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Confrontarsi con l’ignoto. Al via ‘Unknown Unknowns’ alla Triennale

The complex terrains of Saturn’s icy-moon Enceladus
Credit; NASA/JPL-Caltech

Apre al pubblico domani, 15 luglio, la mostra tematica “Unknown Unknowns. An introduction to Mysteries” a cura di Ersilia Vaudo, astrofisica e Chief Diversity Officer dell’Agenzia Spaziale Europea, centro nevralgico della 23ª Esposizione Internazionale organizzata da Triennale Milano, concepita come uno spazio di dibattito e confronto aperto e plurale, dove possano convergere esperienze, culture e prospettive differenti

Unknown Unknowns cerca di rispondere ad una serie di domande su quello che ancora “non sappiamo di non sapere” in diversi ambiti: dall’evoluzione della città agli oceani, dalla genetica all’astrofisica. Un’esperienza profonda, che coinvolgendo designer, architetti, artisti, drammaturghi e musicisti, dà la possibilità di rovesciare la nostra idea di mondo.

Un percorso dai contorni sfumati e permeabili che presenta più di cento tra opere, progetti e installazioni di artisti, ricercatori e designer internazionali che si confrontano con l’ignoto.

Unknown Unknowns affronta una serie di tematiche tra cui la gravità, considerata “il più grande designer”, un artigiano che modella instancabilmente l’universo cui apparteniamo; le mappe, sistemi attraverso cui orientare traiettorie e percorsi; le nuove sfide della architettura, che si apre a prospettive inedite come quella di abitare lo spazio extraterrestre; fino ai misteri legati allo spazio profondo.

Kuang-Yi Ku, Moon Ginseng, 2018
Courtesy of the artist
Photo: Kuang-Yi Ku

La mostra tematica comprende quattro special commission che Triennale ha affidato all’artista giapponese Yuri Suzuki, alla designer italiana Irene Stracuzzi, al collettivo di architetti statunitensi SOM, e all’artista turco-americano Refik Anadol. Oltre alle opere commissionate, la mostra include una serie di installazioni site specific, tra cui quelle realizzate da Andrea Galvani, Tomás Saraceno,  Protey Temen, Julijonas Urbonas, Marie Velardi e Bosco Sodi. Quest’ultimo ha progettato specificamente per gli spazi di Triennale Milano, l’installazione “Perfect Bodies” che comprende 12 sfere di grandi dimensioni realizzate con argilla cotta nello studio dell’artista a Oaxaca, in Messico, tutte modellate a mano. Cuocendo materiali diversi per periodi di tempo variabili in un forno rustico, Sodi cerca ci ottenere risultati irripetibili. I difetti e le crepe di questi Perfect Bodies sono, per citare lo scrittore argentino Ernesto Sabato “una sorta di resistenza che ci ricorda l’essenza dell’umanità, la caducità delle cose, la matura come omaggio all’uomo e all’essenzialità.”
Secondo le parole dell’artista Perfect Bodies rimanda al silenzio, alla contemplazione e allo scorrere del tempo, alle piccole cose della vita e al nostro rapporto con la terra.

Bosco Sodi

Fondation Cartier pour l’art contemporain si unisce alla 23a Esposizione Internazionale organizzata da Triennale Milano con la mostra Mondo Reale che – sempre dal 15 luglio all’11 dicembre 2022- cerca di dare corpo alla sensazione di ignoto che la quotidianità porta con sé. Leggi qui la recensione

Unknown Unknowns
15 luglio – 11 dicembre 2022
triennale.org

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