Le ricerche combinate di Piergabriele Mancuso (esperto in studi ebraici) e Maria Sframeli (curatrice degli Uffizi) hanno portato all’individuazione di Jona Ostiglio, pittore a lungo dimenticato.
Pochi conoscono Jona Ostiglio, artista che nel tardo Rinascimento italiano veniva addirittura paragonato a Caravaggio. Il pittore ha vissuto e lavorato nello studio dell’artista fiorentino Onorio Marinari e ha servito la corte dei Medici del XVII secolo, anche se all’epoca la pittura era vietata agli ebrei italiani come lui. Forse anche per questo il suo nome è stato in gran parte dimenticato dalla storia dell’arte.
Ora, per correggere quella cancellazione e onorare l’opera di Ostiglio, gli Uffizi hanno trovato e attribuito a lui una serie di opere che fino ad oggi non avevano un autore.
La scoperta è il risultato della ricerca di Piergabriele Mancuso, un esperto in studi ebraici che stava lavorando sulla comunità ebraica di Firenze durante il regno dei Medici. Questi l’hanno portato a confrontarsi con la curatrice degli Uffizi Maria Sframeli, che “aveva trovato una serie di dipinti e documenti che attestano l’attività nella Firenze seicentesca del pittore ebreo Jona Ostiglio”, ha ricordato Mancuso in un comunicato degli Uffizi. In particolare faceva riferimento a quattro nature morte firmate “Jona – Ebreo“, presenti nell’inventario del 1860 di una villa medicea; oltre a un breve riferimento all’artista in un articolo del 1907 del rabbino e studioso Umberto Cassuto.
Sframeli ha dunque incrociato i riferimenti con i lavori senza autori di varie collezioni, individuando le opere che da allora sono state attribuite.
Ostiglio, nato tra il 1620 e il 1630, fu pittore autodidatta che si affermò come copista prediligendo le opere dell’allora in voga Salvator Rosa. Questo nonostante a lui, in quanto di religione ebraica, fosse interdetta professione. Mancuso, che il 15 novembre 2022 ha presentato all’Auditorium Vasari degli Uffizi le sue conclusioni sulla vita dell’artista dimenticato, ritiene che Ostiglio abbia potuto lavorare con lo studio di Onorio Marinari e diventare membro della prestigiosa Accademia di Belle Arti italiana, fondata dallo stesso Giorgio Vasari, per via di particolari eccezioni strappate dai suoi amici ed ex insegnanti. Tanto che rimase l’unico membro ebreo dell’Accademia fino al XX secolo. Morì nel 1695.
“Nonostante le sfide imposte dalla Chiesa cattolica e nonostante l’Inquisizione, i granduchi Medici sono riusciti a salvare la vita di Galileo e a proteggere le sue ricerche“, ha detto in una nota il direttore degli Uffizi Eike Schmidt. “Anche Artemisia Gentileschi, reduce dal processo per stupro, trovò rifugio e lavoro presso la loro corte”.
La stessa fortunata sorte capita a Ostiglio, sul quale ci si attendono ora nuovi studi nei prossimi anni. I quali porteranno probabilmente alla scoperta di ulteriori opere a lui attribuite.