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Quel che Firenze diede a Raffaello: il racconto della mostra a Palazzo Vecchio

Raffaello e Firenze (rendering) Raffaello e Firenze (rendering)
Raffaello e Firenze (rendering)
Raffaello e Firenze (rendering)

Il rapporto tra Raffaello e Firenze viene raccontato nell’omonima mostra organizzata dal MUS.E nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio di Firenze dal 31 ottobre al 31 dicembre 2020 (Covid-19 permettendo).

Immaginiamo ci volesse una certa eloquenza per attrarre uno dei pittori più celebri del Rinascimento. Cosa poteva spingere Raffaello Sanzio nel 1504, già incensato di fama e gloria, a lasciare la sua Urbino? Né un papa né un sovrano, ma solo una città: Firenze. La capitale toscana al tempo era al tempo un fervente centro artistico, il cui fascino rispendeva nelle numerose opere che andavano impreziosendola. Proprio nel periodo in cui il pittore stava varcando le soglie della città del giglio, in piazza della Signoria veniva posto il David di Michelangelo e Leonardo realizzava il cartone di Sant’Anna. Un approdo stimolante e, col senno di poi, quasi inevitabile. Ecco allora che Raffaello si aggiunge alla folta schiera di artisti che popolavano Firenze, unendo la sua firma alla già folta schiera di illustri pennelli.

Un periodo nodale dunque, sia per la città che per l’artista, che il MUS.E racconta nella mostra Raffaello e Firenze. L’esposizione, curata da Valentina Zucchi e Sergio Risaliti, prende forma nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio dal 31 ottobre al 31 dicembre 2020 (Covid-19 permettendo).

La narrazione ruota attorno al Ritratto di giovane donna in busto, prezioso disegno oggi al Palais des Beaux-Arts de Lille, che ha collaborato all’esposizione. L’opera risale agli anni fiorentini di Raffaello ed è emblematica dell’intenso dialogo intrattenuto con i grandi artisti incontrati in città. Tra questi ci sono sicuramente Fra Bartolomeo, Ridolfo del Ghirlandaio, Baccio d’Agnolo, Andrea Sansovino, i Sangallo, ma soprattutto con Leonardo e Michelangelo, che aprono la strada all’introduzione di importanti cambiamenti nello stile di Raffaello.

Raffaello Sanzio, Ritratto di giovane donna in busto
Raffaello Sanzio, Ritratto di giovane donna in busto

…né tacerò che si conobbe, poi che fu stato a Firenze, che egli variò e abbellì tanto la maniera, mediante l’aver veduto molte cose e di mano di maestri eccellenti, che ella non aveva che fare alcune cosa con quella prima […]

 

Giorgio Vasari

In particolare il pittore urbinate fu condizionato in modo positivo circa la composizione strutturale dell’opera. La qualità descrittiva e la luminosità cromatica di Raffaello giovarono a Firenze di una maturazione formale fondamentale, raggiungendo una straordinaria sintesi tra immagine ideale e immagine reale. Al contatto con le suggestioni fiorentini il pittore sviluppò un calibrato senso dei rapporti tra le figure, della rappresentazione del movimento, dell’attenzione ai valori atmosferici e della costruzione dei personaggi.

A supportare il racconto troviamo un contributo multimediale realizzato da Valentina Zucchi e Art Media Studio. Il film illustra la rete relazionale, politica e sociale, oltre che artistica, intessuta da Raffaello, raccontandone le vicende e mostrando i capolavori di quel periodo, come i Ritratti di Agnolo Doni e di Maddalena Strozzi e la Madonna del Cardellino, tuttora conservati a Firenze presso le Gallerie degli Uffizi.

Raffaello e Firenze, Muse © Mattia Marasco
Raffaello e Firenze, Muse © Mattia Marasco

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