All’interno degli spazi di uno dei più giovani artist-run spaces romani, Condotto 48, nel quartiere romano di Torre Angela, trova luogo la terza tappa del progetto IPSE DIXIT. Esso si articola in due eventi espositivi e una pubblicazione che raccoglie il percorso di ricerca e le interviste che hanno accompagnato il progetto, in un’ottica di permeabilità tra discipline eterogenee, con uno sguardo attento all’idea stessa di ricerca.
Condotto 48, di cui fanno parte gli artisti Verdiana Bove, Francesca Romana Cicia, Luca Di Terlizzi, Emanuele Fasciani, Caterina Sammartino, e il curatore Riccardo Paris, ha inaugurato a giugno 2021 e ha sin da subito manifestato l’esigenza di creare al suo interno uno spazio di incontro tra i membri effettivi dello spazio e l’esterno.
IPSE DIXIT è il primo progetto espositivo di Condotto 48, ed è un progetto articolato, complesso e fresco. La sua attualità e la sua genuinità risiede proprio nel fatto di non fornire risposte univoche, ma di aprire al pubblico con delle domande, delle possibilità di pensiero e dialogo. Questo senza dimenticare la natura dello spazio ospitante: non una galleria, uno luogo istituzionale ma uno spazio di ricerca, di continuo mutamento e in continuo movimento. In tal senso Condotto, nonostante la recente apertura, manifesta già una forte identità, che appare in ogni scelta: dall’allestimento scarno delle mostre fino alla scelta di dialogare con artisti, curatori e, più in generale, intellettuali, ricercatori, provenienti da altre città o, nell’ultimo caso, anche da altri ambiti.
Il progetto IPSE DIXIT si articola su tre tappe. Il filo rosso che le collega è l’indagine sul concetto di verità.
Il testo che delinea la natura generale del progetto si apre con una citazione di Sciascia “La verità è nel fondo del pozzo: lei guarda in un pozzo e vede il sole o la luna; ma se si butta giù non c’è più né il sole né la luna, c’è la verità”.
Si pone quindi una questione enorme: che cos’è la verità? E come questo concetto si rapporta con la dualità del vero/falso?
Martina Rota (Bergamo, 1995), performer e fondatrice dello spazio milanese MASSIMO, è la prima ospite di Condotto 48 all’interno del progetto IPSE DIXIT. L’artista mostra in questa occasione come il nostro primo approccio con il mondo avvenga attraverso il corpo. Nel testo che accompagna la mostra si parla appunto di come quest’ultimo sia uno strumento di conoscenza del mondo e di noi stessi, un punto di contatto quindi tra esteriore e interiore.
IPSE DIXIT #2, The solicitude of a constant dialogue, è invece come una parentesi, che ha luogo nello spazio intimo di una pubblicazione, realizzata con il contributo di Marta Cornacchia, dottoressa in Didattica e Comunicazione dell’arte.
Nelle interviste che compongono questa pubblicazione, vengono poste a personalità autorevoli dei vari ambiti interessati delle domande riguardanti il processo stesso di ricerca. Il risultato finale rivela affinità e divergenze insite nelle discipline coinvolte. Dalla Biologia, con Vito Ruggiero (PhD in Microbiologia Medica Sperimentale), al Diritto, con Fabio Addis (Professore ordinario di Istituzioni di Diritto Privato presso l’Università La Sapienza di Roma). Dalla Filologia, con Giulia Raboni (Professoressa di Filologia italiana presso l’Università degli Studi di Parma), al Giornalismo, con Camilla Desideri (Editor per l’America Latina presso l’Internazionale). Fino ad arrivare alla Psicologia, con il Professore ordinario di Psicofisiologia del sonno de La Sapienza di Roma, Luigi de Gennaro, e alla Teologia, con Don Alessandro Mancini, Vicerettore del Pontificio collegio leoniano di Anagni.
IPSE DIXIT #3 The Narcissistic coexistence of attention, torna a mettere al centro il concetto di verità, affidandolo alle immagini e al suono. Il testo che accompagna la mostra recita: “fino a che punto è possibile alterare la verità per scopi informativi, prima di mutarne il carattere intrinseco?”. La mostra nasce in collaborazione con Mucho Mas!, un artist-run space di Torino fondato da Silvia Mangosio e Luca Vianello.
L’artista proposto in questa occasione è Luca Baioni (Milano, 1984), che interviene nello spazio con un’installazione audio-video.
Passeggiando tra gli studi nel giorno d’inaugurazione della mostra, forte era l’impressione di un moltiplicarsi di voci, le voci dell’audio e quelle delle persone presenti. Ogni tanto qualche frase destava l’attenzione, appariva tra le altre come un fulmine, rendendosi protagonista per qualche secondo per poi sparire nell’indistinto rumore.
Questi frammenti di frasi, insieme ai frammenti visivi presenti nel video, evocano la fragilità di una contemporaneità che fugge la morte e l’oblio e, in un eccesso di input, rimane senza memoria.
IPSE DIXIT si chiude senza in effetti chiudersi mai, lasciando fiorire domande che vanno a costituire l’incipit di un dialogo aperto.
Questo contenuto è stato realizzato da Alessandra Cecchini per Forme Uniche.
IPSE DIXIT
Condotto 48 – Via C. Grue, 48 – Roma
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