Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro presenta un nuovo percorso espositivo dettato dalla necessità, ma anche dal desiderio, di dare nuovo slancio ai suoi tanti capolavori.
Un riallestimento temporaneo per dare vita a una mostra, ma anche per valorizzare la collezione. Da Donatello a Alessandro Vittoria, 1450 – 1600. 150 anni di scultura nella Repubblica di Venezia è, come il titolo introduce, un’esposizione d’ampio respiro e che, anche per il medium scultura, necessita di spazi adeguati.
Così parte della collezione permanente è stata traferita al secondo piano. Uno spostamento semplice, che ha però comportato difatti la nascita di un nuovo percorso espositivo. Ne sono scaturiti nuovi accostamenti e dialoghi inediti.
Al primo piano troviamo quindi la mostra temporanea (fino al 30 ottobre). Protagoniste le sculture degli autori che hanno lavorato nei territori della Repubblica di Venezia tra il VI e il XVII secolo. Tra questi Donatello, Antonio Rizzo, Pietro, Tullio e Antonio Lombardo fino a Jacopo Sansovino e Alessandro Vittoria.
Il secondo piano è invece dedicato alla pittura. Dai “primitivi” toscani e dell’Italia centrale, fino ai fiamminghi del “secolo d’oro” passando per la pittura devozionale e per le grandi commissioni pubbliche veneziane.
Nella sala dei primitivi, tra i lavori più interessanti troviamo un desco da nozze di Girolamo di Benvenuto (Siena, 1470-1524) raffigurante Ercole al bivio e un desco da parto attribuito a Domenico di Bartolo (Asciano, 1400/04 – Siena, 1444/47).
In ambito fiammingo impossibile non citare la Crocefissione attribuita a Jan van Eyck (Maaseik, 1390 circa – Bruges, 1441). Un olio su tavola dalle dimensioni contenute ma dall’alto valore artistico che ha ispirato molti maestri veneziani e italiani nel corso del Rinascimento. Un’altra saletta è invece dedicata alla pittura di genere olandese, soprattutto a paesaggi e scene di interni.
Tra i protagonisti del Rinascimento veneziano ci sono Vittore Carpaccio (Venezia, 1465 circa – Capodistria, 1525/26), con le tele tratte dal ciclo Storie della Vergine; Antonio Vivarini (Murano, 1415 – Venezia, 1476/84), con il Polittico della Passione; e Giambattista Cima da Conegliano (Conegliano Veneto, 1459/69 – 1517/18) con la tela Madonna con Bambino, San Gerolamo e una Santa.
Ma forse il meglio è nel portego del secondo piano. A partire dagli affreschi del giovane Tiziano per il Fondaco dei Tedeschi. Sempre del pittore la Venere dello specchio. Al suo fianco un’altra Venere, questa volta di Paris Bordon. E poi Tintoretto – Ritratto del procuratore Alessandro Bon – e Antoon van Dyck con Ritratto di Marcello Durazzo. Tra le sculture spiccano i busti dei cardinali Agostino e Pietro Valier di Gian Lorenzo Bernini. Immancabili in laguna due vedute veneziane di Francesco Guardi.