Villa Medici, eletta nel 1803 Accademia di Francia su volere di Napoleone, presenta la mostra dei sedici borsisti di quest’anno a Roma
Il fuoco sacro della creatività, la messa a fuoco del panorama mondiale, la folgore dell’intuizione artistica si mescolano e si sovrappongono in Étincelles / Scintille, la mostra dei sedici artisti, autori e ricercatori residenti a Villa Medici, a cura di Saverio Verini, fino al 7 agosto 2022. Durante il soggiorno romano ciascun borsista ha operato secondo le proprie linee di indagine per restituire un progetto che ponga in luce la connessione tra la residenza e la sperimentazione, con esiti singolari ed eclettici.
“Il percorso ha preso forma grazie a un gioco di associazioni che – a proposito di ‘scintille’ – intende mettere in evidenza affinità e divergenze”, commenta Verini, descrivendo la rassegna come “uno scambio continuo di informazioni e suggestioni, un ‘dare e ricevere’ all’insegna del confronto e dell’ascolto. Posso dirlo senza dubbi – prosegue il curatore – quest’anno ho imparato molte cose; non solo sulle pratiche di sedici autori che non avevo avuto il piacere di incontrare prima, ma anche su Roma e sulle sue inesauribili capacità di manifestarsi”.
I temi affrontati sono in effetti moltissimi. I rilievi dei sottili nessi tra post modern dance, performance e anarchia proposti da Julie Pellegrin si misurano con le intime analisi iconografiche e filosofiche di Benoît Maire sulla figura della mano nella storia della pittura. Sul corpo umano si focalizza inoltre Marta Gentilucci, ma con un approccio installativo teso a evidenziarne la caducità e l’aspetto cartografico. Alle istallazioni si rifà Iván Argote che ragiona sulla moltitudine degli obelischi di Roma, omaggiandoli anche con un docufilm. E, se il taglio filmico del lavoro di Aude Fourel porta lontano, il curioso documentario culinario di Samir Boumediene avvicina Paesi diversi. Scultura e architettura, presentate rispettivamente come monumenti e simbolo degli spazi esistenziali nella storia dell’umanità, sono i motivi prescelti di Théodora Barat e Noémie Goddard.
In un lavorio di scavo, lo sguardo artistico contemporaneo non poteva non toccare i temi della tecnologia, delle sue forme e del suo rapporto con l’arte, come avviene nei lavori di Mathieu Peyroulet Ghilini e Charlie Aubry. La pratica della scrittura si guadagna poi uno spazio considerevole tra il progetto di Marielle Macé – che parte dal fiume Tevere per sondare l’idea di acqua e di flusso come memoria e infiltrazione storica e il racconto il pavone rosa di Kaouther Adimi. Il dramma transdisciplinare di Guy Régis Jr. sulla violenza odierna è in assonanza con l’opera da camera di Hèctor Parra, una composizione musicale di denuncia ispirata al teatro di Pasolini; tra le figure più dibattute della letteratura italiana contemporanea.
Infine, il tema perpetuo delle migrazioni che si ritrova nello sguardo mediterraneo e mitologico di Evangelia Kranioti e in quello storico-interrogativo di Nidhal Chamekh, che scruta l’antica Cartagine e il suo rapporto con Roma. Costellazione a sedici stelle, la mostra dei borsisti di Villa Medici prova come la città eterna sia eterna fonte d’ispirazione per azioni artistiche che corrono in ogni altrove a riflettere il tempo presente.