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L’arte ci ricorderà che dobbiamo ricordare. La mostra traumatica di Wolf Vostell, a Londra

Installation view © 2022 Cardi Gallery. Photo: Eva Herzog Installation view © 2022 Cardi Gallery. Photo: Eva Herzog
Installation view © 2022 Cardi Gallery. Photo: Eva Herzog
Installation view © 2022 Cardi Gallery. Photo: Eva Herzog
La Galleria Cardi presenta la sua prima retrospettiva dedicata al lavoro di Wolf Vostell (Leverkusen, 1932 – Berlino, 1998). Dal 25 aprile al 23 Luglio 2022, a Londra.

Il grande filosofo tedesco Theodor W. Adorno ha affermato che dopo Auschwitz l’arte non è più possibile. Io credo invece che l’arte sia assolutamente necessaria, proprio a causa di Auschwitz” (Wolf Vostell, 1990).

Tra i fondatori del movimento Fluxus, Vostell può essere considerato un pioniere eclettico, impegnato con una varietà di materiali e di mezzi espressivi. È stato tra i primi artisti ad adottare il video e l’installazione come strumenti linguistici essenziali nella sua pratica e il primo a includere un televisore in un’opera d’arte nel 1958.

Attraverso una selezione di video, dipinti, sculture e installazioni che vanno dal 1967 al 1998, la mostra Wolf Vostell | Destruction is Life accompagna lo spettatore in un viaggio che si sviluppa su tre piani dello spazio espositivo di Cardi a Mayfair, esaminando alcune delle molteplici sfaccettature alla base dell’opera di Vostell, accomunate dal ruolo centrale dato al genere umano.

Installation view © 2022 Cardi Gallery. Photo: Eva Herzog
Installation view
© 2022 Cardi Gallery. Photo: Eva Herzog

Dalle prime installazioni, come Radar Alarm F (1969), in cui una bicicletta da corsa sfoggia una borsa piena di allarmi e un televisore funzionante sul portapacchi posteriore, fino all’ultima opera Ritz (1998), un’opera a tecnica mista a parete con un mini-televisore incorporato in un manichino da vetrina che indossa biancheria intima femminile, il televisore è presente in modo massiccio nelle creazioni di Vostell.

Crude immagini fisse, spesso raffiguranti traumi, morte e orrori bellici, popolano l’opera di Vostell. Da figure rivestite di maschere antigas (The dead man who is thirsty, 1978 e Archai, 1981) ad aerei da combattimento che entrano ed escono dalla vista in mezzo a un suono ineluttabilmente penetrante (Starfighters, 1967), a un gommone dell’esercito americano carico di calchi di parti del corpo (Kafka’s Boat, 1990), a carri armati che avanzano (Le Choc, 1990).

Installation view © 2022 Cardi Gallery. Photo: Eva Herzog
Installation view © 2022 Cardi Gallery. Photo: Eva Herzog

Le scene di guerra popolano anche la House of Deaf, 1977, un grande ambiente che l’artista ha creato per Documenta 6, il cui modello è presente nella mostra. Costituita da una piscina interna rivestita di piastrelle nere e circondata da quattordici pannelli di grandi dimensioni – ognuno dei quali raffigura una scena diversa della guerra del Vietnam e ciascuno è dotato di un monitor incorporato che riproduce un altro canale televisivo – la House of Deaf è uno dei numerosi omaggi di Vostell al maestro spagnolo Francisco Goya.

Wolf Vostell | Destruction is Life è una testimonianza del quotidiano e delle sue dicotomie attraverso opere in cui memoria, guerra e umanità si riverberano sul palcoscenico della storia mondiale. Nelle parole di Vostell, l’arte ci ricorderà che dobbiamo ricordare.

Installation view © 2022 Cardi Gallery. Photo: Eva Herzog
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© 2022 Cardi Gallery. Photo: Eva Herzog

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