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Tecnologia e Metaverso: come si è trasformato il panorama dell’editoria e cosa ci aspetta

Si è da poco conclusa la XXXIV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, che ha visto quasi 170.000 visitatori. Numeri che fanno ben sperare sul settore dell’editoria, nel quale il digitale avrà un ruolo sempre più centrale. Editori e librerie stanno aprendo i propri battenti anche al Metaverso, che secondo una stima di Bloomberg potrebbe raggiungere gli 800 miliardi di dollari nel 2024

Uno ci prova anche a capire che mondo sarà. Ma bisognerebbe avere 10 anni, perché lo capisce di più un bambino. Lui ci è nato con internet e quando sarà maggiorenne lo cambierà con il Metaverso. E’ già tutto pronto. Anche la cultura si prepara alla nuova vita che verrà, l’arte, i quadri, i libri, «e sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno». Un mondo virtuale fatto di avatar e criptovalute, dove le sfilate saranno senza modelle e i negozi senza commessi. Ci sarà meno lavoro e più tempo libero per tutti. Dobbiamo solo stare attenti perché il futuro prima o dopo entra nella realtà, anche se è virtuale, e riserva delle sorprese.

E’ successo coi libri, ad esempio. Il libro è un buon compagno, però non è che in Italia se ne vendessero molti. Poi all’improvviso, da due anni a questa parte, l’editoria s’è messa in marcia e le vendite sono cominciate a salire, un bel mistero che nessuno è riuscito a spiegare come si deve.

E’ vero, nei primi quattro mesi del 2022, c’è stata una flessione rispetto al boom dell’anno precedente, ma con tutto quello che succede – l’aumento del prezzo della carta, addirittura del 50 per cento, la guerra, la crisi economica, la crescita abbastanza vertiginosa dell’inflazione, la sfiducia nel futuro e una paura sociale abbastanza diffusa – è roba da poco tra il 2 e il 3 per cento, mentre rispetto al 2019, al periodo pre-pandemia, i numeri positivi restano di ben altro livello, persino fenomenali, con cinque milioni di copie vendute in più (che equivalgono a un aumento del 17 per cento), corrispondenti a 65 milioni di euro di valore a prezzo di copertina (16 per cento).

Dicono che la quarantena ci ha regalato più tempo per noi, e quindi anche per i libri. Vero, falso? Dicevano anche che c’era più gente davanti alla televisione, ma i numeri dimostrano che più o meno siamo rimasti sempre gli stessi a guardare la tv. E’ sicuro invece che sia cresciuta la nostra dipendenza digitale e che la pandemia abbia accelerato la trasformazione del lavoro verso metodi e concetti futuribili. Con le dovute precauzioni, comunque.

Cerchiamo di distinguere. E’ cresciuta tantissimo l’influenza del web e dei social anche nella scelta del prodotto (il 59 per cento dice di dare molto credito a questo tipo di consigli. Nel 2019 era il 50). Ma dall’altra parte questi primi cinque mesi del 2022 stanno ridimensionando ad esempio le vendite online, che erano in costante aumento dal 2019. Così, adesso nelle librerie fisiche sono stati venduti libri per un valore a prezzo di copertina di 245,8 milioni (52,4 per cento del totale), contro i 201,7 dell’online (43).

Piccola curiosità: i generi che vanno di più sono la narrativa straniera e i fumetti, soprattutto, che hanno visto da tre anni a questa parte triplicare i loro numeri. Resta il fatto, comunque, che nel suo insieme il panorama dell’editoria è completamente trasformato: oggi al libro cartaceo si affiancano gli e-book e sempre più gli audiolibri, la vendita online copre una grande fetta di mercato e la concorrenza di Amazon è ancora più forte; il marketing e la promozione si basano ormai su un sapiente uso dei social media, e oggi non è più la Lilli Gruber a lanciare i titoli in classifica, ma Tik Tok a creare nuovi bestseller.

Zerocalcare

La tecnologia digitale e il mondo della modernità nel suo complesso possono offrire grandi opportunità per lavorare su quello che Carlo Feltrinelli definisce «il nuovo ecosistema culturale», e non è un caso che proprio il più importante editor della Mondadori, Beppe Cottafavi, avesse colto per primo questo cambiamento epocale più di dieci anni fa. Ma se fino a poco tempo fa camminava molto distante dagli altri su questo cammino, adesso quelle vie si sono riempite di gente.

Effetto Covid? Un po’ sì. Osserva Stefano Mauri, ad del gruppo Gems, che «la sorpresa più grande della pandemia è che ha spostato il flusso delle persone dalla strada a internet». E questo perché, come sottolinea Antonio Sellerio, «le potenzialità delle novità tecnologiche per l’editoria sono grandissime. Riguardo alla stampa, il print on demand permette di alleggerire le scorte di un editore garantendo ai lettori la disponibilità dei libri in tempi molto brevi. E l’uso dei social media ci dà la ghiottissima possibilità di entrare in diretto contatto con i lettori. Dobbiamo solo perfezionarci, e superare la difficoltà di far conciliare il linguaggio e l’immagine della nostra produzione editoriale con i quelli necessari per comunicare con adeguata efficacia attraverso questi canali».

Fa piacere che siano tutti contenti. Ma fra e-book e audiolibri, self-publishing e stampa digitale, che cosa ci aspetta ancora? Perché la verità è che siamo solo agli inizi. Presto toccherà al Metaverso, qualcosa di più di una semplice nuova scommessa tecnologica, in pratica un facsimile digitale di quanto avviene nel mondo reale, una frontiera ancora inesplorata dalle potenzialità infinite, in cui poter creare persino la mitologia di una religione che adesso non esiste. Un posto da visionari che potrebbe mettere insieme business e consumatori in una nuova modalità d’incontro, che mescolerà mondi virtuali e fisici collegati non solo fra di loro, ma anche con il nostro mondo reale.

Nel metaverso non ci saranno limiti. Gucci ha già cominciato. Da Balenciaga a Ralph Lauren, dalla Maserati all’Aston Martin, altri si stanno preparando. Facebook sta pianificando diecimila nuovi lavori in Europa per costruire il metaverso. Siamo appena agli inizi, ma pare che non ci voglia molto da aspettare.

Prepariamoci a vivere in un ambiente virtuale in cui potremo fare tutto, giocare, chiacchierare, socializzare, andare dal parrucchiere, acquistare un paio di calzoni. E anche un libro, perché nella Corea del Sud la catena del Kyobo Book Center ha già aperto ufficialmente i battenti nel Metaverso di Facebook. Beh, a leggerlo, però, cerchiamo di leggerlo per davvero. Futuro o non futuro.

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