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Il linguaggio universale di Irma Blank brilla a Milano. Le foto della mostra

Irma Blank. BLANK, exhibition view, 2022. Ph. Andrea Rossetti Irma Blank. BLANK, exhibition view, 2022. Ph. Andrea Rossetti
Irma Blank. BLANK, exhibition view, 2022. Ph. Andrea Rossetti
Irma Blank. BLANK, exhibition view, 2022. Ph. Andrea Rossetti

Irma Blank torna a Milano con BLANK. Dove? Alla Fondazione ICA Milano dietro Fondazione Prada zona Lodi. Quando? Fino al 22 luglio. L’esposizione dell’artista italo-tedesca (1934, Celle, Germania) curata da Johana Carrier e Joana P. R. Neves è parte di un percorso che prevede sette iterazioni, ciascuna orientata ad approfondire un lato della produzione dell’artista e adattata alla sede di riferimento.

I.Blank, Eigenschriften, Senza titolo, 1968_ph.C.Favero
I.Blank, Eigenschriften, Senza titolo, 1968_ph.C.Favero

Il culmine della mostra itinerante è il capitolo finale presso Fondazione ICA a Milano, meta particolarmente importante in quanto città dove l’artista vive e lavora dal 1973. Quest’ultima mostra associa dunque l’istanza universale del suo lavoro ad aspetti profondamente personali. Le opere scelte per l’esposizione si focalizzano sull’identità e l’auto-riflessione critica attraverso l’uso di linguaggi disegnati e privi di parole, caratteristici dell’intera opera dell’artista. Con questo approccio, l’opera di Blank crea e propone dunque una forma di comunicazione che va oltre il linguaggio specifico.

Irma Blank. BLANK, exhibition view, 2022. Ph. Andrea Rossetti
Irma Blank. BLANK, exhibition view, 2022. Ph. Andrea Rossetti

Appassionata di letteratura e linguaggio, Irma Blank si trasferisce in Sicilia nel 1955 dal proprio paese d’origine, la Germania. Tale sradicamento geografico, culturale e linguistico costituisce la base del suo lavoro. Realizzando dunque che “non esiste al mondo la parola giusta”, Blank inizia a lavorare su una prima serie di opere introspettive, Eigenschriften (‘self-writings’, 1968–1973) che rappresenta l’inizio di una ricerca artistica che la accompagnerà per tutta la vita, fondata su calligrafie inventate e spogliate dagli obblighi del significato.

I.Blank, Gehen, Second life, Ways, 2020_ph.C.Favero

Tale pratica è chiamata tecnicamente “scrittura asemica o asemantica”, una forma di espressione universale al confine tra scrittura e disegno. Anche i materiali utilizzati dall’artista riflettono tale associazione, rievocata nell’uso di pastelli e inchiostro tanto quando di penne biro e pittura. La creatività radicale di Blank la porta inoltre a lavorare, oltre che con la pittura e il disegno, con media tra loro molto diversi tra cui la serigrafia, il suono, la performance e l’installazione.

La retrospettiva milanese restituisce la ricerca portata avanti dall’artista nel corso degli ultimi vent’anni, dando spazio a opere raramente esposte o inedite accanto ad opere realizzate negli anni ’70 delle serie Eigenschriften e Trascrizioni. La mostra evidenzia inoltre l’aspetto performativo dell’opera di Blank, presente in tutto il suo lavoro, includendo la documentazione video di due performance e alcuni suoni registrati.

Irma Blank. BLANK, exhibition view, 2022. Ph. Andrea Rossetti
Irma Blank. BLANK, exhibition view, 2022. Ph. Andrea Rossetti

Invitando il visitatore ad addentrarsi nella ricerca spirituale dell’artista, le opere in mostra rievocano un percorso di riflessione focalizzato sulla parola scritta e parlata. A partire dalle proprie esperienze di migrazione e isolamento, Irma Blank esplora una forma di comunicazione interpersonale che passa attraverso lo scorrere del tempo e la ripetizione del segno, impresso nella carta o sull’acciaio inossidabile. La sua ricerca è trasmessa allo spettatore come metodo piuttosto che come una lezione – come una passione per il silenzio e per la comunicazione spirituale.

I.Blank, Gehen, Second life n.17, giugno 2018_ph.C.Favero
I.Blank, Gehen, Second life n.17, giugno 2018_ph.C.Favero

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