Ultimato l’intervento di Roberto Coda Zabetta sulla ex-scuola del Parco La Spezia di Milano: l’edificio splenderà di una nuova luce nelle forme di un colossale monumento di colore bronzeo fino alla sua demolizione, prevista nella primavera del 2023.
È possibile instaurare un dialogo tra zone periferiche liminali e centri urbani tramite la mediazione dell’arte? Da questo interrogativo nasce il progetto CANTIERE/SCUOLA. La realizzazione dell’opera e la sua presentazione al pubblico, si collocano al culmine di un lungo processo avviato nel 2019 dal dialogo tra Gruppo CAP, gestore delle risorse idriche di Milano e Super, Il Festival delle periferie di Milano e nasce dalla concreta necessità di porre in sicurezza la struttura della scuola abbandonata del Parco La Spezia, nella quale erano state rilevate importanti tracce di amianto.
Coordinato dall’architetto Federica Verona l’intero progetto è stato sancito dal patto di collaborazione, siglato lo scorso 26 luglio, che comprende il Comune di Milano, il Municipio 6, Gruppo CAP, Super, Il Festival delle periferie, Roberto Coda Zabetta, Negro Servizi, Consorzio Cooperative Lavoratori, Black Mamba Production, PCM Studio e Romeo Safety Italia, e che insieme alla cittadinanza stabilisce un piano di azioni comuni per la valorizzazione dell’area pubblica che circonda il nuovo Headquarters di Gruppo CAP in via Rimini.
L’artista Roberto Coda Zabetta ha ultimato il suo intervento che avvia un nuovo corso per questo edificio, rigenerato nelle forme di uno straordinario e colossale monumento di colore bronzeo, in attesa della sua completa demolizione nella primavera 2023. Negro Servizi Srl si è occupata dell’incapsulamento dell’edificio attraverso vernici ad hoc, che garantiscono la tutela della salute dei cittadini dai residui di amianto rilevati nella struttura.
Si tratta di un modo radicale di intendere l’arte pubblica e la sua stessa funzione sociale: alieno da qualunque protagonismo e da atteggiamenti didascalici, Coda Zabetta ha scelto un contesto urbano privo di glamour, lasciando che a trasmettere il suo messaggio siano il senso del sacro, la storia dell’arte e la vicenda umana jn tutte le sue contraddizioni. L’intervento dell’artista non si configura come mera provocazione, ma assume piuttosto i connotati di una ponderata riqualificazione attuata attraverso i mezzi dell’arte e i suoi codici più arcaici. Utilizzando i linguaggi scultorei e monumentali dell’architettura classica, l’artista vuole che la scuola e i valori che essa rappresenta brillino con la più scultorea delle tinte, il bronzo appena lucidato. L’edificio si carica quindi di una nuova luce, che veicola un inedito paradigma semantico: un omaggio al quartiere periferico e ai suoi abitanti, tanto più prezioso, proprio perché reso leggero e vivo dalla sua stessa volatilità, dall’essere destinato a scomparire entro un ristretto numero di mesi.
La scuola color del bronzo diventa così monumento effimero, ma paradossalmente ancor più durevole nel suo valore, in quanto totalmente e volutamente provvisorio. Come già notava Orazio nell’Ars Poetica, “exegi monumentum aere perennius […]”, “ho eretto un monumento più duraturo del bronzo […]”: un monumento sostenuto dal pensiero e da solidi concetti dura più a lungo di qualunque scultura. A tal proposito risulta determinante la documentazione del processo creativo e della realizzazione di CANTIERE/SCUOLA. L’intera operazione, dai dialoghi preliminari con la cittadinanza condotti da Gruppo CAP e Super, Il festival delle periferie sino alla prossima demolizione e conseguente scomparsa della scuola, sarà infatti raccontata dall’occhio del fotografo e video-maker Henrik Blomqvist attraverso un documentario destinato al pubblico, a testimonianza durevole di questo virtuoso esempio di cittadinanza attiva e cooperazione sul territorio.