Al via la settima edizione di Glasstress, in programma dal 3 giugno al 27 novembre 2022. Un gruppo di importanti artisti contemporanei provenienti da Europa, Stati Uniti, America Latina e Africa in una mostra ambiziosa che esplora le infinite possibilità creative del vetro. Alla Fondazione Berengo Art Space di Murano.
Una vecchia fornace abbandonata trasformata in un suggestivo spazio espositivo. Il contesto ideale per ospitare GLASSTRESS, un progetto che promuove nuove connessioni tra l’arte contemporanea e il vetro. La collettiva di artisti, a cura di Adriano Berengo e Koen Vanmechelen con il contributo di Ludovico Pratesi, propone opere nate dall’incontro delle due dimensioni. Stimolati a ricercare nuovi linguaggi, gli artisti coinvolti hanno dimostrato come il vetro sia davvero capace di emanciparsi dagli stereotipi e trovare nuove modalità per esprimersi con il linguaggio della modernità.
In mostra ci sono lavori di artisti che hanno già collaborato con Berengo Studio ed esposto a Glasstress – come Jimmie Durham, Tony Cragg, Monira Al Qadiri e Thomas Schütte – così come opere di chi partecipa per la prima volta come Vanessa Beecroft, María Magdalena Campos-Pons, eL Seed e Ryan Gander.
“Il tema centrale di Glasstress 2022 – State of mind è la fragilità. Nella nostra epoca, non solo il processo di nascita è fragile. Nel contesto in cui viviamo, anche la vita stessa è diventata fragile”, spiega il co-curatore Koen Vanmechelen, che continua: “Le opere sono esposte nel luogo di nascita del vetro, un’antica fornace, un paesaggio che rivela quanto siano fragili questi tempi, soprattutto per la mente umana. Tutto può essere rotto, eppure questo processo di violenza non deve necessariamente significare una fine. Quando pensiamo in modo creativo, senza limitazioni, capiamo che all’interno di questo processo si può sempre trovare la speranza di riparazione, restauro e rinascita. Insieme dobbiamo sperare, dobbiamo concentrarci su una nuova generazione; ciò che uscirà dal fuoco sarà fragile e deve essere custodito. Tra le sculture esposte, troviamo una sedia su cui ci si può sedere o ci si può far male, un lampadario circondato da api che rischiano di essere gli Icaro del nostro tempo, di bruciare le loro ali e di precipitare sulla terra, non visti e dimenticati. Il lampadario rivela la preziosa identità dell’umanità. Le teste di vetro esposte ci dicono che anche i nostri leader sono fragili, mentre la mente è il nostro strumento più potente per immaginare un nuovo futuro. Dobbiamo quindi proteggerci, essere attenti e trasparenti. Solo nella trasparenza si può scoprire una nuova vita”.
NEW ARTISTS
Maria Thereza Alves (Brasile), Vanessa Beecroft (Italia), María Magdalena Campos-Pons (Cuba), Judy Chicago (Stati Uniti), Chiara Dynys (Italia), eL Seed (Francia), Endless (Gran Bretagna), Leandro Erlich (Argentina), Ryan Gander (Gran Bretagna), Alexander Evgenievich Ponomarev (Russia), Laurent Reypens (Belgio), Enrico Ruggeri (Italia), Liam Scully (Gran Bretagna), Paloma Varga Weisz (Germania), Osman Yousefzada (Gran Bretagna).
RETURNING ARTISTS
Monira Al Qadiri (Kuwait), Ayman Baalbaki (Libano), Tony Cragg (Gran Bretagna), Jimmie Durham (Stati Uniti), Jan Fabre (Belgio), Josepha Gasch-Muche (Germania), Kendell Geers (Sud Africa), Marya Kazoun (Libano/Canada), Brigitte Kowanz (Austria), Karen LaMonte (Stati Uniti), Tomáš Libertíny (Repubblica Slovacca), Massimo Lunardon (Italia), Federica Marangoni (Italia), Prune Nourry (Francia), Anne Peabody (Stati Uniti), Jaume Plensa (Spagna), Laure Prouvost (Francia), Thomas Schütte (Germania), Sean Scully (Stati Uniti), Lino Tagliapietra (Italia), Tim Tate (Stati Uniti), Koen Vanmechelen (Belgio), Erwin Wurm (Austria), Rose Wylie (Gran Bretagna).