Filmmaker 2022, torna a Milano il festival del cinema documentario e di ricerca. Dal 18 al 28 novembre, una finestra sulla contemporaneità
Al via l’edizione 2022 di Filmmaker, il festival del cinema documentario e di ricerca, a Milano dal 18 al 28 novembre. Al centro di questa nuova edizione del festival milanese alcuni dei temi più complessi della nostra contemporaneità: ecologia, ambiente, migrazioni, lavoro; il sentimento del nostro tempo e le nuove frontiere del cinema raccontati in un palinsesto di undici giorni fatto di proiezioni, incontri, Q&A con autori e masterclass.
L’apertura di Filmmaker 2022 è affidata a Sergei Loznitsa, uno degli sguardi più radicali del cinema contemporaneo che, dopo aver ricostruito (e decostruito) attraverso i materiali d’archivio i riti dell’Unione Sovietica stalinista (The Trial; State Funeral), con The Natural History of Destruction, ispirato da W.G. Sebald, allarga lo sguardo alla Seconda guerra mondiale. Visioni notturne di città britanniche e tedesche, folle, individui, aerei, leader politici, nessuna introduzione, voce narrante o spiegazione a rassicurare lo spettatore, che è chiamato invece a un esercizio di igiene mentale: concentrarsi sul destino delle popolazioni che diventano l’obiettivo della strategia militare. Il film, in anteprima italiana, è parte del Concorso internazionale.
Ricchissimo il programma, con due concorsi, Internazionale e Prospettive, e un totale di 78 titoli provenienti da 20 paesi di cui 25 prime mondiali, 13 internazionali. Tra questi i nuovi lavori di Sylvain George (Nuit obscure), João Pedro Rodrigues (Fogo Fatuo) e Frederick Wiseman (Un couple – presentato in concorso alla Mostra di Venezia, mette in scena in un magnifico giardino lungo le scogliere le lettere che Sofia Tolstaja scriveva al marito Lev Tolstoj).
La Retrospettiva Ruth Beckermann, l’immagine della parola, che presenta per la prima volta in Italia l’opera completa della regista austriaca, con diciassette titoli tra cui l’anteprima di Mutzenbacher (vincitore della Berlinale Encounters 2022) e una masterclass alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti. Viaggiatrice tra la Mitteleuropa, l’Oriente e l’America, Ruth Beckermann è un nome di punta del Nuovo Cinema Austriaco, premiata e omaggiata in tutto il mondo, con il suo cinema indaga la relazione della società europea e americana con l’ebraismo della diaspora, la narrazione della donna, le inquietudini del pianeta, in un rapporto costante tra dimensione privata e collettiva, con un linguaggio cinematografico sempre inventivo, vivo, e uno sguardo colto ma anche ironico e leggero.
E ancora, l’omaggio a Mark Rappaport con Rock Hudson’s Home Movies e i suoi video-saggi sul cinema – che si lega a doppio filo alla personale che il Sicilia Queer 2022 gli ha dedicato per la prima volta lo scorso giugno. Il suo è un cinema fatto di sperimentazione, avanguardia, pastiche e ironia, in una riscoperta carsica e continua di materiali di archivio e film della Hollywood della golden age che il regista mescola ed elabora per creare lunghi e cortometraggi che vanno a decostruire le convenzioni e le vite dorate dello star system e del cinema classico. Le opere di Rappaport che vedremo a Filmmaker, e tutta la sua produzione, mescolano verità e finzione in un gioco di invenzione continuo che si muove fra registri opposti e altalenanti. Ci raccontano di star come Rock Hudson, Jean Seberg, Anita Ekberg, Danielle Darrieux, James Mason, Joan Crawford e Lana Turner.
Tre i “moderns” a cui Filmmaker dedica quest’anno la sua attenzione. Maestro riconosciuto del cinema moderno Béla Tarr, sarà a Milano con una masterclass e la proiezione di uno dei suoi film più belli, Le armonie di Werckmeister (2000). Nella masterclass – giovedì 24 novembre, alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti (dalle 14.30 alle 16.30, ingresso aperto al pubblico), saranno ripercorsi e approfonditi i metodi, la visione e le tecniche di lavoro che sono alla base di capolavori quali Perdizione e Il cavallo di Torino. La sera Bela Tarr sarà in sala a introdurre Le armonie di Werckmeister, tratto da Melancolia della resistenza di László Krasznahorkai: un villaggio nella piana ungherese, l’apocalisse e un circo con una balena.
Tra i registi dell’Onda nera, il censuratissimo movimento che rivoluzionò il cinema della ex- Jugoslavia negli anni Sessanta e Settanta, vincitore dell’Orso d’oro a Berlino nel 1969 con Opere giovanili, Zelemir Zilnik presenterà Marble Ass (1995), premiato con un Teddy Award alla Berlinale. La storia di Marlyn, una persona trans “che cerca di portare la pace giocando con molti ragazzi serbi”. Girato durante la guerra dei Balcani, ne racconta le assurdità celebrando le vite della comunità Lgbtq+ nella ex-Jugoslavia.
Infine, una nuova esplorazione dell’universo di Francesco Ballo, regista, critico e studioso di Buster Keaton, con cinque nuovi Esperimenti, brevi variazioni su Milano, i suoi edifici e il cinema che li trasforma.
Doppia chiusura con Una giornata nell’archivio di Piero Bottoni di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti e Il Posto di Mattia Colombo e Gianluca Matarrese (domenica 27 novembre alle 21.30 al Cinema Arcobaleno).
>> Programma completo delle proiezioni e degli incontri sul sito ufficiale di Filmmaker