Quarant’anni di carriera di Vito Noto sono in mostra al m.a.x. museo a Chiasso (Svizzera). 200 opere raccontano la creatività del designer, capace di spaziare in diversi ambiti professionali. Dall’8 maggio all’11 settembre 2022.
Vi è una pulizia nel design che quasi spegne la magia. Il virtuosismo è proprio questo, lo sappiamo: creare forme semplici, funzionali, belle. Ma talvolta la soluzione è così perfetta, ma così perfetta, che viene da dubitare sia stata inventata. Quasi esistesse da sempre. Oppure come fosse inevitabile. Vale a dire: si integra in modo talmente sciolto con il mondo che non sarebbe potuta essere altrimenti.
E invece sarebbe potuta essere altro, oppure non essere per niente. Allora la magia – l’incanto del labor limae che prende un oggetto, lo viviseziona fino a ricomporlo in una forma migliorata – si ripresenta nella sua lucentezza. Ma fa anche di più, invita a immergerti in tali alchemici meccanismi e riflettere sulle tante componenti che danno corpo a un oggetto. La forma, il colore, la materia, la funzionalità, la meccanica.
Tutti questi elementi risaltano – singolarmente e nel loro concerto – nell’opera di Vito Noto. Per questo il m.a.x. museo a Chiasso (Svizzera) ne analizza l’iter creativo grazie alla prima antologica dedicata al designer svizzero, ma siciliano di nascita (Ragusa, 1955).
VITO NOTO. Quarant’anni di grafica e design. Il senso delle idee si compone di 200 pezzi fra oggetti, modelli, prototipi, disegni tecnici, bozzetti preparatori, studi di logo, francobolli, monete e macchinari. Frutto di oltre quarant’anni di carriera in campi come il visual design, il product design e l’industrial design.
Ma la chiave della mostra, nonché della poetica di Noto, risiede nell’ultimo frammento del titolo dell’esposizione: il senso delle idee. Si è detto come il processo creativo del design risieda nella scomposizione e ricomposizione della realtà. Nel mezzo un setaccio che elimina il superfluo e un pennellino che ne ritocca, migliorandone, anche esteticamente, i dettagli.
In apertura di mostra domina però il lato più cerebrale di Noto, che condensa in una serie di nove orologi da parete un calembour intellettuale capace di ribaltare l’ordine del tempo. Di scardinare le nostre abitudini. Il senso dello scorrere delle lancette, quello orario, è così radicato da sembrare insito nel meccanismo stesso dell’orologio. E invece no. Noto si diletta a invertirne il senso, a invertire l’ordine di grandezza delle lancette (con quella delle ore più lunga dei minuti), a inserire 24 ore anziché 12, a suddividere il quadrante evidenziando il momento della giornata (otto ore di sonno, otto ore di lavoro, otto ore di tempo libero). Con tutte le conseguenze del caso: il tempo che pare scorrere indietro, oppure più lento, o ancora in maniera più viva perché più ragionata. Un processo che era immediato ora richiede tempo, un minimo grado di concentrazione che però porta l’utente a fare attenzione, a compiere un pensiero, un’azione. Insomma, lo accende.
Intuizione programmatica che nei lavori commissionati dal mondo dell’industria e dell’ufficio diventa anche una questione sicurezza. Basti pensare a grandi (e pericolosi) macchinari che un operario, ogni giorno, utilizza senza sosta. Quanto è facile agire senza pensare? I macchinari di Noto – in mostra soprattutto le macchine utensili per l’industria tessile (come la Stäubli di Sargans), idraulica, elettrica e medica – con soluzioni discrete obbligano l’utilizzatore a porre attenzione, a compiere un’azione minima ma fondamentale. Interessante evidenziare come in questi casi più che in altri, il designer sia chiamato interfacciarsi con l’utilizzatore finale. In tal senso risulta fondamentale anche la scelta e la combinazione cromatica, utile a distinguere le componenti della macchina, con relative funzioni. Ma anche a donare gradevolezza estetica.
Combinazione evidente nei prodotti per il mondo dell’ufficio: da registratori di presenze ad affrancatrici postali, da portaoggetti a box e astucci per l’archiviazione, da contenitori per raccolta differenziata ad armadi di stoccaggio verticale e un’ampia campionatura di temperamatite, con forme tradizionali e innovative. Sono proprio questi ultimi, forse, a sintetizzare le qualità di Vito Noto. Leggeri, colorati, gradevoli, compatti, puliti, funzionali.
Il suo metodo di lavoro, evidenziato in vari bozzetti e disegni, non varia nemmeno quando si tratta di oggetti e prodotti per l’ambiente domestico. Come un prototipo di divano, il progetto di una lampada, di caffettiere, di diversi oggetti in vetro (brocche, bicchieri, caraffe). Esemplificativo il Cono centrotavola WMF, per cui Noto ricorre a forme elementari, geometriche, quasi archetipali, per delineare un centrotavola avanguardistico che all’occorrenza, sollevando il disco, diventa un vassoio.
Immancabile, infine, l’angolo riservato alla grafica. Con i lavori di corporate image, il disegno di marchi e logotipi, la manualistica per retail di prodotto. Ma soprattutto la grafica di francobolli celebrativi (come quelli per il Centenario del Salone internazionale dell’automobile di Ginevra (1905-2005), l’Esposizione filatelica universale HELVETIA 2022, la serie ProPatria – Itinerari Storici).