Giunta alla sua quinta edizione, COLLECTIBLE è ormai la fiera di riferimento per il design contemporaneo in Europa. Un mondo così intrecciato all’arte che il confine pare sfumare. Dal 20 al 22 maggio a Bruxelles.
È arte o è design? A volte la linea che separa le due dimensioni è piuttosto sfocata, tanto che in certi casi sembra proprio non sussistere. Se è un bene o male non è facile stabilirlo. Forse si, forse no. Definire è utile per conoscere, conoscere è necessario per apprezzare. D’altra parte le etichette, molto spesso, risultano pretestuose e fastidiose. Soprattutto in ambito creativo, dove non è sempre facile raccontare quel che si è generato e collocarlo in un ambito preciso. Così diventa proprio il contesto in cui un’opera è presentata a definirla in un campo e nell’altro. Allo stesso modo non serve che qualcuno ci imbocchi una definizione per accorgersi di una corrispondenza di forme, di un’unità d’intenti, di un allineamento emozionale tra quel che accade nell’ambito artistico e ciò che cresce nel design.
Soprattutto se parliamo di design contemporaneo, risulta veramente complesso discernere una dimensione dall’altra. Persa talvolta la funzione – se non quella decorativa, che in molti casi pertiene anche all’arte – un pezzo di design pare indistinguibile da un’opera d’arte in senso stretto. A fare la differenza rimane dunque solo il luogo in cui è proposta.
In questo caso leggiamo COLLECTIBLE all’ingresso del Vanderborght Building di Bruxelles. Fondata nel 2018 da Clélie Debehault e Liv Vaisberg, COLLECTIBLE è l’unica fiera al mondo a concentrarsi esclusivamente sul design del 21° secolo. Una scelta precisa, netta, in fondo anche semplice. Questo rende l’evento chiaro, comprensibile e attrattivo per espositori e collezionisti. Giunto alla sua quinta edizione (che abbiamo presentato qui) la fiera accoglie le gallerie in tre diverse sezioni – Main section, Bespoke e The Editors – alle quali si affiancano due sezioni curate – E S C A P I S M e TENSION!.
Cinque piani di esposizione che si aprono con la scenografia pensata da Paul Cornet. In collaborazione con Cooloo, un’azienda innovativa che sviluppa schiume e rivestimenti ecologici, l’architetto francese ha realizzato una serie di elementi grazie al riutilizzo di palline da tennis. Da qui in poi si dipana un’ariosa e tranquilla infilata di gallerie capaci di creare un ambienti immersivi e accoglienti, salotti dove l’estetica detta il ritmo all’occhio. Gallerie nazionali e internazionali, emergenti e consolidate delineano in modo preciso e suggestivo gli orizzonti più contemporanei a cui il design è giunto.
E dove è giunto? Lo evidenzia in modo chiaro un poltrona-sdraio presentata da La Chance (Francia). Pensata per un esterno, è un comodo supporto su cui adagiarsi, grazie al cuscino, durante la bella stagione. Funzionale, un compiuto oggetto di design. In inverno, rimuovendo il cuscino, diventa una scultura in marmo che assume una pura validità estetica. Su questo labile confine abitano tanti dei pezzi esposti, contribuendo a (in)definire nuovamente i confini di mondi ormai totalmente commistionati.
Ecco gli stand da non perdere.