Il progettato monumento a Marconi sarà modificato dopo che sono emersi i legami fra lo scienziato e il regime fascista
Al di là delle ragioni di merito, la chiave della “cancel culture” è questa: le idee e le convinzioni politiche di un personaggio ne segnano la memoria in eterno. Non importa se il medesimo personaggio abbia compiuto azioni fondamentali anche per il bene dell’umanità. Se aveva idee “scorrette”, deve essere condannato, e i suoi successi dimenticati. Nello specifico: non importa essere stato l’inventore della telecomunicazione via onde radio, quindi di tutto quel che significa oggi comunicazione. Radio, televisione, internet, tutto discende da questo. Ma se in vita si è stati vicini a un regime come quello fascista, un personaggio come Guglielmo Marconi – di lui ovviamente si parla – merita ancor oggi di essere dannato. E con lui i suoi meriti anche oggettivi. Anche un secolo dopo.
Soprattutto nel politicamente corretto mondo anglo-americano, culla assoluta della cancel culture. L’ultimo episodio deflagra dunque a Cardiff, capitale del Galles. Qui il comune aveva previsto di dedicate un monumento per celebrare le imprese di Marconi, premio Nobel per la Fisica nel 1909. In particolare quella del 1897, quando trasmise messaggi radio tra Lavernock Point, nella Vale of Glamorgan, e l’isola di Flat Holm, sulla costa gallese. Una scultura di una radio alta 4 metri, collocata nei pressi della baia di Cardiff.
Ma il consiglio comunale è venuto a conoscenza del sostegno dello scienziato al governo fascista, e di – oggettivamente inaccettabili – comportamenti antisemiti nel ruolo di presidente dell’Accademia d’Italia. E ora il progetto è in fase di revisione. Il team del progetto – ha dichiarato un portavoce del consiglio – inizierà una revisione delle proposte di scultura perché la vicenda “sia celebrata in modo coerente con i valori di Cardiff come città tollerante e accogliente”.