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Perché la scoperta dei bronzi di San Casciano è così importante? E perché per Sgarbi è “un’eresia” il confronto con i Bronzi di Riace?

Le statue trovate a San Casciano dei Bagni (foto Corriere Fiorentino) Le statue trovate a San Casciano dei Bagni (foto Corriere Fiorentino)

A prescindere dal confronto con i Bronzi di Riace, in cosa consiste l’eccezionalità di questo ritrovamento? Parola al Direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia che approfondisce il tema con uno dei suoi imperdibili video

La dichiarazione di Massimo Osanna

“La scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico. Qualche anima pia nel V secolo dopo Cristo ha provveduto a proteggere questo tesoro. Lo esporremo in un parco archeologico che nascerà proprio qui”. Con queste parole, il direttore generale musei del MiC, Massimo Osanna, ha commentato l’eccezionale ritrovamento di oltre 24 statue di bronzo a San Casciano.

“Come Riace”, “Una scoperta che riscrive la storia” e cosi via. Sono tanti i titoli dei giornali -ripresi dai media di tutto il mondo – che hanno in qualche modo paragonato questa scoperta a quella dei Bronzi di Riace.

Sgarbi: “Ritrovamenti incomparabili con i Bronzi di Riace”

Un paragone che non è piaciuto a Vittorio Sgarbi. “L’importanza dei Bronzi di Riace è imparagonabile rispetto ai reperti trovati a San Casciano Bagni” ha affermato infatti il neo sottosegretario alla Cultura  parlando con i giornalisti a Reggio Calabria a margine di un convegno scientifico internazionale. “Quelle scoperte a San Casciano – ha aggiunto  – sono sicuramente opere importanti, ma il loro valore e la loro qualità sono di gran lunga meno significativi rispetto ai Bronzi di Riace. Quella fatta in Toscana è certamente una scoperta importante, intanto per l’integrità dei reperti e poi per la loro quantità. Ma sono ritrovamenti incomparabili rispetto a quello avvenuto a Riace 50 anni fa”.

Secondo Sgarbi infatti, i Bronzi di Riace sono tra le opere più alte espresse dalla civiltà antica, mentre quelli di San Casciano Bagni sono “di produzione media, di qualità media e di interesse soprattutto culturale. Ciò che stabiliscono sul piano antropologico è un nesso culturale tra Etruschi e Romani”.

Jacopo Tabolli: “Un’occasione unica per riscrivere la storia”

A prescindere dal raffronto tra le due scoperte, per quale motivo questo ritrovamento è considerato così importante, al punto tale che secondo Jacopo Tabolli – etruscologo dell’Università per Stranieri di Siena e direttore del progetto scientifico – rappresenta “un’occasione unica di riscrivere la storia dell’arte antica” ?

Il video di Valentino Nizzo sul ritrovamento dei bronzi di San Casciano

Il nostro punto di riferimento non può che essere, Valentino Nizzo,  Direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, il museo etrusco più importante al mondo. Che oltre ad essere -ovviamente- uno dei massimi esperti in materia, è anche un ottimo divulgatore con i suoi seguitissimi video. Tanti appassionati, subito dopo la scoperta, hanno chiesto il suo parere sull’eccezionale ritrovamento a San Casciano Bagni. Che è arrivato puntuale, per mezzo di un video – che alleghiamo –  sui canali social del Museo.

Svelano il mondo della ritualità in una fase particolare della storia

“Gli eccezionali reperti ci rivelano il mondo della ritualità  in una fase nella quale si passa dal mondo etrusco a quello romano, quasi senza soluzione di continuità. Questo è senza dubbio uno degli elementi che rendono eccezionale il ritrovamento di San Casciano”  – spiega il Direttore del Museo Nazionale Etrusco – ” ma non è in un certo senso l’unico elemento dell’eccezionalità del ritrovamento delle statue di bronzo. L’importanza sta nel contesto” afferma indicando, per mezzo di un iPad, la zona del ritrovamento, nel cuore dell’Etruria propria, “non lontano da Orvieto, il santuario Federale per eccellenza degli Etruschi “.

La volontà dei Romani di conservare un luogo sacro anche per loro

San Casciano è sempre stato un luogo termale di grande rinomanza nell’antichità. Non stupisce pertanto che le sue acque termali siano state un punto di riferimento. Gli Etruschi erano fieri delle proprie competenze mediche e religiose e i Romani -spiega Valentino Nizzo – “guardavano a loro come maestri della disciplina rituale. Ecco dunque una prima chiave di lettura di questo importante rinvenimento: la volontà dei romani di conservare un luogo che era sacro anche per loro, rispettando la sapienza e le conoscenze  degli Etruschi“.

La conservazione del contesto e delle sue informazioni

La qualità dei bronzi ritrovati colpisce la nostra attenzione ( anche se non ci troviamo di fronte a grandi capolavori della bronzistica) – ma di per sè non è un unicum. “ L’eccezionalità” – sottolinea – ” è data dalla conservazione del contesto, dalla possibilità di recuperare questi oggetti nel luogo di rinvenimento originario e con le loro associazioni. Ricostruendo anche tutti i dati naturalistici, tutte le offerte. Non solo quelle che di solito si conservano nel tempo ma anche quelle più umili, come pigne, uova”.

Il raffronto con le opere del Museo Nazionale Etrusco

L’eccezionalità dunque è data dalle informazioni che questo contesto ci consente di recuperare attraverso l’archeologia. Il direttore continua il suo racconto ricco di spunti, attraverso un interessante raffronto con alcune opere dell’immenso patrimonio del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. In particolare con gli ex voto provenienti dai principali santuari e depositi votivi di Vulci, alcuni rimasti in uso fino all’epoca romana, e i bronzetti appartenenti alla raccolta kircheriana, per comprendere l’importanza del contesto di San Casciano e i motivi che lo rendono davvero significativo.

 

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