120 opere raccontano le origini di Brescia, dalla seconda metà del XII al 1426. Un’epoca in cui si formò l’identità politica, sociale e culturale della città. E che in parte ancora oggi resiste. Dal 29 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023 al Museo di Santa Giulia di Brescia.
Alle radici della storia di Brescia. La città, i suoi simboli, le sue origini. La nuova mostra del Museo di Santa Giulia è un viaggio nel passato, all’origine dei mille anni di vita della leonessa. E proprio da questo prende spunto il nome dell’esposizione: La città del Leone. Brescia nell’età dei Comuni e delle signorie. Titolo che in modo esplicativo indica anche la finestra temporale, molto precisa, che l’evento va a indagare. Ovvero il periodo che intercorre dalla seconda metà del XII secolo, epoca in cui compaiono le prime tracce delle istituzioni civiche comunali, fino al 1426, anno della dedizione a Brescia alla Repubblica di Venezia.
Lo fa attraverso 120 opere, utili a indagare gli elementi – simbolici, politici, economici, culturali – che hanno posto le basi della costituzione identitaria di Brescia. Dallo stemma del leone rampante, vero emblema identitario urbano reso celebre da Carducci che lo associò all’eroismo della città martire delle Dieci giornate, fino ai culti civici dei santi Faustino e Giovita, alle Sante Croci e alla figura della Vergine. Simboli che ritmano tutt’ora il calendario delle festività cittadine.
A dettagliare questa storia sono sculture, pitture, documenti d’archivio e manoscritti miniati, monete e oreficerie. Tra questi i materiali pergamenacei e cartacei, o legati al culto, come i preziosi reliquiari delle Sante Croci e la Croce del Campo provenienti dal tesoro della cappella delle Sante Croci di Brescia. Oppure La Madonna dell’umiltà di Gentile da Fabriano, in prestito dal Museo Nazionale di San Matteo di Pisa.
Ma ecco nel dettaglio le quattro sezioni della mostra.
Brescia nella Lombardia del XII secolo: l’origine del Comune
Periodi di tumulti sociali, politici e religiosi. Dalle lotte comunali contro il Barbarossa, che culminano nella battaglia di Legnano (1176) e sanciscono l’autonomia della città, all’insorgere di movimenti pauperistici nei quali s’iscrive anche la predicazione di Arnaldo da Brescia. In mostra lo raccontano i documenti prodotti dalla cancelleria imperiale e comunale, ma anche opere come Il giuramento di Pontida di Giuseppe Diotti (in prestito dalla Pinacoteca di Brera), Il carroccio. La battaglia di Legnano di Massimo Tapparelli D’Azeglio (Galleria di Arte Moderna di Milano), La pace di Costanza di Giuseppe Bossi (Castello Sforzesco), la scultura Arnaldo da Brescia di Odoardo Tabacchi.
Il Comune libero
É la fase di maturità dell’istituzione comunale, tra la fine del XII e la fine del XIII secolo. A Brescia si apre una nuova piazza del mercato, si allargano le mura per includere gli insediamenti sorti a ridosso del centro sul lato orientale, si costruisce un primo palazzo civico accanto alla cattedrale. L’istituzione comunale si dota di un vessillo, un sigillo, uno stemma e di una moneta. Nasce il leone azzurro in campo bianco, ancora oggi simbolo della città. Tra le opere di questa sezione l’elmo morione con la Santa Croce, i santi Faustino e Giovita e lo stemma del comune di Brescia, la matrice del sigillo del comune di Brescia a confronto con quelli di altri comuni come Padova, Verona, Cremona, la Stauroteca della Santa Croce del tesoro delle Sante Croci del Duomo vecchio di Brescia, lo Stemmario trivulziano, la più antica raccolta di stemmi conservata per la Lombardia.
La città dei Signori
Dai Maggi ai Malatesta, la sezione mette l’accento sulle signorie che si sono alternate alla guida della città in un ‘lungo Trecento’. Ognuna di queste si è ovviamente affidata alle arti per costruire la propria immagine e legittimare il proprio ruolo di governo. In questo contesto lo scultore veronese noto come Maestro di Santa Anastasia a Brescia realizza alcune fra le sue prime opere e di cui sono presenti in mostra la Statua per fontana con ritratto di vescovo, conservata al Museo di Santa Giulia, e il tabernacolo con Cristo in passione tra la Madonna e San Giovanni evangelista, proveniente da Palazzo Maffei Casa Museo di Verona, nonché il sarcofago di Corrado Fogolini, concesso dal Museo Civico Medievale di Bologna. In questa sezione è esposta anche la Madonna dell’Umiltà di Gentile da Fabriano, la medaglia di Antonio di Puccio Pisano, detto Pisanello intitolata a Sigismondo Pandolfo Malatesta e Malatesta in armi tra le sue imprese.
Il mito Otto-novecentesco di Brescia medievale
In questa parte finale si assiste a una riscoperta del passato medievale di Brescia. Vi sono opere che documentano alcuni edifici della città scomparsi o profondamente alterati, proprio dalla fine del XIX secolo dai restauri che hanno interessato il patrimonio architettonico medievale. Operazioni che avevano l’intento di ricostruire filologicamente il passato, ma che in realtà rispecchiano solo in parte la veste cittadina originaria perduta.