Irma Blank torna a Milano con BLANK. Dove? Alla Fondazione ICA Milano dietro Fondazione Prada zona Lodi. Quando? Fino al 22 luglio. L’esposizione dell’artista italo-tedesca (1934, Celle, Germania) curata da Johana Carrier e Joana P. R. Neves è parte di un percorso che prevede sette iterazioni, ciascuna orientata ad approfondire un lato della produzione dell’artista e adattata alla sede di riferimento.
Il culmine della mostra itinerante è il capitolo finale presso Fondazione ICA a Milano, meta particolarmente importante in quanto città dove l’artista vive e lavora dal 1973. Quest’ultima mostra associa dunque l’istanza universale del suo lavoro ad aspetti profondamente personali. Le opere scelte per l’esposizione si focalizzano sull’identità e l’auto-riflessione critica attraverso l’uso di linguaggi disegnati e privi di parole, caratteristici dell’intera opera dell’artista. Con questo approccio, l’opera di Blank crea e propone dunque una forma di comunicazione che va oltre il linguaggio specifico.
Appassionata di letteratura e linguaggio, Irma Blank si trasferisce in Sicilia nel 1955 dal proprio paese d’origine, la Germania. Tale sradicamento geografico, culturale e linguistico costituisce la base del suo lavoro. Realizzando dunque che “non esiste al mondo la parola giusta”, Blank inizia a lavorare su una prima serie di opere introspettive, Eigenschriften (‘self-writings’, 1968–1973) che rappresenta l’inizio di una ricerca artistica che la accompagnerà per tutta la vita, fondata su calligrafie inventate e spogliate dagli obblighi del significato.
Tale pratica è chiamata tecnicamente “scrittura asemica o asemantica”, una forma di espressione universale al confine tra scrittura e disegno. Anche i materiali utilizzati dall’artista riflettono tale associazione, rievocata nell’uso di pastelli e inchiostro tanto quando di penne biro e pittura. La creatività radicale di Blank la porta inoltre a lavorare, oltre che con la pittura e il disegno, con media tra loro molto diversi tra cui la serigrafia, il suono, la performance e l’installazione.
La retrospettiva milanese restituisce la ricerca portata avanti dall’artista nel corso degli ultimi vent’anni, dando spazio a opere raramente esposte o inedite accanto ad opere realizzate negli anni ’70 delle serie Eigenschriften e Trascrizioni. La mostra evidenzia inoltre l’aspetto performativo dell’opera di Blank, presente in tutto il suo lavoro, includendo la documentazione video di due performance e alcuni suoni registrati.
Invitando il visitatore ad addentrarsi nella ricerca spirituale dell’artista, le opere in mostra rievocano un percorso di riflessione focalizzato sulla parola scritta e parlata. A partire dalle proprie esperienze di migrazione e isolamento, Irma Blank esplora una forma di comunicazione interpersonale che passa attraverso lo scorrere del tempo e la ripetizione del segno, impresso nella carta o sull’acciaio inossidabile. La sua ricerca è trasmessa allo spettatore come metodo piuttosto che come una lezione – come una passione per il silenzio e per la comunicazione spirituale.