Nel cuore del Massachusetts, ad Amherst, c’è un museo dedicato a Emily Dickinson. Il paese che ha dato i natali (1830) alla poetessa americana – e dove ha anche trovato la morte nel 1886 – continua a ospitare la casa dell’indimenticata autrice. Dopo due anni di chiusura, causa ristrutturazione, il Museo ha riaperto le porte ai numerosi appassionati della scrittrice.
É tanto piacevole quanto sorprendente il rinnovato interesse di appassionati e accademici verso Emily Dickinson. Una figura estremamente solitaria che sale alla ribalta nell’iperconnesso mondo social che viviamo. Da dove deriva la sua nuova popolarità? Per molti la ragione è da rintracciare proprio nell’esistenza isolata che ha condotto, che la rende ora una sorta di modello alternativo allo stile di vita corrente. La sua opera e il suo ricordo sembrano mostrarci che si può trovare soddisfazione anche vivendo una vita raccolta.
A testimoniarlo solo le diverse produzioni incentrate sulla vita di Dickinson uscite negli ultimi anni. A partire dalla serie televisiva Dickinson, presentata nel 2019 su Apple TV+. Qui Hailee Steinfeld interpreta la poetessa, che grazie alla sua prospettiva da outsider esplora caratteristiche e limiti della società ottocentesca, del genere e della famiglia nel 19° secolo. Il film Wild Nights with Emily (2018) si concentra invece sulla sua relazione sentimentale con un’altra donna. Ma è forse nel 2020, con l’album musicale (Evermore) che Taylor Swift le dedica, inserendo numerosi riferimenti alla sua poesia, che Dickinson raggiunge un pubblico di giovani che prima non la conosceva a sufficienza.
Pubblico che potrà nuovamente godere della casa-museo dove la poetessa ha vissuto ad Amherst, nel Massachusetts, e che ha riaperto i battenti dopo due anni di ristrutturazione. Ora la struttura, dopo gli studi degli esperti, ha ritrovato il suo aspetto originario, il più possibile aderente a come appariva nell’Ottocento. Coinvolti nel restauro numerose caratteristiche architettoniche e i dettagli decorativi, tra cui la porta (ancora l’originale) e le assi del pavimento. Anche la carta da parati è una riproduzione precisa di quella scelta da Dickinson.
“Ora“, ha dichiarato Jane Wald, direttrice esecutiva di lunga data del museo, “ogni ospite di casa Dickinson avrà un’esperienza più autentica del luogo in cui è fiorito il suo genio poetico“.
Costruita nel 1813 da suo nonno, la casa divenne negli anni il luogo prediletto da Dickinson. Fu qui che nacque, dove scrisse quasi 1.800 poesie (solo alcune delle quali furono pubblicate durante la sua vita) e dove trascorse la maggior parte dei suoi giorni da adulta, perlopiù in solitudine. Ironia della sorte, ora ci sono tante persone disposte a raggiungerla per incontrare il suo ricordo.