Secondo Reilhac i visori VR saranno a breve montature leggere, eleganti e versatili, che potrebbero diventare anche semplici lenti a contatto
Dal 2017 Venice VR Expanded si affianca alla Mostra del Cinema. In attesa dell’edizione di settembre 2022 Michel Reilhac, co-curator della sezione dall’anno di fondazione, ci spiega cosa è la Virtual Reality. Perché è così importante che la Biennale abbia puntato sul futuro di questa tecnologia, e come procede l’innovazione. La Biennale e il direttore artistico Alberto Barbera hanno visto nella realtà virtuale una nuova forma d’arte e per questo cinque anni fa la neonata sezione è diventata un caso unico nel panorama dei grandi film festival internazionali.
Intanto la Mostra, grazie alla serie di successi collezionati dal direttore, è cresciuta in prestigio nella vetrina internazionale. Consolidandosi come appuntamento strategico per la stagione delle premiazioni nella strada verso gli Oscar, ha rilanciato la contesa per la supremazia con il Festival di Cannes. Mentre dalla Croisette si difendono con l’ingresso del nuovo presidente Iris Knobloch, legata all’industria americana da 25 anni come dirigente all’interno di Warner, Barbera quest’anno è stato il primo direttore di film festival della storia a ricevere un riconoscimento speciale da Variety. Ecco quindi come diventa significativa, in un mega evento con una così grande attenzione mediatica, una vetrina dedicata alla “neonata” VR (di cui la controparte francese ancora non ha equivalenti).
Con uno spazio per dodici progetti internazionali all’anno di cui uno finanziato, prodotto e presentato nella seguente edizione, un gap financing market per mettere in contatto ideatori e finanziamenti per coproduzioni, tutta l’attività annuale e i nuovi talenti, anche italiani, vengono celebrati proprio durate l’appuntamento con Venice Vr Expanded, in concomitanza con la Mostra del Cinema.
“La Vr è la tecnologia che immerge lo spettatore in una realtà digitale perdendo il contatto con la realtà fisica attraverso una maschera che copre occhi e orecchie. E permette di vedere a 360 gradi nello spazio”, spiega ancora una volta Reilhac, co-curator della VR insieme a Liz Rosenthal. “Mentre la realtà aumentata si può provare su pc, tablet e smartphone aggiungendo informazioni digitali alla realtà fisica e la XR è una realtà mista, un modo di aggiungere nella realtà fisica ologrammi in 3D. A Venezia noi ci concentriamo sulla VR che permette di essere completamente immersi in un mondo attraverso l’oculus”.
Secondo Reilhac questi visori, attualmente ancora molto ingombranti, saranno sostituiti a breve da montature leggere, eleganti e versatili, in grado di trasformarsi al bisogno per l’immersione in Virtual Reality potrebbero diventare anche semplici lenti a contatto. “Apple finora non ha fatto niente per la commercializzazione degli occhiali e delle maschere”, dice Reilhac. “In attesa che la tecnologia permetta un design più sexy per gli occhiali, ancora troppo voluminosi, pesanti e scomodi da indossare, soprattutto per le donne”.
Dalla forma al contenuto Reilhac avverte anche sul rischio censura. “Attualmente la distribuzione della VR è controllata da pochi gruppi mondiali come Facebook, che è anche proprietario di Oculus, la più grande società che produce la maschera Quest. Qualsiasi opera che non rientra nei suoi criteri morali, non può essere fruita sulle piattaforme di realtà virtuale. Quindi non c’è spazio al momento per progetti più provocatori”.
Nell’edizione 2021, per esempio, a causa di questi limiti l’esperienza virtuale In The Mist di Tung-yen Chou, riflessione poetica sull’amore senza amore, non è potuta entrare in concorso, ma è rimasta visibile solo ai fruitori in presenza al Lido. La video intervista qui sopra, che raccoglie interventi del curatore prima, durante e dopo la chiusura dell’evento, riassume tutte le curiosità sulla forma d’intrattenimento del futuro, ormai a portata di un click.
https://www.labiennale.org/it/cinema/2021/selezione-ufficiale/venice-vr-expanded