Attorno alle 24 statue rinvenute a San Casciano il dibattito si incentra sul restauro. Il sindaco Nardella le vorrebbe a Firenze
L’ufficialità per ora non mette in dubbio gli sviluppi: gli straordinari bronzi rinvenuti nel Bagno Grande di San Casciano dei Bagni rimarranno nel piccolo centro toscano. Nel nuovo museo che sorgerà nel cinquecentesco palazzo dell’arcipretura. Dove i lavori di allestimento cominceranno all’inizio dell’anno prossimo per concludersi nel giro di un anno, come annunciato dal direttore generale dei musei Massimo Osanna. Eppure non mancano precedenti ad alzare una cortina di dubbio su questi sviluppi. Emblematico in tal senso quel che accadde con i celebre bronzi dorati di Cartoceto, nelle Marche. Al centro di una decennale disputa – ora risolta – fra Pergola, il comune del ritrovamento, e Ancona.
Al momento attorno alle 24 statue rinvenute nel senese il dibattito si incentra sul restauro. La Soprintendenza di Siena, Arezzo e Grosseto chiede che i restauri vengano fatti in un’unica sede, senza distribuire il materiale tra diversi laboratori. “L’unicità di questi ritrovamenti sta proprio nel contesto, nel fatto che siano tutti insieme e che provengano dalla stessa situazione”, riporta l’edizione fiorentina de La Repubblica. “L’ottimo sarebbe che il lavoro venisse condotto da un unico pool di esperti”.
Ma il sindaco di Firenze Dario Nardella la pensa diversamente, e spinge perché alcune delle statue siano restaurate al fiorentino Opificio delle Pietre Dure. Questo aprirebbe la strada a una successiva “appropriazione”? Per ora si registra il placet in tal senso del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. “Non c’è alcun braccio di ferro”, scrive in una nota. “Ministero e Comune troveranno un’intesa che concili le diverse esigenze, tenendo conto delle valutazioni dell’Istituto Centrale del Restauro di Roma”.
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