dopo essere stata conservata nella collezione del direttore e pianista José Iturbi, negli Stati Uniti, la tela è stata inclusa nella vendita dedicata alle sua proprietà e ceduta a un collezionista messicano nel 2008.
Solo ora viene finalmente riproposta come un’opera importante e autentica di Bartolomé Esteban Murillo. A certificarlo è la grande stima attribuitale: € 1.000.000 – 1.500.000.
Se Vergine del Rosario è certamente il lotto più pregiato, non mancano altre opere da attenzionare. Come un olio su tavola da 120-150 mila euro raffigurante la Messa di san Gregorio; l’opera risale al 1500 ed è forse attribuibile alla scuola di Bruxelles. Nessun dubbio invece che la Santa Trinità sia stata realizzata da Maarten van Heemskerck. 200-250 mila euro per un dipinto carico di tecnica pittorica e dogmatismo religioso. Più allegra l’atmosfera immortalata da Jan Miense Molenaer, che allestisce una Festa di Matrimonio di Contadini in asta per 200-250 mila.
Spazio poi a due vedute. Quella di Salvator Rosa (Paesaggio Costiero, 100-150 mila) e quella di Jan van Goyen (Paesaggio Fluviale con Torre, Villagio e Mulino, 100-130 mila). Tra le proposte del XIX spicca Ettore Simonetti, che con Mercanti di Anfore al Bazaar evoca esotiche atmosfere nordafricane. Un susseguirsi di trame brillanti stimate 200-250 mila. Ci spostiamo nella Germania aristocratica con Wilhelm Schütze. Il suo Mosca Cieca riprende una scena di divertimento infantile stimata 15-20 mila.