Paris Bordon 1500-1571. Pittore divino è la mostra che il Museo Santa Caterina di Treviso dedica a una delle sue massime espressioni pittoriche. Esposta dal 16 settembre 2022 al 15 gennaio 2023, la mostra è curata da Simone Facchinetti, professore Associato all’Università del Salento, e Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze.
Paris Bordon, il “Divin Pitor”, il genius loci di Treviso. In qualsiasi modo ci si voglia riferire a lui, il pittore è protagonista di della più ampia monografica a lui dedicata in Italia. Un autore centrale nella storia dell’arte, anche se meno celebrato di altri colleghi. Basti però pensare che Marco Boschini, lo storiografo veneziano che gli ha affibbiato l’appellativo di Divin Pitor, riservò lo stesso privilegio solo ad altri due artisti: Raffaello e Tiziano, di cui Bordon fu allievo.
L’esposizione racconta la creatività e la qualità straordinaria dell’opera di Bordon (Treviso 1500 – Venezia 1571), per Vasari l’unico allievo di Tiziano meritevole di attenzione. Una produzione che spazia dai sensuali ritratti femminili, le rappresentazioni mitologiche, le scene sacre delle grandi pale d’altare e le piccole opere destinate alla devozione privata. Tutte tipologie rappresentate nella mostra del Museo Santa Caterina. A queste si aggiunge anche la sua produzione ritrattistica.
Il più antico quadro datato del genere, che arriverà al Santa Caterina dalla Alte Pinakothek di Monaco, risale al 1523, quando l’artista era ancora influenzato dall’eredità di Giorgione, modello a cui si era ispirato una volta lasciata la bottega di Tiziano. Con quelli successivi si assiste a un’evoluzione in senso più moderno. Tramite la storia dei ritratti è possibile, anzi, seguire il percorso – storico, geografico e stilistico – compiuto da Paris. Dai primi ritratti “al naturale”, ancora ispirati a Palma Il Vecchio e a Tiziano, a quelli segnati da un sofisticato manierismo, nati in un clima internazionale.
Numerosi i soggetti erotici. Nella maggior parte dei casi si tratta di ritratti di donne, rappresentate nelle vesti di soggetti mitologici, come Flora o Berenice. Ma in altri casi l’ideale di bellezza si trasforma ulteriormente e assume spiccati tratti androgini. L’altro ingrediente che fa apparire nuove le invenzioni di Paris Bordon è l’uso dei colori. Paris predilige colori freddi, vitrei, carnagioni madreperlacee, divertendosi a contraffare i tessuti di seta con infinite piegoline cangianti. Una prospettiva di stampo toscano, che al tempo a Venezia rappresentava una vera innovazione.
Quanto a opere religiose, le maggiori committenze sono per la chiesa di San Francesco a Noale con il monumentale San Giorgio e il drago, oggi conservato ai Musei Vaticani. Per la prima volta sarà possibile ammirare questo straordinario dipinto dopo un accurato restauro, appositamente realizzato in occasione della mostra. La Pala Tanzi, destinata a Bari, discende invece da intrecci e relazioni maturate nel ducato di Milano, tramite Enrico Tanzi, console generale dei milanesi e dei lombardi residenti nel Regno di Napoli.
Paris si dedica anche a molti scenari architettonici, toccando un assoluto apice con il cortile labirintico dell’Annunciazione di Caen. Sebbene avesse dimostrato di saper padroneggiare la materia con la Consegna dell’anello al Doge per la Scuola Grande di San Marco a Venezia.