Quattro totem di cristallo a misura d’uomo sono disposti lungo il sentiero. Le sculture, intitolate “Totem Cristal”, si appropriano
di caratteristiche e personalità uniche e, grazie ai decori e agli elementi di varia origine, rappresentano il processo di creolizzazione – la mescolanza di persone e culture diverse. Tayou esplora il movimento, il significato degli individui che si muovono attraverso il tempo e lo spazio, e come questo abbia un impatto sulla convergenza delle identità.
Con il colore celebra la vita, la cultura e la consapevolezza di sé stessi:
“Questa installazione artistica è incentrata sul benessere, sulle sensazioni positive che questo giardino pieno di fiori colorati riesce a dare” – spiega Tayou. “Il senso della mia estetica è quello di trasformare la bontà dell’essere umano in un vero e proprio percorso: questo è il motivo del nome Colouring the World, Les Routes du Paradis, perché dobbiamo continuare a sorridere dando alla vita un significato di gioia. Dato che il mondo è spesso triste, voglio essere ottimista trasmettendo la felicità attraverso il colore e la luce. Anche i Totem Crystal generano luce. L’idea mi è venuta mentre mi trovavo a Venezia, quindi ho iniziato a chiamare queste sculture ‘maschere italiane’: fungono da ponte tra le mie origini africane e la mia nuova cultura e, da un punto di vista più ampio, questi totem rappresentano i ponti esistenti tra tutte le culture del mondo”.
Nato a Nkongsamba, Camerun, nel 1966, Pascale Marthine Tayou si divide tra Gand, in Belgio e Yaoundé, in Camerun. Lasciando la sua formazione in giurisprudenza, si dedica alla creazione artistica già all’inizio degli anni ‘90 utilizzando oggetti del quotidiano o di scarto, dimenticati o abbandonati. L’artista si fa conoscere da un vasto pubblico dopo la sua partecipazione a “Documenta 11” (2002) a Kassel e alla “Biennale di Venezia” (2005 e 2009) e inaugura inoltre numerose mostre personali in musei rinomati tra cui: MACRO, Mudam, Fowler Museum, Serpentine Galleries, BOZAR e Fondation Clément.
Il lavoro di Tayou è volutamente mutevole ed eterogeneo, strettamente legato all’idea di viaggio e di spontaneità. La sua arte riflette la sua sfera personale, focalizzandosi sull’individuo che si muove nel mondo e sull’interazione tra culture diverse. Esplorando temi internazionali come l’identità e il consumo globale, i suoi oggetti, sculture, installazioni e disegni sono legati da una caratteristica ricorrente: un individuo che si muove attraverso il mondo, esplorando il villaggio globale. Pone inoltre enfasi sul rapporto ambivalente che esiste tra l’uomo e la natura, ed è per questa ragione che il suo lavoro non è mai statico e continua a sfuggire a schemi prestabiliti, esaltando sempre l’eterogeneità.
A partire dal mese di giugno, “Colouring The World” sarà fruibile agli ospiti e ai visitatori esterni attraverso delle visite guidate settimanali, disponibili su prenotazione.