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Illusione, metamorfosi, trasfigurazione della realtà. Da Silvia Ciaccio a Luca Marignoni, Ossimori in mostra a Rocca di Umbertide

Luca Marignoni, Un punto tra due cieli punto B, scultura lignea cm 33x26x6

Rocca di Umbertide (PG) presenta la mostra itinerante “Ossimori”, a cura di Matteo Galbiati con opere di Silvia Ciaccio, Renata e Cristina Cosi, Andrea Facco, Federico Ferrarini e Luca Marignoni. La mostra sarà visitabile dal 15 luglio al 29 agosto 2022. Promossa dal Comune di Umbertide in collaborazione con Kromya Art Gallery, l’esposizione verrà inaugurata venerdì 15 luglio alle ore 18.00, alla presenza degli artisti.

Concepita in funzione della fortezza medievale che la accoglie, la mostra presenta una rinnovata ed ampliata selezione di opere rispetto ai progetti presentati nel 2022 nelle sedi di Kromya Art Gallery a Verona e Lugano.

Il percorso espositivo comprende una ricca selezione di dipinti e sculture di Silvia Ciaccio, Renata e Cristina Cosi, Andrea Facco, Federico Ferrarini e Luca Marignoni, artisti diversi per esperienze e linguaggio, ma accomunati da alcune tematiche ricorrenti: illusione, metamorfosi, trasfigurazione e dissimulazione della realtà.

Renata e Cristina Cosi, Society S C 0054, 2021, gres tessuto corda, dimensioni variabili 

«Questi artisti – spiega il curatore Matteo Galbiatisanno mettere in discussione la verità di quanto appare attraverso azioni che generano una continua ridefinizione del dato percettivo. Inganno e mimesi, rivelazione e rappresentazione sono i termini con cui ogni loro intervento riconfigura il dato acquisito dallo sguardo. Le verità raccontate in modo così verosimile dall’arte si rivelano friabili e ingannevoli e, agli occhi, non resta che riconfigurare attentamente il giudizio persuasivo appena dato per definitivo».

Renata e Cristina Cosi (Cesena, 1983 e 1980) presentano ad Umbertide tredici sculture della serie “Society”, eseguite dal 2016 al 2022. Lavori realizzati modellando a quattro mani spessi blocchi di impasto ceramico che, trasformato in un velo sottile, diventa il tessuto ideale per creare forme e panneggi simbolo della società. Le trazioni e le torsioni sono, infatti, metafora delle tensioni sociali che caratterizzano la contemporaneità.

Silvia Ciaccio (Milano, 1985) espone una decina di opere su carta realizzate dal 2016 al 2020. Utilizzando materiali e tecniche differenti, l’artista indaga le molteplici potenzialità della materia, scoprendo in essa profonde assonanze con la natura. Lavorando per sottrazione e scomponendo la realtà per potersene poi riappropriare, l’artista persegue l’essenza delle cose, alla ricerca di quello spazio liminare in cui il cielo accarezza la terra.

Silvia Ciaccio, Senza titolo, 2020, colore a spray su carta da pacco, cm 1165×174

Andrea Facco (Verona, 1973) propone una selezione di dipinti ad acrilico su tela e su carta della serie “d’apres, avviata nel 2008, in cui la pittura diviene strumento d’analisi critica e formale. I protagonisti di queste opere sono gli arredi e le suppellettili che caratterizzano gli atelier dei più importanti artisti del secolo scorso, da Picasso a Jasper Johns. Presenti in mostra, anche alcune opere tridimensionali, tra residuo e modus pingendi.

Federico Ferrarini (Verona, 1976) espone, unitamente ad alcune opere tratte dal ciclo “Sole Stargate”, originato da una personale ricerca spirituale che risuona nelle vibrazioni del colore, anche la sua più recente produzione “Sui Monoliti”, realizzata con pigmenti minerali e metalli su carta pressata. Opere che evidenziano energie ataviche e cosmiche, le stesse che regolano l’universo in cui siamo immersi.

La poetica di Luca Marignoni (Cles, 1989) si concentra, infine, su possibili ipotesi di altrove. Il limite, per lui, diventa occasione, scenario attraverso il quale la mente si espande senza barriere. Ad Umbertide, presenta alcune sculture lignee di pochi grammi, parte del ciclo “Un punto tra due cieli”, che ci invitano ad una riflessione sull’energia vitale e generativa dell’universo, sulle forze che muovono il nostro vivere.

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